Chiusi forte gli occhi non appena sentii il rombo assordante dei motori accesi, stringendo con le mie piccole dita la mano di Ignazio.
Sentii un vuoto allo stomaco non appena le ruote dell'aereo furono sollevate dal suolo, degluitii nervosamente e aprii leggermente gli occhi, guardandomi intorno.
Due grandi occhi color nocciola mi osservavano divertiti, sulla sua bocca comparve un sorriso divertito, e il suo sopracciglio destro si inarcò leggermente.
-va tutto bene- disse con aria divertita.
-oh si certo, sono a diecimila metri da terra rinchiusa in una scatola di ferro, va tutto alla grande, direi- dissi ironicamente.
Gli spazi angusti mi avevano sempre angosciata, l'idea di essere bloccata in quell'aereo senza alcuna via di scampo mi spaventava più dell'idea stessa che fossi a migliaia di metri di altezza.
Un piccola goccia di sudore mi bagnò la fronte mentre mi sporgevo con cautela verso il piccolo finestrino, lanciando un'occhiata furtiva verso il basso.
Trasalii leggermente alla vista delle soffici nuvole bianche, e strinsi più forte la mano di Ignazio.
-datti una calmata o perderò una mano- disse divincolandosi dalla mia presa.
Gli lanciai un'occhiata severa in segno di rimprovero, lasciai andare la sua mano e mi appoggiai contro lo schianale in pelle, rilassandomi.
-Peggio di essere bloccata in un aereo a diecimila metri da terra, è essere bloccata in un aereo,a diecimila metri da terra, con te- pronunciai con maggiore enfasi le ultime due parole, affinché potesse sentirmi nonostante non mi stesse prestando molta attenzione.
Si voltò di scatto sorridendomi.
Si avvicinò lentamente al mio viso, scostando alcune ciocche ribelli dietro l'orecchio.
Sentivo il suo respiro sul mio corpo, la pelle irrigidirsi al tocco delle sue labbra calde e piene, lasciando un piccolo bacio umido là dove la mascella incontra il collo.
-questa me la paghi- mi sussurrò in fine.
Non riuscii a contenere l'imbarazzo, che divenne evidente quando le mie gote si colorarono di rosso vivo.
-fai tanto la dura, ma non mi resisti- disse sicuro di sé.
-non c'è nulla a cui resistere- dissi con tono malizioso.
Rise divertito alla mia risposta, voltandosi verso di me e poggiando una mano sulla mia gamba destra.
-non ti azzardare- lo minacciai ridendo, e lui rimosse con riluttanza la mano.
-ieri non ti è dispiaciuto però-
lo guardai interrogativo, non avendo ben compreso a cosa alludesse.
Si sporse verso di me, avvicinandosi al mio orecchio, mentre il mio sguaro rimase immobile, fissando un punto indefinito davanti a me.
-non ti è dispiaciuto quando ho poggiato le mie labbra sulle tue- disse in un sospiro.
-io non ne sarei così sicura- risposi ironica.
-e non ti dispiace quanto faccio questo..- sospirò, per poi avvivinarsi al mio collo nudo.
Si inumidì il labbro inferiore prima di poggiare le sue labbra sulla mia pelle chiara e iniziare a succhiare leggermente.
Il contatto mi fece trasalire, sentivo il sangue risalire verso la superficie, e un piccolo gemito di dolore uscì dalla mia bocca quando aprì leggermente la bocca, richiundedola dopo poco e stringendo forte la pelle tra i suoi denti.
Inumidì con la lingua il punto sensibile e vi lasciò una scia di baci umidi, per poi ritrarsi, soddisfatto del proprio lavoro.
Il suoi modi di fare mi lasciavano sempre pietrificata, la mia sicurezza vacillava di fronte i suoi atteggiamenti che rivelano una certa superbia e sicurezza di sé.
-sarà il nostro piccolo segreto- sussurrò, prima che mi scostasse la ciocca sulla spalla, in modo da nascondere il grande segno violaceo.
-sei un idiota- dissi sorridendo.
-lo so, sono un idiota perché tra migliaia di ragazze ho scelto quella che non mi guarderà mai- il suo sguardo si perse nel vuoto.
Non replicai, mi lasciai semplicemente cullare dal suono dei miei pensieri.
Il viaggio sarebbe durato all'incirca tre ore, l'arrivo a Shangai era previsto per l'una esatta.
Mi risvegliai quando mancava poco meno di una decina di minuti all'atterraggio, la mia testa era poggiata sopra la spalla possente di Ignazio, il quale mi scrutava dall'alto.
Osservai a lungo i suoi occhi dolci ed innocenti, sentii uno strano calore diffondersi nel corpo, mi sentivo stranamente bene, lì tra le sue braccia.
Ignazio era uno di quei ragazzi che, per quanto mi sforzassi di inquadrare e capire, finiva solo per incasinarmi il cervello...e il cuore.
Non poteva essere definito, nessun aggettivo sembrava essere adatto a lui, un momento prima era il ragazzo più dolce del mondo, ed un momento dopo i suoi occhi trasmettevano tutta la malizia di questo mondo, e Dio, mi faceva impazzire.
Sono sempre stata una ragazza pragmatica e analitica, il mio atteggiamento nei confronti del mondo mi portava ad attuare una continua analisi di ciò che mi circonda, al fine di inquadrare la realtà in rigidi schemi ben specifici, ma lui...lui era la mia più grande sconfitta.
Ogni volta che sembravo essere giunta ad un qualsiasi tipo di soluzione, la vedevo svanire tra le mie mani, era come provare ad afferrare il fumo a mani nude, impossibile e stancante.
Ma io di lui non mi sarei mai stancata, mai.
*
Ennesimo hotel, ennesima stanza, ennesima città diversa.
Pochi minuti per una rinfrescata, pranzo al volo e poi di corsa allo studio di registrazione.
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水|| Il Volo
FanfictionFanfiction su ''Il Volo'' Angela è 水。 In cinese, questo carattere indica l'acqua. Angela è acqua, inarrestabile e imprevedibile, in grado di creare passaggi là dove altri si erano arresi. Angela erode ed entra dentro, è impetuosa e sa far male. A...