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«Vorrei ringraziare tutti i presenti per essere venuti fino a qui. Oggi ci siamo riuniti per celebrare una persona a noi cara, una persona speciale. Per chi come me ha avuto l'onore di incontrare Logan, sa benissimo che lui non era un uomo dalle mille parole, non concedeva gli abbracci con facilità, e di certo non era conosciuto per il suo gran tatto. – Ma Logan era un brav'uomo, ed è morto per permettere a noi, a tutti noi, si vivere più serenamente e nessuno di noi lo dimenticherà facilmente.»

Steve abbassò lo sguardo, mentre Tony al suo fianco si stringeva nelle spalle, con Wanda che tentava di trattenere le lacrime, conservando la sua compostezza.

Tutti gli Avengers ascoltarono in silenzio le parole di Laura, una ragazza di appena diciott'anni, figlia adottiva di Logan. Alla cerimonia erano stati invitati solamente i più stretti, Kol riconobbe immediatamente qualche mutante.

Gli Avengers avevano deciso di accompagnarlo, per darli sostegno e in qualche modo di rappresentare anche Blake, in qualche modo.

Il funerale si era svolto nei pressi della casa in campagna di Xavier, uno dei posti preferiti di Logan. Quando la celebrazione si concluse, Kol si allontanò dai suoi amici, osservando il luogo in cui era stato portato diverso tempo fa dal Professor X e da Wolverine.

Blake adorava quel posto, gli aveva detto più volte che gli trasmetteva tranquillità e che un giorno le sarebbe piaciuto invecchiare o morire in un posto del genere. La perdita di sua sorella aveva lasciato in lui un vuoto incolmabile. Si sentiva come se gli avessero strappato il cuore dal petto, si sentiva cosi vuoto e perso senza di lei.

Steve gli si avvicinò lentamente, con le mani all'interno delle tasche, calpestando qualche foglia di troppo. Aveva tentato di nascondere gli occhi arrossati dal pianto in degli occhiali da sole, tentando di nascondere la sua sofferenza.

Blake gli mancava più di quanto potesse immaginare. Non passava giorno in cui non rimpiangeva di non essere arrivato prima, qualche secondo in più e avrebbe potuto salvarla, avrebbe potuto tirarla via dalle grinfie di Price.

«Lei è sempre stata più brava di me. – Era migliore in tutto, mi ha battuto perfino in questo.» disse Kol, estraendo dalla tasca del suo capotto una fiaschetta argentata, bevendo il contenuto all'interno di esso.

«Tony mi aveva detto che non bevevi.» affermò con voce roca il biondo.

«Infatti, ora mi sono ricordato il perché.» sul volto di Kol si formò un'espressione disgustata, cercando di trattenere la tosse, mentre il rum gli brucava la gola.

Steve ammiccò un sorriso, mentre prendeva la fiaschetta e bevendone anche lui un sorso, pentendosi pochi istanti dopo.

«Dio mio questa roba fa schifo.» affermò il Capitano.

Kol ammiccò una risata, annuendo per dargli infinitamente ragione.

«Ti farò una lezione sugli alcolici, amico mio.» Stark gli arrivò alle spalle, sorseggiando anche lui un alcolico nella sua fiaschetta di metallo.

I tre uomini abbassarono il capo, giocando con le foglie secche dell'autunno, osservando il piccolo lago verde di nanzi a loro.

«Cosa farai adesso?» domandò Tony a Kol.

«Non posso più tornare Jonh Murpy, ormai i miei nemici sanno che sono vivo. Tenterò di nascondermi, da qualche parte – forse tornerò in Olanda, c'è del gran bel divertimento laggiù.» Kol si portò le mani nelle tasche, ondeggiando su i suoi stessi piedi da una parte all'altra.

«Magari potresti rimanere con noi. Non c'è bisogno di scappare per forza, puoi rimanere con noi ed essere te stesso.» Steve gli posò una mano sulla spalla, sorridendoli amichevolmente.

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