24 Aprile 2020. - Mosca, Russia.
«Sam, qual è il tuo status?»
Steve Rogers si trovava sopra un treno in movimento, con l'intenzione di sbarazzarsi dell'ennesimo scagnozzo. In quel momento si trovava tra i venti gelidi della Russia, in una missione segreta, accompagnato da Sam Wilson e Bucky Barnes.
Un anno era passato dallo scontro con Thanos e dal suo ricongiungimento con Tony. In quell'arco di tempo, dopo quello scontro gli Avengers erano cambiati, tutti quanti.
In quella lotta, tutti loro avevano perso qualcuno. Lui in primis aveva perso tre dei suoi più fidati amici. Natasha, Tony e Visione erano morti per permettere al mondo di sopravvivere, successivamente i primi due riportati in vita tramite il progetto Thaiti, ma non erano più loro stessi, soprattutto la Vedova Nera.Ma non erano solo loro due ad essere cambiati, in primis lo era anche Steve, ma lui al contrario di tutti non riusciva a tenersi lontano dal campo, operando come più poteva per tener lontano tutti i suoi demoni.
«Qui è tutto.» le parole di Sam furono interrotte da rumori di armi da fuoco e schiamazzi vari.
«Libero.»Steve nel frattempo proseguì percorrendo il tetto dei vagoni, arrivando al capolinea. Atterrò gli scagnozzi e si intrufolò nella cabina del macchinista. Oltre alla porta trovò il capotreno e il macchinista, stesi per terra con un foro in mezzo alla fronte. Seduto al posto di comando c'era un ragazzo, che ne stava lì, immobile a fissare il panorama nevoso oltre il vetro. Steve cercò di avvicinarsi lentamente al giovane e con orrore vide il giubbotto carico di esplosivo.
«Sam, Buck, iniziate a scollegare i vagoni.» il sussurrò del Capitano fu ricoperto dai vari rumori del treno, ma raggiunse comunque l'auricolare dei due, che subito si misero all'opera. «Clark, non devi farlo per forza.»
Questa volta la voce di Steve fu più alta e raggiunse le orecchie del giovane russo, che si voltò guardando confuso il Capitano. Quando si guardarono negli occhi, Steve si rese conto di essere stato riconosciuto, appoggiò il suo scudo per terra, facendo passi avanti verso il giovane , lo fronteggiò cercando di trasmetterli sicurezza.
«Non un altro passo!» urlò lui, agitandosi e stringendo spaventato la mano introno al telecomando che aveva in mano.
Steve a quelle parole si bloccò, studiando il telecomando che con un pulsante rosso sopra controllava la bomba.
«Non risolverai nulla facendo esplodere il treno. Ti prego, arrenditi.» le parole furono dette con tono calmo, come quando si cerca di tranquillizzare un bambino.
«Arrendermi? – Hanno ucciso mia figlia, me l'hanno portata via e rinchiusa e fatta fuori come se fosse il peggior animale. Meritano di soffrire come ho sofferto io.» il monologo fu carico di odio, dolore e rabbia.
Steve si rivide vagamente in quell'uomo, poteva capire perfettamente cosa si provava nel perdere uno ad uno le persone che amava e provare a ricominciare, a fatica ma riuscendo, ma tutti quei sentimenti negativi stavano logorando quell'uomo nell'animo, distruggendolo nel profondo. Steve era stato portato via dai suoi cari e dal suo grande amore, spinto verso nuove battaglie, perdendo gli unici amici e la famiglia che si era costruito, tutto causato da uno schiocco di dita. A Clark era stato portato via tutto a causa della paura e dell'ignoranza del diverso, ma tutti potevano essere riportati sulla giusta via e Steve ci avrebbe provato.
Nel frattempo che Capitan America si gettava in uno dei suoi discorsi carismatici, Sam Wilson e l'ex Soldato d'Inverno, operavano nel separare i vagoni dei passeggeri da quello in cui si trovava il kamikaze vivente, nel momento in cui ci riuscirono lo comunicarono al loro compagno.
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Shadow. // Marvel edition.
ActionShadow è l'assassino senza volto, è l'ombra che si gela nell'oscurità della notte. È silenziosa, letale come un pugnale. Nessuno conosce la sua vera identità e nessuno ha mai avuto il coraggio di capire chi si gelasse dietro la sua maschera. Shadow...