18. La Yale Academy

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Tim

-Accidenti ma come si mette questo strumento di tortura? - imprecò Tim. Il ragazzo stava maneggiando goffamente una cravatta color rosso rubino. - Ma a cosa serve poi?! Devo andare in una scuola, non ad un colloquio. -.

-Signorino Drake ne abbiamo già parlato. - gli ricordò Alfred. -L'apparenza è tutto, lei fa parte della famiglia Wayne, non può mettere dei vestiti inappropriati, inoltre questa è la divisa della Yale Accademy. - lo ammonì il maggiordomo.

Prese la cravatta aggrovigliata e la posizionò attorno al collo del ragazzo che si guardava allo specchio, mentre Alfred annodava la cravatta. Tim, anche se non lo aveva dimostrato apertamente, era molto fiero di sé. Durate gli ultimi giorni della vacanze natalizie aveva trascorso le intere giornate a fare ripetizioni con Alfred. Anche se un po' confuse poteva comunque considerarsi "preparato" per il primo anno di scuola liceale.

-Ecco fatto. - annunciò Alfred. Quello che il ragazzo vide allo specchio non era Tim Drake, un'altra persona, un ragazzo dai capelli perfettamente ordinati e lucenti, una camicia bianca e una giacca nera con lo stemma di un piccolo gufo che si appoggiava su un ramo di ulivo. Lo sguardo altezzoso, cercò di cambiarlo ma quei vestiti gli facevano quell'effetto.

Tim e il maggiordomo scesero le scale verso la sala principale. Il ragazzo rischiava di inciampare ad ogni gradino per via dei jeans stretti che gli impedivano qualsiasi movimento, odiava quello strumento di tortura, ma si dovette accontentare.

-Signora e Signori il Signorino Drake è pronto. - annunciò Alfred. Quando Tim scese l'ultimo gradino fu circondato da sguardi sbigottiti. - Che figurino. - commentò Barbara. - Attento alle ragazza vecchio mio, vestito così ti cadranno ai piedi. - disse Dick. Barbara gli diede una gomitata sullo stomaco. - A volte credo che tu sia normale, ma quando fai così mi rimangio tutto. -. -Anche io penso che tu sia carina, poi quando fai così ... -

Probabilmente solo in quel momento Dick si era accorto di quello che aveva detto, perché Tim lo vide quasi esplodere dall'imbarazzo mentre le orecchie diventavano rosse. Barbara si era zittita all'istante e guardava il pavimento con occhi spalancati.

Solo allora Bruce, che fino a quel momento era rimasto in silenzio a sorridere, si alzò. - è ora di andare. - annunciò. Poi afferrò il suo cappotto nero e spalancò il portone principale mostrando un'immensa distesa di neve che ricopriva il parco di Villa Wayne. - Non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola giusto Tim? -.

Il ragazzo rimase in silenzio per lunghi secondi, poi si affrettò a prendere lo zaino e uscire. Rivolse un ultimo sguardo alla sua famiglia. Alfred lo guardava con un sorriso fiero, mentre Barbara alzava i pollici in segno di incoraggiamento.

Poi bè, Dick continuava a battersi la fronte col le mani dandosi silenziosamente dell'idiota. Questo fece sorridere Tim che si chiuse la porta alle spalle. I piedi affondavano nella neve. Bruce gli aprì lo sportello della lamborghini color nero matto: un ottimo modo per passare inosservati.

Durante il viaggio non parlarono. Lo sguardo di Tim si perdeva nelle immagini che scorrevano fuori dal finestrino. Bruce guadava dritto davanti a sé, in assoluto silenzio. Il ragazzo avrebbe voluto dire qualcosa, ma sapeva che Bruce non attraversava un bel periodo per la questione di Jason e voleva rispettare i suoi spazi.

Quando Brian era morto si era chiuso in se stesso e aveva tagliato tutti i rapporti che aveva. Quando l'auto si arrestò davanti ai finestrini si stagliò una statua imponente di un maestoso gufo che spalancava le ali minaccioso. La statua era in bronzo lucente ricoperto dalla neve.

Si trovava in mezzo ad un immenso cortile dove pian piano si riversavano flussi di studenti. Tim si paralizzò. Poi si fece coraggio e aprì lo sportello dell'auto. L'aria fredda e tagliente gli allargò le narici. Gli occhi cominciarono a lacrimare per il freddo.

Born For This - The BeginDove le storie prendono vita. Scoprilo ora