IS IT BETTER TO SPEAK OR TO DIE?

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CAPITOLO 20.

Niccolò's pov.
Secondo parecchi studi condotti analizzando il modo ci comunicare del corpo nel momento dell'ascolto della musica classica, questo sembrerebbe rispondere positivamente agli stimoli che essa gli propone. E se così fosse, perché mai me ne sto tutto raggomitolato su me stesso a piangere da un lato della porta ascoltando Claude De Boussy mentre Federico tace barricato dietro all'altro?
In altri contesti Claire De Lune mi piacerebbe condividerla insieme a lui mentre, guardando insieme il modo in cui la neve bacia malinconicamente il suolo, nel silenzio ci giureremmo di non desiderare altro dalla vita se non di voler rimanere congelati in questo piccolo angolo di paradiso, nel bel mezzo del freddo, per sempre.
Sarebbe come una dichiarazione di amore eterno a mio parere. E sarebbe anche ciò che più si avvicinerebbe alla semplicità per cui tanto bramo.
Ho un debole per ciò che è intriso di linearità e un gusto assai singolare che mi spinge ad amare quelle cose che rendono felici soltanto le persone umili. La musica classica è per me fonte di ispirazione, ma dopo ciò che ci siamo sputati addosso con fin troppa cattiveria, temo che si sia trasformata nel suo esatto e ora più che mai contrario.

« Federico, mi dispiace. Ti prego, apri la porta. »
« Lasciami in pace. » biascica con la voce ovattata.
« Dico sul serio, odio litigare. Non voglio allontanarti da me, perciò per favore, apri questa porta. »
« Voglio stare da solo. Accetta questa mia scelta. »
« Non sono stato il solo ad aver intriso di cattiveria le proprie parole. Veniamoci incontro. » continuo.
« Ho detto di lasciarmi in pace! » lo sento urlare mentre qualcosa colpisce la porta e cadendo al pavimento si rompe in mille pezzi.
« D'accordo, ho capito. » mi stacco dalla maniglia.

Guardo il pomeriggio scorrere lento fino all'imbrunire e quando cala la sera rimango ancora freddo davanti all'uscio. Fuori l'oscurità ha inghiottito tutto ciò che c'era da inghiottire e sento come se tra poco mi trascinerà con se.
Non lo avverto neanche muoversi tra le lenzuola di quel letto e quando sento scricchiolare un asse del pavimento, mi ricompongo credendo che si faccia vivo. Ma non succede perché passano ancora delle ore ed io sto seduto buono ad aspettarlo finché non comprendo che metterà il capo fuori dalla stanza non prima di domani mattina.
Ora che ci penso si spiegano molte cose. Si spiega per esempio il motivo per cui non mi avesse mai parlato di sua madre, di suo padre o ancora di cosa facesse per trascorrere il tempo nella sua città.
Federico non aveva altri amici che non fossero Leonardo e suo fratello. Ecco perché aver toccato questo tasto lo ha reso la persona che ho davanti.
Trascino, immerso in queste considerazioni, la coperta che mi sarà compagna per la notte e mi stendo sul divano del salotto. Poco prima di cedere al sonno mi volto sul mio fianco sinistro e mi concentro sul rumore dei pini mossi dal vento.

Federico's pov.
Le riconosco le prime luci dell'alba. Ho finito per addormentarmi immerso nelle lacrime versate per lo stesso motivo di sempre, per la stessa piaga che indimenticabile mi squarcia il petto.
E mi dispiace per come mi sono comportato con Niccolò ieri sera, ma ero così infelice che per non farlo soffrire ho ritenuto più saggio allontanarlo.
Sì, ammetto che non si tratti di un bel modo per affrontare una discussione e perciò mi farò perdonare cercando di rendergli più dolce il risveglio mattutino. Poggio i piedi per terra, sgranchisco le gambe e mi schiudo in uno sbadiglio poco aggraziato per poi dirigermi in cucina.
È steso sul divano e si è coperto solo con uno stupido plaid. Il senso di colpa mi avvolge dal collo allo stomaco, poi mi accorgo di assenza di legna nel camino e provvedo a riscaldare la casa.
Amo osservarlo dormire, lo farei per ore e mentre mi ricordo di ciò che mi ha raccontato ieri, avverto il peso della violenza di quell'uomo al posto suo. È ambiguo pensare a come sia potuto riuscire a farsi forza dopo un trauma considerevole come quello e ora come non mai sono convinto lui andrà lontano.

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