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Lo studio televisivo era accogliente e intimo, i divanetti erano sistemati attorno ad un tavolino centrale in legno scuro, sul quale erano poggiate delle tazze con inciso "Good morning China".

L'ambiente era familiare e caldo, mi ritrovai perfettamente a mio agio sotto le luci dei riflettori, nessuna esitazione nelle traduzioni.

L'intervista durò all'incirca due ore, le quali passarono piuttosto velocemente.

La prima parte dell'intervista fu più tecnica, svolta dalla giovane intervistatrice, la seconda parte, invece, fu dedicata alle domande dei fan.

La stanza era gremita di giovane ragazze cinesi dai lunghi capelli neri, piuttosto elettrizzate.

Un giovane cameraman si diresse tra il pubblico in cerca di fan temerarie che avessero voglia di domandare ai ragazzi qualsiasi cosa passasse loro per la mente.

Furono principalmente domande sulla loro vita privata, piuttosto che sul loro lavoro di cantanti, ma era comprensibile, dato che le fan presenti in sala erano per lo più ragazzine.

Nonostante il fastidio di alcune domande realmente troppo personali, restai professionale e tradussi parola per parola nel modo migliore possibile, senza alterare la domanda originale.

Ai ragazzi fu chiesto più volte di cantare e di improvvisare qualche pezzo a cappella, e come al solito, se la cavarono alla grande, forti della consapevolezza di essere amati da ogni singola persona in quella stanza, me compresa.

La loro forza era la loro spontaneità, il loro atteggiamento umile e divertente, la fama non li aveva cambiati.

Al termine dell'intervista i ragazzi furono trattenuti qualche minuto per dei veloci scatti con le loro numerose fan dagli occhi a mandorla, mentre io nel frattempo mi recai nei camerini.

Mi cambiai velocemente indossando abiti più comodi, e attesi l'arrivo dei ragazzi.

Dopo una decina di minuti rientrarono nei camerini, sorridenti e soddisfatti per la grande affluenza di fan che al momento assediavano l'ingresso principale della sede televisiva.

Si cambiarono velocemente e fummo condotti verso un'uscita secondaria, dove trovammo ad attenderci il van nero.

Salimmo velocemente e sfrecciammo verso l'albergo.

Ci recammo nel ristorante per pranzare tutti insieme,  e riuscii ad evitare che Ignazio notasse il mio finto disinteresse nei suoi confronti per la maggior parte del tempo, fin quando evitai deliberatamente di sedermi accanto a lui.

Mi accomodai, invece, tra Piero ed Alessia.

Mi voltai verso Piero, cercando il suo sguardo.

Guardai un punto indefinito nel vuoto, gli occhi neri fissi ed immobili, picchiettava freneticamente le dita sullo schermo nero del suo Iphone e sembrava poco interessato a ciò che gli accadeva intorno.

-va tutto bene?- domandai stranita.

-direi che non potrebbe andare meglio- mi sorrise

-allora perché tremi?- forse avrei dovuto semplicemente lasciar perdere e rispettare la sua privacy, ma la curiosità era il comune denominatore di ogni mia azione.

-oggi incidiamo un inedito, è il primo pezzo scritto e musicato per intero da me, Gianluca ed Ignazio- disse voltandosi verso di me e sorridendomi.

-E' il primo che produciamo noi per interno, è tutto frutto del nostro sudore e non so cos aspettarmi, temo soprattutto la reazione dei fan..ma ora mi sento un artista completo- continuò dopo poco.

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