WHAT DID WE LOSE?

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CAPITOLO 16.

23 NOVEMBRE.

Valerio's pov.
Mia madre è tornata. Non le ho ancora presentato Nike perché temo che possa essere un'arma a doppio taglio e che possa finire come con Niccolò.
Felicia ha deciso che fosse il caso di pranzare a casa quest'oggi, perciò si è subito messa ai fornelli. Siamo soli io e lei in questo momento, però mi sento bene.
Non ha fatto domande, né su Nike di cui le ho accennato, né su come io abbia speso tutto il mio tempo in sua assenza.

« Tesoro mi passi gli scampi? » mi domanda.
« Si può sapere come mai sei così contenta? »
« Me li prendo da sola. » ride.
« Tieni, eccoli. Adesso che te ne pare di parlare un po' di quel profumo da uomo nella tua auto? »
« È di un mio modello. »
« Tu vesti soltanto donne. » rispondo nervoso.
« Da adesso anche gli uomini, Valerio. » si volta.
« Non riesci proprio a fidarti di me? »
« Io mi fido di te. Non ti avrei lasciato qui da solo dopo la tua overdose, chiaro? » alza il tono.
« Quindi si tratta di questo. Mamma, metti la mia overdose sempre in mezzo ai nostri discorsi per allontanarmi. »
« Assolutamente no. » dice calma.

« Credi di ferirmi? » domando serio.
« Valerio, vuoi la verità? »
« Sì. Per una volta vorrei la verità. »
« Sono fidanzata con un uomo che ho conosciuto qui, a Roma. Non sei pronto a sapere chi è. » blatera.
« E questo l'hai deciso tu, come al solito. »
« Ho deciso al tuo posto perché ti conosco. »
« Sono cresciuto. So gestire queste situazioni. »
« Io non credo. » sospira rassegnata.
« Mamma, dico sul serio. »
« D'accordo Valerio. Se ne sei convinto organizzo una cena e te lo faccio incontrare. » ghigna.
« Sei veramente infantile! » sbuffo.
« Ero convinta che volessi sapere chi fosse. »
« Assolutamente sì. »

« Bene, allora organizzo la cena. Ora se non ti dispiace, dovresti spostarti dalla cucina perché devo preparare il pranzo. » mi spinge piano.
« Non ti piace che ti si facciano domande, lo so. Se non altro capisci quanto mi infastidisci di solito. »
« Io ne ho tutto il diritto, sono tua madre. »
« Ed io sono tuo figlio. Ciò non comporta che su questo piano io debba stare un gradino più basso rispetto a te. » mi passo una mano tra i capelli.
« Prepara la tavola, per favore. »
« Mi stai ignorando. »
« Sì. Ora per piacere, prepara la tavola. » ripete.

Non rispondo e mi dirigo verso i cassetti. Sistemo piatti, bicchieri e posate e nel tempo che lei impiega nel cucinare, chatto un po' con Ludovica.

Messaggio a Ludovica :
« Ti andrebbe di fare un salto al Mc questa sera? »
Messaggio da Ludovica :
« Solo se paghi tu. » rido a questo messaggio.
Messaggio a Ludovica :
« Sei sempre la solita. Comunque ci sto. »
Messaggio da Ludovica :
« Devi parlarmi anche di lui, non è vero? »
Messaggio a Ludovica :
« Credo di sì. »
Messaggio da Ludovica :
« Ci vediamo a Trastevere alle diciotto. Non tardare o ti meno! »

Il giorno del memoriale per la morte di Emanuele lo abbiamo trascorso io e lei sulla sua tomba. È incredibile come dopo più di trecentosessantacinque giorni passati in sua assenza, lei lo ami ancora come se fosse il primo.
Le ha lasciato un segno. Lo ha lasciato a tutti quanti, me compreso che a volte gli chiedo di darmi consigli su come gestire la mia confusione a proposito di Niccolò.
Chissà se veglia su di lui. Dovunque tu sia, Emanuele, ci fa soffrire la tua mancanza qui.

« È quasi pronto. »
« Ti serve una mano? » le chiedo.
« No, ce la faccio. »

Una volta servito in tavola, mangiamo in silenzio o almeno è così finché Felicia non mi racconta di come se la sia cavata Mathias dopo l'arresto.

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