世界

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Dopo pranzo ebbi la possibilità di darmi una rinfrescata e di rifare il trucco, in vista della prima intervista ufficiale dei ragazzi.

Mi fu assegnata una stanza singola al secondo piano, non molto lontana da quelle dei ragazzi che, molto cortesemente,  si offrirono di farmi strada.

Li seguii lungo la stretta scalinata che portava al secondo piano.

I grandini erano rivestiti di moquette rossa, e sulle pareti erano presenti diversi quadri rappresentanti la natura o alcuni degli insegnamenti delle più importanti

scuole filosofiche cinesi.

Mi fermai improvvisamente, alla vista di una piccola tela incorniciata,  che ritraeva i caratteri del "无为", uno dei capisaldi del taoismo.

La pennellata nera apparriva intensa e decisa, lo sfondo avorio appariva piuttosto malcioncio.

-"Non fare nulla e non vi sarà nulla che non sarà governato"- esordì Piero, interrompendo i miei pensieri .

Mi voltai e gli sorrisi

-Siete pieni di sorprese,  voi altri- ammisi sorpresa.

-Oltre alla voce e alla bellazza abbiamo anche un cervello- aggiunse Ignazio scherzando.

-Non avevo dubbi- conclusi ironica.

Giunti davanti alla stanza n102 i ragazzi si congedarono e si ritirarono nelle loro stanze.

La mia camera era piuttosto spaziosa, vi era un grande letto matrimoniale, ricoperto da un piumone color rosso pompeano, in perfetto abbinamento con il resto della stanza.

Spiccavamo i colori caldi, che mi illudevano di poter trovar pace nel mio animo in guerra.

Un grande televisore al plasma si trovava sulla parete opposta a quella del letto, al di sotto, vi erano una grande scrivania con una poltrona.

Poggiai la borsa e corsi in bagno, aprii il rubinetto e lasciai che l'acqua scorresse per un po', prima di inumidire le mani che passai poi sul volto caldo.

Mi guardai allo specchio per qualche secondo, e poi richiusi la porta alle mie spalle.

Estrassi le sigarette dalla borsa e la mia clipper nera.

Fuori, il tempo stava cambiando.

Accade così in Cina.

Il tempo passa veloce e una giornata di sole si conclude con piogge torrenziali.

Amavo anche questo,  il suo essere imprevedibile.

Aspirai a fondo l'aria carica di novità e pioggia, portai la sigaretta alla bocca e l'accessi.

Ispirai forte, e sentii il fumo carico di catrame e nicotina corrermi giù la gola, bruciare forte, e giungere nei polmoni.

Trattenni il fiato per qualche secondo, e poi buttai fuori dal naso.

-Passiamo metà della vita a ucciderci e l'altra metà a curarci- disse un voce poco distante.

Affacciato al balcone, a pochi metri di distanza, c'era Ignazio.

-Me ne preoccuperò tra una ventina d'anni,  allora- risposi.

Accennò un sorriso e si voltò verso di me.

-Ti facevo più tosta- rise provocandomi.

-L'unico modo per resistere alle tentazioni è cedergli- replicai io, lanciandogli uno sguardo di sfida.

-Direi che te la cavi bene, allora- concluse.

La prima goccia di pioggia della giornata cadde sul mio volto, rigandomi una guancia.

-Era ora- sospirai .

Mi guardò interrogativo.

Spensi la sigaretta sul bordo della ringhiera e rientrai.

Afferrai la giacca e la borsa,  aprii la porta e ritrovai l'imponente figura di Ignazio appoggiata al muro, gambe incrociate e braccia conserte.

-incredibilmente sexy- pensai.

Mi lanciò uno sguardo ammonitore.

-Dove vai?-
-in giro-
-ma piove-
-sembra di si-
-vengo con te- concluse.

Lo guardi perplessa,  ma infine acconsentii, e insieme ci avviammo verso la hall dell'albergo.

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