Dick
Dick tremava sotto le pesanti coperte. Le sue dita vibravano per il freddo. Erano passate delle ore da quando avevano tirato fuori lui e Barbara dalla sala. La cosa più strana? Il Sicario che avevano intrappolato nel ghiaccio era scomparso. Ma ormai tutti gli avvenimenti si erano concentrati in un vortice confuso di immagini sfocate e voci confuse.
Il freddo gli aveva disorientato i sensi. Se si concentrava poteva ancora sentire l'aria gelida perforargli la pelle, cominciava a sudare, il suo respiro era sempre più irregolare e stringeva le coperte nelle proprie mani per avere qualcosa a cui aggrapparsi, una testimonianza inconfutabile del fatto che era tutto finito. Era di nuovo a Villa Wayne.
La vita da vigilante non era per niente facile.
Per il semplice fatto che quando indossavi quella maschera, per le persone eri un simbolo, qualcosa di immortale, per questo un eroe si sentiva in dovere di compiere gesta impossibili, ma poi quando si toglieva il costume e tornava umano, sentiva sulle proprie spalle tutto il peso del suo tentativo di superare i propri limiti. Il ragazzo aprì gli occhi, incapace di abbandonarsi alla stanchezza e al sonno. Guardò fuori dalla finestra, la grande luna che troneggiava tra le stelle gli ricordò per pochi istanti la lente da gufo dell'assassino.
In tutti questi anni non aveva mai affrontato qualcosa di simile, niente di così disumano. Continuava a rigirarsi nelle coperte mentre nella sua testa riviveva lo scontro con il gufo, i grandi occhi che lo scrutavano, le lame impregnate di sangue... il ragazzo urlò mentre annaspava in cerca d'aria, con il petto che si alzava e abbassava in modo irregolare. Si alzò dal letto, deciso a fuggire da quei ricordi così vividi.
Scese di sotto con il pigiama inzuppato di sudore, mentre scendeva le scale in direzione della cucina, dei brividi gli percorrevano la schiena come lastre di ghiaccio, nonostante il calore insopportabile. Erano le 5 del mattino. Ma nonostante questo il ragazzo non sorprese di vedere Bruce seduto sulla sua poltrona di fronte al camino. Fissava con aria assorta le fiamme ardere mentre delle piccole scintille scoppiettavano allegramente.
Dick fece per andarsene, ma si bloccò alla voce di Bruce. -Vi ho messo in pericolo. - mormorò l'uomo senza distogliere lo sguardo dalle fiamme. -Non avrei dovuto trascinarvi insieme a Tim in questo macello. Sareste potuti... - la sua voce si ruppe mentre i suoi occhi cominciavano a luccicare.
Il ragazzo si avvicinò, spostando il viso del miliardario per guardarlo negli occhi. -So che ti preoccupi per noi Bruce, non vogliamo farti stare male, però... è la nostra natura, siamo nati per combattere. - disse sorridendo. -Dopo Jason, io non potrei sopportare la perdita di un altro membro della mia famiglia, non reggerei. - disse Bruce mentre guardava dritto negli occhi del ragazzo. Dick potè constatare che l'uomo aveva degli occhi arrossati e solcati da delle profonde occhiaie, l'espressione corrucciata... lo facevano sembrare molto più vecchio di quello che era. Come se a 38 anni avesse già visto ogni lato della vita, ogni singolo orrore. E in effetti era così.
In quel momento Dick si rese conto che Bruce era un uomo. Un padre che soffriva per la perdita di un figlio, non il cavaliere senza macchia e senza paura che si aggirava per le strade di Gotham. Dick abbracciò Bruce. - Non posso sapere cosa hai passato, perché nessuno può eguagliare la tua forza di volontà con cui affronti gli orrori di questo mondo, cercando di salvarlo, anche quella parte che non lo merita, per questo ti ammiro... - fece una breve pausa. - Papà. - disse sorridendo. Bruce alzò lo sguardo, gli occhi luccicavano, ma di una luce che il ragazzo non vedeva da molto tempo. -Grazie Dick. - rispose. -Ora una buona dormita potrà farti solo del bene. - dichiarò il ragazzo aiutando l'uomo ad alzarsi. Entrambi erano ricoperti di lividi, ma Bruce era quello messo peggio.
Dick dovette allacciare il braccio dell'uomo intorno alle sue spalle per poterlo spostare. Arrivarono di fronte alla grande camera dei Wayne, con un grande letto a baldacchino e un lampadario di vetro che scintillava alla luce lunare, la quale filtrava da una grande finestra posta sulla parete di fronte a loro.
Il ragazzo aiutò Bruce a coricarsi e prima che potesse uscire dalla stanza sentì queste parole. -Sono il padre più fortunato del mondo. - ma quando Dick si girò, Bruce si era già addormentato. Il ragazzo si chiuse silenziosamente la porta alle proprie spalle per poi sprofondare nell'ombra del corridoio. Passò accanto alla camera di Tim.
Il ragazzo si dimenava nel letto, si girava e rigirava. Dick si sentì male nel vedere suo "fratello" in quelle condizioni. Entrò nella sua camera con passo felpato, afferrò i lembi della coperta e cercò di coprirlo, Tim sembrò tranquillizzarsi. Dick stava per uscire, quando sentì della musica provenire dalla finestra spalancata della stanza. Il ragazzo incuriosito si avvicinò: il suono proveniva dal terrazzo della Villa. Uscì dalla finestra aggrappandosi alla statua di un gargoyle che scrutava Gotham con sguardo minaccioso.
Cercò di fare leva sulle braccia per salire, ma fu un grosso errore, un dolore acuto gli immobilizzò la spalla per alcuni istanti. Perse la presa sull'appiglio. Un attimo prima che potesse cadere qualcuno afferrò la sua mano, il ragazzo sollevò lo sguardo e vide il volto di Barbara concentrato a non farlo spiaccicare nel giardino. I suoi occhi erano magnifici, nonostante quel velo di stanchezza che gli annebbiava quel luccichio della giovinezza. -Che avevi intenzione di fare? - domandò lei una volta che, con grande sforzo, riuscì a tirarlo su portandolo sul tetto di Villa Wayne. -Piuttosto tu che ci fai quassù a notte fonda ad ascoltare la musica? - rispose lui, mentre si massaggiava la spalla ancora dolorante.
-Non riesco a dormire. - affermò Barbara. -Ogni volta che mi addormento vedo i suoi grandi occhi gialli che mi scrutano nell'oscurità. - disse mentre il suo sguardo si perdeva tra le stelle. Dick annuì. Capiva perfettamente, ma cercò cambiare argomento. -Cosa ascolti? -. -Oh, non penso che tu conosca questa canzone. - rispose lei. - Si chiama Perfect. - disse con voce sognante. Cominciò a ballare goffamente cercando di mantenere il ritmo della canzone e per poco non inciampò sui suoi passi.
Dick non riuscì a trattenere le risate. Lei lo fulminò con lo sguardo, mentre le sue guance arrossivano. -Non sono mai stata una grande ballerina! - si giustificò mentre cominciava a ridacchiare. Era davvero carina quando rideva, pensò Dick. Alla luce della luna i suoi capelli rossi brillavano. -Me ne sono reso conto Miss Eleganza. - disse. -Sai fare di meglio? - domandò lei sfidandolo. -Al ballo del liceo mi avevano dato il titolo di Re dell'anno. - disse in modo arrogante. -Io non ho partecipato a troppi balli della scuola, mi allenavo per eguagliare Bruce e mio padre. - disse Barbara mentre il suo viso si rabbuiava.
Dick le prese la mano. In quel momento il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. -C'è sempre una prima volta Miss Eleganza. Mi devi ancora quel ballo. - lei sorrise. Dick ascoltò il ritmo della canzone e le parole.
"Dancing in the dark"
Dick la condusse al centro della terrazzo. Barbara sembrava piuttosto imbarazzata, ma circondò il collo del ragazzo con le braccia. -Ora segui i miei passi. - disse Dick mentre sentiva le guance andare in fiamme.
"You between my arms".
Dick circondò la vita della ragazza. Mentre le due figure ballavano sotto un cielo stellato. I loro occhi erano incollati. I loro corpi erano sempre più vicini, abbandonando l'imbarazzo iniziale.
Dick non seppe per quanto avessero ballato su quelle note. 10 secondi o 3 ore. Ma comunque fosse, quegli istanti furono i più belli della sua vita.
Barbara ad un certo punto si fermò. -Sarà meglio tornare giù. - disse mentre sorrideva. Dick avrebbe tanto voluto baciarla. Forza! Era l'occasione perfetta. Cosa aspettava?! Ma esitò. Barbara gli lasciò la mano, le cui dita fino a quell'istante erano rimaste intrecciate intrecciate con quelle di Dick. -Buonanotte. - disse mentre i suoi occhi verde smeraldo abbandonavano quell'alone di tristezza, rivelando la propria luce nella sua forma più pura.
L'ultima cosa che il ragazzo vide furono i capelli della ragazza scomparire tra le scale che conducevano alle stanze da letto. Per la prima volta, Dick si rese conto di essersi innamorato di lei.
You look perfect tonight.
Angolo Autore
Ehi sono tornato belli!😎 Era da un po' che volevo fare un capitolo su Dick e Barbara, perciò eccoci.
Ditemi che ne pensate del capitolo, ho davvero bisogno di consigli😅Detto questo a presto cari lettori😜

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Born For This - The Begin
Random"Poi si rialzò e continuò ad attaccare. Ogni movimento che faceva gli procurava un dolore insopportabile. Ma teneva duro. Doveva proteggere le persone a cui voleva bene. Lo spaventapasseri lo investì con una tempesta di colpi alla schiena e all'addo...