Capitolo 3

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"Sì, papà, l'esame è andato bene. E, ora, credo dormirò fino a domani."

"Come sta andando il tirocinio?"

"Bene, davvero bene. Mi piace medicina d'urgenza e il dottor Hale è in gamba e molto giovane per il ruolo che copre."

"Qualcuno si è preso una cotta?"

"Papà" urla Stiles. "Non parlerò di queste cose con te. E, comunque, l'ho visto in compagnia di un'infermiera e di una ragazza, quindi non può essere interessato a me. Ma ho intenzione di imparare il più possibile da lui. E comprargli una camicia nuova."

"Non credo di voler sapere cos'hai combinato con la sua camicia."

"Due."

"Deve essere davvero una brava persona per averti lasciato incolume."

Stiles ridacchia. "Sì, lo è."

"Forza, corri a riposare. Anzi, cammina velocemente e stai attento a dove metti i piedi. A domani, figliolo."

Passa un'altra settimana e Stiles si ritrova di nuovo a doversi far spostare al turno di notte. Spera sia una nottata tranquilla così da poter ripassare per l'esame del giorno successivo ma, dopo nemmeno due ore dall'inizio del turno, si rende conto che non sarà così. Boyd entra nello stanzino dove lui e altri tre ragazzi stanno rileggendo gli appunti. "Tamponamento a catena sulla dodicesima. Ci sono molti feriti e parecchi li stanno dirottando da noi. Preparatevi, sarà una notte impegnativa."

Stiles si alza di scatto, indossa la tuta protettiva e i guanti e si prepara all'ingresso delle ambulanze assieme a tutti i medici e infermieri presenti in quel turno. "La prima ambulanza arriverà tra cinque minuti."

Stiles si volta sorprendendosi di trovare il dottor Hale a dirigere le operazioni: doveva aver staccato dal suo turno da nemmeno tre ore. "Vi divideremo in squadre, per ogni medico ci sarà un tirocinante e un infermiere. Stilinski e Reyers con me."

Stiles segue il dottore e le sue indicazioni per tutta la notte: cerca di eseguire i compiti a lui affidati senza intralciare il lavoro di chi gli gira attorno. Si sente come un automa e nemmeno si rende conto di dove si trova, con chi e che ore sono. Intorno a lui c'è il caos totale, ad un certo punto gli sembra quasi di essere su un campo di battaglia a causa della confusione, dei rumori e delle urla ma, alla fine, sembra tutto calmarsi. Quando anche il loro ultimo paziente è stabilizzato e medicato, Stiles si siede su una poltroncina in sala d'aspetto e si mette le mani sulla faccia. "Perchè non vai a stenderti un po'?" gli suggerisce Erica.

Stiles la guarda. "Ho paura che se mi addormento, non mi sveglierò in tempo per l'esame di oggi."

"Ti sveglio io, tranquillo."

"Grazie."

Stiles si avvia verso la stanzina dove i medici del turno di notte possono riposare. Entra e trova tutti i letti occupati. Sorride della sua sfortuna e si volta per tornare alla poltroncina che, probabilmente, gli farà anche da scomodo giaciglio quando qualcuno gli blocca il polso. "Dove vai?"

Stiles guarda la grande mano del dottor Hale che lo sta fermando. "Cerco un posto dove riposare."

"Vieni qua, ti faccio spazio."

"Ma..."

"È un ordine."

Stiles, estremamente imbarazzato ma anche grato per il fatto di potersi finalmente stendere, si corica assieme al suo responsabile restando però sul bordo del letto. Sente l'uomo sbuffare per poi essere trascinato contro al suo corpo. "Non ti mangio."

E Stiles si trova e pensare che, invece, desidererebbe che lo facesse. "Non vorrei disturbarla, mi muovo molto nel sonno."

"Solo nel sonno?" lo prende in giro.

"Okay, anche quando non dormo. Meglio?"

"Sei stato bravo stanotte."

"Merito di chi mi ha guidato o sarei stato in panico per tutto il tempo."

"È normale esserlo, specialmente le prime volte. Ma sei stato molto preciso e hai eseguito tutto alla perfezione: non sembravi nemmeno il ragazzino che mi ha rovinato ben due camicie."

"Mi fa piacere che abbia una buona opinione su di me, dottor Hale."

"Chiamami Derek, credo che dopo stanotte te lo sia meritato. E ora dormi che tra poco hai un esame da affrontare."

Stiles si sistema meglio incastrandosi alla perfezione al fianco di Derek e chiude gli occhi. "Se ti do fastidio puoi pure buttarmi giù dal letto."

"Tranquillo, non mi farò problemi" risponde l'uomo.

Un vociare sveglia Stiles dopo non sa quanto, ma sta così bene, al caldo, che non apre subito gli occhi.

"Ha un esame tra due ore, deve svegliarsi" Erica.

"E tu che ne sai?" Derek.

"Mi ha chiesto di svegliarlo. Dai, sciogli la presa, dottor Hale."

Stiles si rende conto che il caldo che sente è dato dalle braccia di Derek che lo stringono. Ora vorrebbe dar buca all'esame e continuare a dormire.

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"Va bene, torna a casa tua Reyes, lo sveglio io."

Derek ricambia la smorfia di Erica, poi abbassa lo sguardo verso Stiles e gli pizzica il fianco.

"Lo so che sei sveglio. Dai, va' a fare il tuo esame."

Si irrigidisce quando Stiles, invece di aprire gli occhi e alzarsi, mugugna qualcosa, affondando il viso contro il suo petto.

"Devo farti rotolare davvero giù dal letto o sgridarti come i miei figli?"

Stiles alza così di scatto la testa, che Derek quasi si becca una testata sotto il mento. "Hai dei fligli?" chiede, ora molto sveglio.

Derek non sa se sia più deluso o sorpreso. "Sì, due. E ora alzati."

Stiles obbedisce, alzandosi e lisciando con le mani le pieghe della divisa. "Okay, allora ci si vede."

"Sì, ciao, Stiles."

Stiles esce dalla stanzetta e Derek resta ancora un po' a fissarne il soffitto. Deve mantenere le distanze, lo sa, ma non ci riesce. Svegliarsi con Stiles addosso è stato bello ed era una sensazione che non sentiva da troppo tempo. Si stiracchia, poi si alza e fa un giro nel reparto, per controllare sia tutto okay, prima di tornare a casa, distrutto.

Si lascia andare sul divano, riposando almeno un'altra ora, poi si costringe ad alzarsi per fare la lavatrice e preparare il pranzo. Per una volta che può, vuole far mangiare a Grace e Freddie qualcosa che non sia precotto. Ha appena tirato fuori l'arrosto dal forno, quando sente il rumore di chiavi infilate nella toppa della porta d'ingresso e le voci dei suoi figlio. "Ti ho detto che sull'autobus, se hai la nausea, devi stare vicino al finestrino, Freddie."

"Ehi, cosa succede?" li interrompe, baciando entrambi su una guancia e prendendo i loro zaini.

"Freddie si lamenta del mal d'auto, ma ha troppa vergogna di chiedere a qualcuno di cedergli il posto finestrino, quando non ne trova uno libero" spiega Grace.

"è così?" chiede al bambino che annuisce. "Potrebbe essere una buona occasione per mantenere la promessa che mi hai fatto, sai?" dice e il bambino annuisce.

"Va bene, va bene, avete ragione. Ora mangiamo? Cos'è questo profumo di cibo vero?"

Derek scoppia a ridere, portando entrambi in cucina.  

ER - Compagni in prima linea | SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora