19. Voci e Incubi

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Barbara

Barbara stava ascoltando la musica con le cuffie quando Alfred la chiamò. Era sovrappensiero. Volveva negarlo, ma le parole di Dick le rimbombavano nella testa coprendo le note della musica. – Anche io pensavo che fossi carina… -. Probabilmente ci stava dando troppo peso. Ma forse Dick si era preso una cotta per lei. Lei non sapeva come gestirlo. Insomma quando andava lei a scuola tutti la prendevano in giro perché le piaceva il combattimento mentre le ragazze della sua età pensavano ai trucchi e a comprare il nuovo modello di scarpe.

Lei non era così. Era diversa.

-Signorina Gordon, non mi faccia attendere, è una questione urgente. – gridò Alfred dal corridoio. Lei sbuffò e si tolse le cuffie. Aprì la porta. Il maggiordomo sembrava preoccupato. – Il signorino Drake si è fatto male, è al Gotham General. -. A Barbara non serviva ascoltare altro. Prese il cappotto e scese di corsa le scale.

Quando arrivò all’ingresso trovò Dick. Indossava un giubbotto di pelle e un casco. Lei lo guardò di traverso. Lui rispose all’occhiataccia. – Tim è anche mio fratello. – aggiunse. Poi aprì la porta. –Dopo di lei. – il suo sguardo si addolcì. Barbara uscì. L’aria fredda le riempì i polmoni.

Il ragazzo si diresse verso la motocicletta nera appoggiata sul muro di mattoni di Villa Wayne. Premette un bottone e i fari dalla luce fredda si accesero. La ragazza si fermò. –Non possiamo prendere l’auto? – domandò. – Fa freddo. -.

-Con questo gioiellino facciamo prima. – rispose Dick mentre accarezzava il muso del veicolo come fosse un cucciolo. Salì sopra. – Vuoi restare lì ancora per molto? – chiese. Barbara salì sopra e, mentre si sentiva il volto in fiamme, cinse le braccia intorno al busto del ragazzo.

Il motore della motocicletta rombò. Poi sembrò ringhiare come un lupo prima di attaccare la preda, poi partì. Durante il viaggio non parlarono. Il momento era già imbarazzante di suo. Poco dopo arrivarono davanti al Gotham General. La ragazza si buttò letteralmente nelle porte automatiche. Si diresse a passo svelto verso l’infermiera mentre Dick la seguiva.

-Chiedo scusa, stiamo cercando Tim Drake. È stato ricoverato oggi. -. La ragazza sfogliò i fascicoli che aveva in mano. – Secondo piano stanza 26. – rispose sorridendo. Barbara corse verso l’ascensore mentre Dick sbiascicava un grazie imbarazzato.

Barbara entrò nell’ascensore e premette il bottone: 2. Dick riuscì per un soffio a raggiungerla prima che le porte si chiudessero alle sue spalle. – Barbara si può sapere cos’hai? – sbottò a quel punto. Neanche lei lo sapeva. Le mani si muovevano da sole come automi. Prima che potesse rispondere le porte dell’ascensore si spalancarono rivelando un lungo corridoio affiancato da diverse porte.

19

La mente della giovane cominciò a vagare.

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Una voce fastidiosa rideva nella sua testa, con una nota di euforia. – Sei sempre stata così debole, incapace. -

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Le gambe della ragazza cominciarono a correre da sole.

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Lui probabilmente morirà e tu dov’eri? Non sai proteggere te stessa, come fai a proteggere gli altri.

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D’altronde non sei riuscita neanche a salvare tua madre o sbaglio?

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Il cuore di Barbara martellava forte, lo sentiva alla gola e non respirava. Sudava freddo. Era davvero così? Tim era morto? Non riusciva ad aprire la porta davanti a sé. Tremava come una foglia.

Born For This - The BeginDove le storie prendono vita. Scoprilo ora