Parte 11: Alnilam Lake

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SPAZIO AUTRICE

Cari lettori,
come state? Ci tengo a ringraziarvi con tutto il cuore perché The Blue Lady ha raggiunto 1K di views. Sono così contenta che la mia storia vi stia piacendo, ma bando alle ciance! Ecco l'undicesima parte.
A presto.

Liv

Helen

Dopo la notte nella caverna tornai per nemmeno mezza giornata a Forks per controllare che Luke e Ness stessero bene. Non potevo indugiare, Karen aveva avuto un attacco di cuore dopo aver ricevuto la visita dello spirito di Sirio che io stessa avevo invocato. Mi chiedevo se l'infarto di Karen fosse il prezzo da pagare per aver infranto le leggi magiche più antiche riguardanti il richiamare i morti dall'oltretomba; mi sentivo in colpa, eppure sapevo che Karen non avrebbe avuto pace se non lo avesse rivisto e, in ogni caso, era giunto il momento che io ascendessi al trono. Il trono, mi ero preparata per quel ruolo da tempo e ormai anche io sapevo di essere pronta.

Mi diressi a Khalstores da sola, non volli nemmeno Jake, dovevo sistemare prima un paio di cose. I Cullen erano molto preoccupati per me, anche se Carlisle non poteva fare a meno di esternare la sua curiosità riguardo il potere di richiamare i morti dall'Oltretomba e, per l'ennesima volta, promisi che avremmo discusso di questo e di altre cose.

Arrivai a Khalstores che era già calato il tramonto e, prima di andare da Karen, il dottore volle parlarmi. Per la prima volta, ricevetti qualcuno nella sala del trono. Indossavo ancora gli abiti casual che indossavo a Forks, così chiesi a un'ancella di portarmi una tunica blu chiaro semplice, non avevo tempo di mettermi in ghingheri.

"Mia Signora." - mi disse una guardia quando mi sedetti sul seggio regale.

"Non sono ancora la Dama Blu." - risposi.

"Solo la Signora siede sul Trono di Cobalto. Il dottore è qui."

"Fatelo entrare."

Il dottore era parte della Cerchia dei Druidi e dei Bardi, il migliore della nostra tribù.

"Signora."

"Gran Bardo." - dissi facendo segno di cominciare a parlare.

"Le condizioni di Vostra Madre non sono buone. Il suo infarto è stato estremamente grave, e lei è debole e provata. Non sopravviverà alla notte temo."

Beh non che non lo sapessi, solo che era... troppo presto.

"Capisco." risposi pietrificata.

"Voglio che Sappiate che ho fatto il possibile. Ora, Ascoltatemi, la Dama è debolissima, non la fate stancare troppo."

"Certamente. Grazie Gran Bardo, ora lasciatemi sola."

Si inchinò ed uscì e io mi smaterializzai davanti alla porta della camera da letto di Karen, stavo per entrare quando uscì Lucius, il compagno.

"Madama" - disse inchinandosi per protocollo - "Helen" - proseguì prendendo solo ora licenza di abbracciarmi, fino a poco tempo fa era il contrario...

"Come sta, Lucius?"

"Se ne sta andando, mia cara. Purtroppo, è estremamente debole."

"Dio..."

"Non sentirti in colpa, hai fatto ciò che dovevi. Ora va', ti sta aspettando."

"Tu come stai?"

"L'ho sempre amata, Helen cara, lei è stata la mia compagna per oltre duemilacinquecento anni. L'ho amata molto, pur sapendo di non poter eguagliare l'amore che lei ha provato per Sirio, eppure non ho mai smesso di amarla, e anche lei mi ha amato, solo non quanto Sirio. Ma ora non perdere tempo con me, vai." - mi diede una benedizione e andò via asciugandosi gli occhi colmi di lacrime.

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