Capitolo 2

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Arriva al piano, riesce a trovare la stanza, si cambia assieme ad altri cinque ragazzi e aspettano che qualcuno venga a chiamarli. Arriva un ragazzo alto e di colore. "Benvenuti, io sono Boyd e vi accompagnerò da quello che, nelle prossime settimane, sarà il vostro responsabile."

Stiles si guarda attorno durante tutto il tragitto cercando punti di riferimento per non perdersi in quell'immenso ospedale. Si blocca quando tutti il gruppo si ferma e si alza in punta di piedi per poter vedere chi è il dottore che sta per presentarsi. "Oggi comincerete in medicina d'urgenza. Sono il dottor Hale e, per i prossimi giorni, sarò il vostro responsabile dopo di che passerete sotto la supervisone di Boyd."

Stiles spalanca gli occhi: porco cazzo, è proprio sfigato! Davanti a se si trova l'uomo con cui si è scontrato quella mattina: il camice bianco e la maglia azzurra sotto fanno risaltare ancora di più il verde dei suoi occhi. "Imparerò i vostri nomi solo se ne varrà la pena, seguitemi" continua cominciando a camminare velocemente. "Per il primo giorno voglio che vi limitiate a guardare: voglio valutare la vostra preparazione. Poi, se riterrò opportuno, comincerò a farvi fare piccole medicazioni. Proseguendo si vedrà. Non accetto obiezioni, quello che dico è legge e così si deve fare."

Stiles sente un brivido percorrergli la schiena a quelle parole ma cerca di controllarsi: non è il momento di fare pensieri poco casti sul suo responsabile. Seguono il dottor Hale tutta la mattina, Stiles risponde correttamente a tutte le domande che gli vengono poste ma non sembra essere riuscito a impressionarlo. Pranza velocemente nel parco dell'ospedale mentre racconta a Scott l'incidente dalla mattinata. Sta per rientrare quando vede il dottor Hale seduto su una panchina e Stiles gli si avvicina. "Dottor Hale" lo chiama.

L'uomo alza lo sguardo dal telefono e lo guarda esortandolo solo con quello a continuare. "Mi dispiace davvero per la camicia e insisto per fargliela lavare."

"Non voglio leccaculo..."

"Stilinski. Ma può chiamarmi Stiles, lo preferirei in realtà."

"Come le dicevo, non voglio leccaculo ma solo gente in gamba. Lei lo è, Stilinski?"

"Posso darle tutte le gambe che vuole" risponde Stiles rendendosi conto del pessimo uso di parole che ha fatto subito dopo. "In senso figurato, ovviamente" ritratta per poi fuggire all'interno perdendosi così il piccolo sorriso nato sulle labbra del dottor Hale.

La giornata finisce tranquillamente, Stiles sta per dirigersi verso lo spogliatoio quando viene fermato. "Stilinski."

Stiles si gira verso l'uomo. "Sì?"

"Può fermarsi ancora un po'?"

Stiles non guarda nemmeno l'orario. "Certamente."

Segue il medico fino ad una sala visita dove entrano: seduto sul lettino c'è un bambino con un grosso taglio sulla fronte. "Generalmente se ne occuperebbe un pediatra ma è già andato a casa quindi ci penso io. Ma non sono molto abituato a ricucire bambini... coscienti."

Stiles capisce immediatamente dove vuole andare a parare il dottor Hale quindi sfodera il suo miglior sorriso e si avvicina al bambino. "Ehi, campione, ciao. Io sono Stiles e tu come ti chiami?"

"Matt."

"È un bellissimo nome. Cosa ti è successo?"

"Correvo con il pallone e sono caduto. Mi fa tanto male" piagnucola.

Stiles guarda l'altro per chiedergli silenziosamente il permesso di continuare ricevendo in cambio un gesto di assenso. "Posso vedere?"

"Mi farai male?"

ER - Compagni in prima linea | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora