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Quei cinque giorni passarono e ben presto si tramutarono in una settimana e poi in due e successivamente in tre. Steve non aveva avuto alcuna notizia di Blake, era come sparita nel nulla e lui si era rinchiuso in sé stesso.

Tony, Sam, Natasha e Bucky andavano avanti nelle loro vite, cercando di ritrovare Wanda, scovando qualsiasi buco nel mondo.

Tony aveva analizzato quello che Blake e Steve avevano ritrovato nell'appartamento, ma la ragazza si era portata via la chiavetta e da analizzare non c'era più di tanto.

Più volte Natasha e Bucky avevano cercato d'indagare su quello che era successo a Perem' cercando di stipulare da Steve qualcosa, ma l'uomo sviava sempre il discorso, dicendo che non c'era stato niente, ma tutti facevano fatica a crederci.


Steve tirò un forte gancio destro al sacco, rompendo la catena e facendolo volare dall'altra parte della stanza. Ormai quella cosa non succedeva da anni, da quando Fury l'aveva richiamato a far parte degli Avengers, da quando era stato trasportato nella sua nuova vita. Nella sua mente si erano create mille idee e le immagini di quella notte passata con Blake facevano fatica a lasciarlo in pace. Dentro di sé, Steve sperava che la ragazza ritornasse, di rivedere i suoi occhi cosi brillanti e cosi particolari, di risentire la sua voce. Ma forse come sempre lui aveva rovinato tutto. Il suo momento di felicità era stato portato via, di nuovo. Forse un uomo come lui non era portato per la serenità. Ma dentro di sé ci sperava ancora, e forse quella serenità portava il nome di Blake.

«Hai intenzione di spaccarmi i muri della palestra? – Se vuoi fa pure io di certo non ti fermerò.»

Tony Stark fece il suo ingresso, con i suoi occhiali da sole alzati, indossando un completo grigio firmato Giorgio Armani.

«E' un miraggio vederti qui.» affermò Steve cercando di regolarizzare i suoi respiri, bevendo un lungo sorso d'acqua.

«Hai ragione, non mi faccio vedere spesso in questa parte. – Sai dovrei far riverniciare le pareti, forse farle di un altro colore – Che ne dici?» il filantropo si guardava attorno come se fosse la prima volte che metteva piede la dentro.

«Mh – fa come vuoi.» Steve scollò le spalle mentre si sedeva su una panchina, asciugandosi il sudore dalla fronte.

Tony lo guardò per qualche istante, borbottando qualcosa per poi accomodarsi al suo fianco. «Ok – Vuoi dirmi che cosa ti affligge?» andò dritto al punto.

«Niente – sto' bene.» rispose secco Steve.

«Oh andiamo, anche Morgan ha capito che c'è qualcosa che non va. – Allora vuoi dirmi qual è il problema o devo indossare l'armatura e prenderti a pugni per farmelo raccontare?»

Steve sospirò mentre si rimetteva in piedi prendendo da terra un nuovo sacco e appenderlo per poi ricominciare a tirare dei pugni su di esso.

«C'entra Blake, vero?» domandò successivamente Tony.

Steve tentennò un momento nel sentire il suo nome e come d'inconscio i suoi pugni divennero più violenti e il filantropo capì di aver fatto centro.

«Quindi ci ho visto lungo su voi due. – Allora – vuoi dirmi cosa è successo?» Tony si posizionò dietro al sacco, mentre Steve continuava a tirare diversi pugni che mano a mano diventavano sempre più nervosi.

«Niente – non è successo niente.» Steve pregò che quella conversazione finisse al più presto.

«Okey – Allora ascoltami solo Steve – conosco Blake da più tempo ma penso che in questi due mesi anche tu ti sia fatta un idea su di lei. – Ho visto come andavate d'accordo e lei, ho quello che ne rimane, ha fatto davvero fatica ad aprirsi, per sino con me. – Quindi qualunque cosa sia successa, parlane.»

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