朦胧

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Salii lentamente gli antichi gradini in legno,  che cigolarono leggermente.

Entrai a passo deciso sull'immenso palco, sul cui fondo era posizionata l'imponente orchestra di 100 elementi.

Gli ottoni scintillavano sotto le luci dei riflettori, i violini con i lunghi archi erano già pronti sulle spalle dei loro musicisti,  i flauti in argento attendevano solo il colpo di bacchetta del maestro, che avrebbe dato il via al concerto.

Mi posizionai al centro del parco, ricercando con lo sguardo la "x" che indicava il punto esatto dove avrei dovuto fermarmi.

Il mio abito rosso ondeggiava leggermente sopra i miei fianchi, che oscillavano leggermente ad ogni passo.

Mi voltai verso il pubblico e fui accecata dalla luce dei riflettori.

Necessitai di alcuni secondi prima di riuscire a mettere a fuoco l'immensa platea gremita di ospiti illustri.

Riconobbi alcune personalità politiche e alcuni personaggi pubblici di una certa importanza,  i continui flash dei fotografi mi disorientarono inizialmente,  ma mi ricomposi dopo poco.

Recitai a memoria la presentazione dei ragazzi, intercalando l'esposizione con dolci sorrisi rivolti al pubblico.

-signore e signori,  Il Volo- annunciai in fine, sollevando il braccio verso destra, indicando il punto da dove sarebbero usciti i ragazzi, i quali furono accolti da un fragoroso applauso.

Sorrisi ai tre giovani tenori che ricambiarono il mio saluto, e mi mossi veloce verso l'uscita sulla sinistra.

Il maestro agitò la lunga bacchetta bianca, e i violini diedero inzio al concerto.

Osservai l'intera esibizione con grande emozione, effettivamente era la prima volta che li sentivo cantare dal vivo in maniera ufficiale.

Le loro voci si univano e si intrecciavano, disegnando magnifici arabeschi danzanti che si libravano leggeri e raggiungevano ogni angolo dell'ampia stanza.

Sentivo ogni nota rimbombarmi nel petto, il cuore battere forte e le ginocchia tremare, le emozioni ribollire nello stomaco fino a star male.

Al termine del concerto, l'uscita dei ragazzi fu accompagnata da una lunga standing ovation, alla quale mi unii orgogliosa.

Raggiunsi i ragazzi dietro le quinte, e mi poggiai contro un grande tavolo in legno, a braccia conserte, osservando i tre sommersi da una marea di persone, tutte desiderose di congratularsi.

-Il ministro degli esteri, quale onore-  disse il signor Torpedine.

-La moglie del ministro-

-Il signor Wang, è un piacere-

-È radiosa questa sera, complimenti-

Il backstage fu invaso da fotografi e giornalisti, desiderosi di strappare loro qualche scatto inedito.

Strette di mano, complimenti e saluti cortesi scandirono il corso del tempo.

Alzai lo sguardo verso Ignazio, e lo sorpresi a guardarmi.

Si congedò da un anziano signore e si avvicinò sorridente.

-Sei stata brava- mi sussurrò,  lasciandomi un bacio umido sulla guancia.

-Anche voi non siete stati male- risposi sorridendo.

-Forse dovrei augurarti la buona fortuna più spesso, sembra funzioni- disse ammiccando.

-Forse dovrei fare lo stesso- conclusi.

Un lampo di luce ci investi, sentimmo un click, seguito da un suono meccanico.

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