Capitolo 15

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Derek è stanco, davvero stanco. Sono passate tre settimane da quella mattina eppure gli sembra successo tutto una vita fa: Stiles gli manca, ormai lo incrocia solo per i corridoi dell'ospedale e non poterlo stringere e baciare sta diventando una sofferenza anche fisica. Talia e le sue sorelle sono tornate a Beacon Hills; la guerra del silenzio indetta da Grace continua mentre Freddie non fa altro che chiedergli quando Stiles tornerà a giocare con loro. È esausto, stremato e l'unica persona che potrebbe dargli sollievo è... proprio davanti a lui. Guarda l'ora, sono quasi le otto, e Stiles dovrebbe essere a casa da un pezzo. Derek non resiste e gli si avvicina. "Non dovresti essere qui."

Stiles sorride appena. "Nemmeno tu, dottor Hale."

Derek allunga la mano sulla maniglia della porta che si trova dietro a Stiles, la apre e spinge dentro il ragazzo chiudendola a chiave. Lo stringe forte e lo bacia con bisogno, lo stesso che sente nell'altro. "Mi manchi così tanto" sussurra, le fronti a contatto.

"Anche tu. Come vanno le cose?"

"Freddie non fa altro che chiedere di te" risponde con un sorriso.

"Grace?"

"Si è chiusa in un mutismo ostinato. Parla solo quando suo fratello ti nomina."

"E immagino non siano parole gentili."

"Mi dispiace."

Stiles gli accarezza la guancia. "Posso fare qualcosa per aiutarti?"

"Abbracciarmi."

Restano abbracciati per minuti interi. "Mi manca tutto di te. Il tuo odore, il tuo sapore, le tue carezze e i tuoi baci" gli sussurra Derek all'orecchio.

Una mano di Stiles corre fino all'elastico dei pantaloni di Derek. "Vuoi...?"

Derek gliela prende, se la porta alla bocca e gli bacia il polso. "No, non qui. Non così. Non dopo aver passato la notte assieme."

"Potrebbe volerci ancora del tempo."

"Aspetterò."

Stiles sorride. "Possiamo restare qui ancora per un po' ugualmente?"

"Il mio turno è finito dieci minuti fa e fino a domattina qui non entrerà nessuno."

"Idiota! A casa ti staranno aspettando."

"Dettagli" dice prima di tornare a baciarlo.

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Stiles è distrutto: non dorme da qualcosa come 36 ore, è stato bocciato all'esame di quella mattina e ha discusso con Scott per via di Derek. Sa che l'amico è preoccupato per lui ma non può permettersi di giudicarlo senza nemmeno conoscerlo. Derek sta facendo del suo meglio e non può biasimarlo se ha deciso di allontanarlo mentre tenta di risolvere la situazione con Grace.

"E se Grace gli avesse chiesto di scegliere?"

"Pensi che non ci abbia pensato? Che non abbia il terrore che decida di chiudere con me per non perdere la figlia?"

"E allora chiediglielo, digli di prendere una posizione. Ormai è passato quasi un mese e ancora non vi parlate se non di sfuggita nei corridoi dell'ospedale e tu ci stai male."

"Non posso farlo."

"Perché sceglierebbe lei, se non l'ha già fatto."

Stiles se ne era andato sbattendo la porta.

Sta seguendo l'otorino per le visite giornaliere quando Derek gli passa a fianco. Stiles sorride alzando la mano ma Derek lo ignora passando oltre. Stiles si sente gelare, le parole di Scott tornano prepotentemente alla sua mente e comincia a sentire l'aria raggiungere a fatica i polmoni. Più le ore passano e peggio Stiles si sente fino a perdere i sensi negli spogliatoi.

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Quando il suo cercapersone suona, Derek è ancora a telefono con Grace: stanno discutendo da quasi venti minuti perché sua figlia vuole dormire da un'amica quel fine settimana e lui è disposto a darle l'okay solo se avesse accettato di pranzare con lui e Stiles. Grace è stata irremovibile e Derek ha dovuto chiudere la chiamata rimandando la discussione a quella sera.

"Erica che succede?"

"Stiles. Lo hanno trovato svenuto negli spogliatoi. Lo hanno già soccorso ma immagino tu volessi saperlo."

"Che stanza?"

"La 2."

Derek non vuole sapere altro: si precipita nella stanza con l'unico bisogno di assicurarsi che Stiles stia bene. Appena entra si accorge che, per fortuna, la camera è vuota. Chiude a chiave la porta e si avvicina al letto: Stiles gli dà le spalle, rannicchiato su se stesso. Prende la cartella e legge attentamente il referto dove c'è scritto che, probabilmente, è stato solo un crollo nervoso. Si siede al suo fianco e gli appoggia una mano sulla spalla. "Ehi, ragazzino."

Stiles singhiozza e Derek manda a quel paese la ragione: si stende sul lettino e lo abbraccia, stringendolo. "Va tutto bene" gli sussurra come una cantilena fino a quando il ragazzo non si calma. "Ti giri?"

Stiles scuote la testa.

"Non mi fai vedere i tuoi bellissimi occhi?"

Stiles gira appena la testa guardandolo da sopra la spalla.

Derek sorride. "Mi hai fatto spaventare, sai? Cos'è successo?"

"Non lo so."

Derek si puntella su un gomito e gli prende il mento tra le dita. "Mi stai mentendo."

Stiles si gira finalmente verso di lui e Derek si trova ad osservarlo: è dimagrito dall'ultima volta che lo ha potuto vedere da vicino, lo sguardo sembra spento e stanco e il bianco di quel letto d'ospedale non gli si addice per nulla. In quel momento Derek vorrebbe solo portarlo via da lì, portarselo a casa e non permettere a nessuno di fargli del male. "Ti amo" gli sussurra.

Stiles spalanca gli occhi, le guance si tingono leggermente di rosso. "Tu cosa?"

Derek sorride accarezzandogli la guancia. "Ti amo."

Stiles comincia di nuovo a piangere e Derek resta spiazzato da quella reazione. "Ho-ho detto qualcosa di sbagliato?"

Stiles scuote la testa. "Sono così idiota. Scott ha detto quelle cose e oggi mi hai ignorato e io ho pensato che non volessi più stare con me."

"Perché non dovrei più volerlo?"

"Perché Grace è più importante. E se dovesse chiederti di scegliere tra noi due tu..."

Derek lo zittisce non volendo che continui quella frase. "Non succederà. Risolverò questa situazione e staremo assieme, te lo prometto."

Stiles si lascia stringere. "È che ti amo anche io e pensare di dover fare a meno di te, ora che so come possiamo stare bene insieme, io-io non ce la faccio."

"Lo so, lo capisco. Ero a telefono con Grace prima, sto cercando di convincerla a darti una possibilità."

"E?"

"Ci riuscirò."

Stiles sorride tirando su con il naso. "Ci conto."

"Ora cosa ne dici se ti rivesti e ti porto al campus?"

"Sì, ho davvero bisogno di dormire."

"Va bene. E domani non presentarti, hai il giorno libero."

"Ma..."

"Niente ma. Decido io."

"Mi piaci così autoritario" dice baciandolo.  

ER - Compagni in prima linea | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora