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Era quasi l'ora di cena quando Natasha Romanoff fece il suo ingresso nella base. La donna dai capelli rossi posò con grazia il suo lungo cappotto nero sull'attacca panni, lasciando il borsone ai suoi piedi. Non faceva ritorno a casa da quasi cinque mesi, e per lei le faceva strano riessere all'interno di quelle mura.

Natasha si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo e le sue dita accarezzarono il muro bianco della casa. Non si era nemmeno resa conto di quanto le fosse mancata fino a quando non ci entrò. La Vedova Nera si sentì come se avesse ritrovato l'ossigeno, i gelidi venti della Svizzera l'avevano oppressa e Natasha si sentiva persa, mentre stando lì dentro, lei si sentiva a casa. Lei era ritornata a casa.

«Ragazzi. – Hey ragazzi sono tornata!» parlò la donna camminando verso la cucina. «Tony? – Steve? »

"Friday, dove sono tutti?" - chiese la donna, mentre si versava dell'acqua in un bicchiere.

«Il signor Stark mi ha detto di non dirle niente, ma penso che tutti si trovino nella taverna, al piano di sotto.» rispose la voce metallica.

Natasha sorrise, Friday poteva essere quasi perfetto, ma non era in grado di dire le bugie. La spia russa ringraziò l'intelligenza artificiale per poi avviarsi a passo svelto verso la piccola taverna al piano inferiore.

«Cazzo Wilson, cerca di essere più stabile altrimenti non riuscirò ad attaccare il cartellone.»

Natasha sentì la calda e bassa voce di Bucky imprecare contro Falcon.

«Ci sto' provando, ma tu non sei esattamente un peso piuma.» si lamentò l'uomo.

Natasha rise, mentre si appoggiava con la spalla su la parete grigia, osservando da lontano i suoi amici, colleghi, la sua piccola famiglia mentre cercava di appendere un cartellone di "Bentornata" al centro della sala.

«Coraggio bambini non litigate, altrimenti il Capitano vi metterà in punizione per aver detto una parolaccia.» affermò Stark, intento a gonfiare dei palloncini.

«Ancora con questa storia del linguaggio?» Steve alzò le braccia in maniera teatrale.

Natasha si fece sfuggire una risata. «Siete cosi carini e poco organizzati, visti dall'esterno.»

I quattro uomini si voltarono nella sua direzione, attirati dalla sua voce calda. Sul volto di Steve e Tony si formò un enorme sorriso nel rivedere dopo lunghi mesi la loro amica.

«Nat.» mormorò James con occhi brillanti non distogliendoli dalla donna.

Il Soldato d'Inverno si sentì come un pezzo di gelatina, e se non fosse stato per Wilson, che in quel momento lo stava reggendo su le sue spalle, avrebbe sicuramente incominciato a tremare.

«Si, braccio di ferro, potresti gentilmente scendere? – Sento la mia schiena che tra poco potrebbe spezzarsi.» attirò l'attenzione Sam, non sopportando più il suo peso.

Barnes annuì, mentre si preparava a scendere dalle sue spalle con agilità. Steve sorrise mentre si avvicinava verso la sua migliore amica, stringendola in un caloroso abbraccio.

«Mi sei mancata.» mormorò il biondo.

«Anche tu.» rispose la donna, mentre gli accarezzava con dolcezza il volto, sfiorandoli la barba incolta.

«Pensavo che saresti arrivata fra due ore.» disse Tony mentre si avvicinava, abbracciandola anche lui.

«Ho anticipato. – Ho preso un aereo prima, da quello che mi ha detto Fury sembrava un'emergenza.» rispose la donna, mentre salutava anche Sam e successivamente si fermò di fronte alla figura imponente di Barnes.

Shadow.  // Marvel edition.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora