L'imponente bus attraversò con facilità le ampie strade che conducevano all'autostrada, le sue ruote si mossero più veloci non appena rangiuggemo l'ampia carreggiata.
Gli alberi che costeggiavano la corsia scorrevano veloci, succedendosi l'un l'altro.
Le sedute all'interno del bus erano disposte in maniera decisamente insolita.
Un lunga fila di piccoli divanetti, tappezzati di tessuto rosso, percorrevano l'ampio perimetro, fatta eccezione per il lato desto del mezzo.
Sullo stesso lato, posizionato in alto rispetto agli ampi finestrini, vi era un televisore a schermo piatto dalle dimensioni notevoli.
Delle alte pareti sul fondo del bus delimitano l'ambiente del bagno.
Lasciai che il mio corpo si rilassasse completamente contro la seduta in velluto, sollevando la testa verso l'alto e socchiudendo gli occhi , cullata dalla dolce melodia diffusa dagli altoparlanti.
I ragazzi si accomodarono sulle sedute direttamente opposte al televisore, inaugurando un torneo di fifa, al quale prese parte il signor Torpedine, mentre la sua giovane assistente, Alessia, si sedette accanto a me.
Aprii leggermente l'occhio destro, osservandola furtivamente.
L'imponente figura era poco lontana da me, il profilo perfetto e le lunghe gambe le conferivano una certa legalità.
I lunghi capelli color miele erano lasciati morbidi sulle spalle, che ricoprivano avvolgendosi in morbidi spirali.
Aprii gli occhi e cacciai la mano nella borsa, poggiata sul sedile direttamente adiacente al mio.
Controllai i messaggi e le notifiche, e dopo poco li rigettai nella borsa, sbuffando annoiata.
-non ci si fa mai l'abitudine ai viaggi interminabili- mi disse Alessia, non distogliendo lo sguardo dalla rivista che stava leggendo.
Non risposi, semplicemente annuii sorridendole.
Passammo la prima ora del viaggio a parlare del più e del meno, lei mi parlò della sua vita, del suo lavoro e della sua famiglia a Bologna.
Un velo di tristezza mista a nostalgia le appannò gli occhi profondi.
Non amavo parlare di me stessa, ma al contrario, ascoltare gli altri mi faceva sentire bene.
Coglievo i più piccoli particolari nei loro racconti, quelli che potevano sembrare insignificanti e li imprimevo nella memoria, ricreando l'immagine appena descritta con colori vivi e sgargianti.
Vivevo dei piccoli piaceri della vita, assaporavo il piacere dei gesti quotidiani.
Adoravo , ad esempio, far rimbalzare i sassi su un piccolo rusciello poco lontano dall'università, completamente immerso nel verde.
Adoravo viaggiare in autostrada al tramonto, nel periodo primaverile, quando l'aria inizia a riscaldarsi ma non a punto tale da non rabbrividire alla sensazione del vento fresco.
La mia mente viaggiava lontano, ero in Italia, in Cina, in Giappone.
Ovunque la mia mente potesse immaginare di portarmi.
Fui richiamata alla realtà dal dolce suono della voce di Alessia, che mi invitava a seguirla accanto ai ragazzi.
Loro discutevano del torneo che aveva sancito la superiorità di Ignazio.
Mi sedetti accanto a Piero, le nostre ginocchia a contatto mi fecero trasalire, sentii la schiena irrigidirsi e i muscoli del corpo contrarsi.
Lui mi guardò e mi sorrise.
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水|| Il Volo
FanfictionFanfiction su ''Il Volo'' Angela è 水。 In cinese, questo carattere indica l'acqua. Angela è acqua, inarrestabile e imprevedibile, in grado di creare passaggi là dove altri si erano arresi. Angela erode ed entra dentro, è impetuosa e sa far male. A...