Le mie gambe si mossero velocemente verso la fonte del ticchettio, poggiai la mano sulla maniglia dorata e applicai pressione verso il basso.
Sentii uno scatto, e aprii lentamente la porta.
Sembrava non ci fosse nessuno, e sbuffai irritata.
Varcai la soglia, rivolgendo lo sguardo prima a sinistra e poi a destra e, con mia grande sorpresa, ritrovai l'imponente ragazzo riccioluto appoggiato contro il muro, al lato della porta.
Aveva le braccia conserte, le gambe incrociate e un ciuffo ribelle gli coprira la fronte, ricadendogli sull'occhio destro.
La t-shirt bianca aderiva perfettamente al suo petto tonico, che si alzava e abbassava ritmicamente.
-Ho perso un battito- gli dissi, provando a regolizzare il respiro, dopo lo spavento.
Gli rivolsi uno sguardo interrogativo, ma non aprì bocca, semplicemente, mi guardava malizioso.
Rientrai in camera, lasciando la porta aperta, affinché entrasse.
Entrò con passo sicuro, osservando ogni minimo particolare.
-È una casino, qui- concluse.
-Sì, in effetti- mi voltai e fissai i miei occhi nei suoi.
-C'è qualcosa che non va?- domandai.
-No-
Giocherellava con il suo cellulare, senza realmente avere uno scopo.
Era come se avesse qualcosa da nascondere, qualcosa che lo rendeva vulnerabile e che tentava di nascodere agli altri, e principalmente a se stesso.
-Non lo so, stavo solo pensando- aggiunse cauto.
-a cosa?- domadai, infilando le mie vans.
-ad oggi- fece una pausa e congiunse le mani.
-voglio fare qualcosa per i bambini, voglio aiutare i monaci del monastero-
Lo guardai sorpresa, non immaginavo avesse significato tanto per lui.
-Non credo tu possa fare molto. Potresti parlare del monastero, sensibilizzare un po' la comunità cinese..ma hai altro a cui pensare, al momento-
Apprezzavo le sue intenzioni, ma la sua agenda era fitta di impegni per il prossimo mese, e non volevo che i suoi piani fossero rimandati a causa di un'idea che, in fin dei conti, gli avevo inculcato io.
Si mosse veloce verso il mio letto, e si lasciò sprofondare nel morbido materasso.
-ho fatto una donazione- esordì lui.
Esitai un minuto, non ero del tutto sicura delle sue intenzioni.
Perché lo aveva fatto? Qual era il suo scopo?
La mia indole diffidente mi portava a dubitare della bontà altrui; come se fossi l'unica persona sulla faccia della terra che ancora sembrava aver a cuore gli altri.
Ma non era così, e lui ne era la prova.
Provai uno strano calore nascermi nel ventre, per poi diffondersi in ogni singola molecola del mio corpo.
-so che avrei dovuto parlartene prima, ma non ci ho pensato e..-
-non devi darmi spiegazioni, hai fatto una cosa bellissima- gli dissi, rivolgendogli un sorriso rassicurante.Mi mossi verso di lui e mi sedetti poco lontano, osservai la sua figura stesa con la coda dell'occhio.
I suoi occhi sembravano fissare un punto indefinito del soffitto, immerso nei suoi pensieri, ed invulnerabile all'azione dei tempo, che sembrò rallentare, fino ad arrestarsi completamente.
Pensai che il mondo dovesse essersi fermato, tutto era immobile, con le orecchie tese ad ascoltare i pensieri del giovane dal cuore a chitarra.
Rimasi lì, con gli occhi puntati nei suoi, osservando il lento e ritmico movimento del torace che si alzava e abbassava, unico indizio della nostra reale esistenza.
In quel momento, per quanto ne sapevo, avremmo potuto benissimo essere in qualche luogo strappato all'azione dello spazio e del tempo, solo io e lui.
Sentivo il cuore tamburellare forte contro la gabbia toracica.
Mi scrollai di dosso le emozioni del momento, e il mio sguardo percorse velocemente tutto il suo corpo, verso il basso, per poi risalire velocemente e arrestarsi sul braccio destro, sul quale spiccava un tatuaggio.
Rappresentava una delle metà che compongono il Dao , esattamente era lo yang, principio positivo e maschile.
Era uno dei principi alla base del pensiero filosofico cinese, e attirò fortemente la mia attenzione.
-l'altra metà? - chiesti, strappandolo ai suoi pensieri e riportandolo sulla terra.
Mi guardò interrogativo.
-del tatuaggio intendo, ce l'ha la tua ragazza? -
-no- sorrise-ah-
-ce l'ha mia sorella- si affrettò a chiarire - e poi non ce l'ho la ragazza-Seguì una lunga pausa
-a che pensavi? - gli chiesi curiosa.
-non lo so-
-non lo sai?-
-no, a volte mi capita di assentarmi, sento la testa che gira e centinaia di pensieri mi invadono la mente ma se dovessi dirti con esattezza a cosa penso, non saprei dirtelo...probabilmente al caso- aggiunse, in fine.-al caso?- mi avvicinai di più.
Mi lanciò un'occhiata, fissando i suoi occhi nei miei.
-tu ci credi al Destino? Voglio dire...siamo vittime del caso? I momenti tristi, sono fini a se stessi, o la vita ce li sottopone perché ha in serbo per noi qualcosa di meglio?
A me piace pensarla così, mi dà speranza.-
-Perché sei triste?- chiesi debolmente.Sembrò piuttosto sorpreso dalla mia domanda, come se fosse l'ultima cose che si aspettasse.
-non sono triste-
-le persone felici non si fanno queste domande-
-e che ne sai tu? -
-lo so perché me lo chiedo anche io- tagliai corto.Portò le braccia dietro la testa e distolse lo sguardo da me, fissando nuovamente il soffitto.
-non lo so, credo che a volte vivremmo meglio evitandole, domande del genere- sospirò lui.
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水|| Il Volo
ФанфикFanfiction su ''Il Volo'' Angela è 水。 In cinese, questo carattere indica l'acqua. Angela è acqua, inarrestabile e imprevedibile, in grado di creare passaggi là dove altri si erano arresi. Angela erode ed entra dentro, è impetuosa e sa far male. A...