Capitolo 3

572 30 0
                                    

-'Capo c'è qualcuno per te.' Irrompe Gaston il lunedì mattina, con la sua mascella perfettamente rasata e lo sguardo limpido. Gli faccio cenno di lasciar passare, alzando lo sguardo dai miei documenti e quasi mi meraviglio di trovare Bree. Irrompe con un 'Ciao bugiardo' e si siede sulla scrivania dandomi le spalle, intenta a masticare un chew-gum prima di far scoppiare rumorosamente la bolla di zucchero. Mi guarda da capo a piedi, masticando la sua gomma a bocca aperta. Mi spazientisce.
-'Che ci fai qui?' Chiedo duro, forse troppo.
-'Son venuta a vedere perchè non mantieni le promesse.' Dice quasi sovrappensiero, facendosi aria con una mano. Indossa una camicetta troppo scollata e degli short troppo corti. Si lascia cadere nella poltrona difronte la mia scrivania, puntandomi i suoi occhi addosso. Mi fa sentire vivo.
-'Senti adesso non ho tempo per te e per le tue scenate, per giunta perché sei così poco vestita?!' Chiedo trafiggendola con lo sguardo. Lei alza un sopracciglio, poi sorride maliziosa.
-'Pensavo ti piacesse, quando sono così poco vestita.' Replica passandosi la lingua sul labbro inferiore. Avverto un fremito. Senza pensarci mi alzo dalla mia postazione per raggiungerla. Anche lei, balza in piedi, gettandomi le braccia al collo. La bacio spingendola sulla scrivania e lei mi accoglie aprendo le gambe. La sento sussultare quando le tiro i capelli e le sue mani m'imprigionano. Mi stacco senza fiato.
-'Torna a a casa Bree.' Lei mi guarda come se non capisse. Sbatte le palpebre.
-'Vai.' Aggiungo aprendole la porta. Lei mi lancia un'occhiataccia prima di andare e sbattere la porta offesa. Non riesco a non ridere.

In serata sono furioso e divertito allo stesso tempo. Bree era davvero incazzata ma non riesco a ricordare il motivo del suo nomignolo. Sono quasi tentato di andare da lei ma si sentirebbe troppo importante e qui, stiamo dimenticando che quello importante sono io.

Mi sveglio stralunato e confuso. Mi faccio una rapida doccia e in salone incontro Marta. Mi guarda male e sembra sull'orlo di una crisi isterica. Gesticola, alza la voce, la sua furia é incontenibile.
-'Non ti azzardare mai più a dire una cosa come quella! Cosa diavolo intendevi dire che si ritroverebbe senza madre se fosse tuo figlio?' Chiede spazzando via una lacrima con il dorso della mano.
Alzo le spalle, appena toccato da questo suo piccolo spettacolino. Mi avvicino mentre le parlo.
-'Credi davvero che se fosse figlio mio, lo lascerei vivere con te e con quell'idiota di tuo marito? Tu sei una cameriera, Claudio un'idraulico. Non avete niente che induca il giudice a farvelo tenere. Io sono ricco, ho un buon lavoro e un posto nella società. Potrei offrire il mondo su un piatto d'argento a questo bambino. Tu cos'hai da offrire?' Chiedo calmo, molto più calmo di quanto mi aspettassi.
Lei risponde senza pensarci, lasciandomi di stucco.
-'L'amore.' Replica, prima di sbattere la porta e andare via.

In serata sono stanco e ho voglia. La giornata di lavoro è passata in un lampo e sono sempre più contento di avere Gaston come mio vice. Stranamente contento. Passo da Bree e mi sorprendo di non trovarla. M'apre sua zia e m'invita ad entrare. E' una donna pacata e come me, si trova bene nel silenzio. Dopo due caffè, aspetto la mia bambina nella sua stanza. Esamino le sue fotografie e ci sono centinaia di foto di una Bree sorridente e spensierata. Bree al mare, in montagna, mentre è intenta a disegnare. Sono sorpreso di trovare molte foto mie mentre suono il piano o scrivo poesie. Ce n'è anche qualcuna mentre dormo e qualche foto insieme mentre siamo sul suo letto abbracciati. Sorrido al pensiero. Ma altre foto attirano la mia attenzione. C'è una Bree diversa dal solito in compagnia di un ragazzo dai capelli scuri. Sembra felice e bellissima.
-'E tu che ci fai qui? Zia mi ha detto che mi stavi aspettando.' Dice una Bree scossa ed elettrizzata. Intercetta il mio sguardo e si avvicina in un modo insolito. Cauta? Timorosa? Non saprei.
-'Sei adorabile.' Rispondo baciandole i capelli. Lei sembra confusa.
-'Sembri felice in queste foto. Non lo sei spesso con me.' Dico ritornando con lo sguardo all'immenso collage. La sua bella voce trema.
-'Io sono sempre felice con te.' S'affretta a dire. Sorrido.
-'Anche con lui sembri felice.' Dico troppo calmo. Ci sono fotografie che lo ritraggono, qualcuna in solitaria mentre guarda il mare, altre insieme a lei, che sorridono divertiti davanti all'obiettivo.
-'E' solo un'amico, non significa niente per me.' Dice con la voce velata dal pianto. I suoi occhi si bagnano.
-'Bree non c'è bisogno di piangere. Voglio solo sapere se con lui sei felice.' Chiedo sfiorandole una guancia. Voglio davvero saperlo? La parte più buona di me, dice di sì. Bree merita di essere felice. Con me ha l'oscurità. Che male c'era a voler trovare la luce?
Lei si lascia accarezzare come se il mio contatto fosse la sua ancora di salvezza.Balbetta un si, per poi sprofondare nelle mie braccia. Ah, piccola.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora