Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.

Capitolo 8

Quando apro gli occhi, mi sento leggero e allegro. Dopo una doccia, indosso dei jeans e una camicia bianca con una giacca sportiva e passo da Blondie. E' sorpresa di vedermi. Non ero riuscito a dormire con il pensiero di lei. Indossa comodi pantaloni di flanella e una camicia bianca immacolata. Ha i capelli legati in una coda di cavallo.
-'Sembri così giovane vestita così.' Dico reclamando la sua bocca. Il suo corpo aderisce perfettamente al mio come se fosse sempre la prima volta. Dio, cosa scatena in me. Le mie mani scendono più giù.
-'Stai dicendo che in realtà sono vecchia? Qui qualcun'altro sta invecchiando.' Sussurra mordendomi un lobo. Avverto un fremito.
-'Sono venuto qui con uno scopo ben preciso e se continui a far così non andremo da nessuna parte.' Continuo accarezzandola. Lei mi sorride, dandomi un altro bacio. Mi trattengo.
-'Il letto è già pronto.' Dice in risposta. Che donna.
-'Avanti va a preparare le tue cose, altrimenti ci andremo con la forza.' Ho il respiro corto. Lei finalmente presta attenzione, senza però lasciarmi.
-'Vuoi rapirmi?' Chiede, un lampo malizioso negli occhi vivi. Mi fa sentire bene.
-'Esattamente.' Dico e continuo a baciarla.

Blondie è tranquilla e silenziosa durante il viaggio. Si è cambiata e indossa dei comodi jeans e una t-shirt azzurra che le danno un'aria timida e innocente. Mi vien da sorridere sapendo che lei è l'esatto opposto.
Durante il tragitto; mi limito a carezzarle il ginocchio in silenzio e lei mi regala sguardi languidi, pieni di parole inespresse. La radio è sintonizzata su una frequenza un poco romantica e mi sembra l'inizio di una nuova vita. Avevo deciso di dedicarle il weekend, portandola nella mia casa in montagna, che ad inizio autunno, regalava tramonti suggestivi e la schiarita degli alberi in fiore. Avevo chiesto ad un amico della zona, di farla rassettare prima del nostro arrivo.
Quando arriviamo, Blondie stringe la mia mano e posso avvertire la commozione nella sua voce.
-'Non mi avevi mai portata nella tua casa in montagna. Questo posto è meraviglioso e tu hai voluto condividere tutto questo con me. Nonostante tutto.' Dice asciugandosi una lacrima con la punta delle dita. Mi da un bacio dolce.
-'Nonostante tutto.' Replico, stringendola più forte a me.

Abbiamo passato due giorni meravigliosi lontano da tutti. Abbiamo riso, bevuto e ballato. Abbiamo fatto l'amore e m'ha confessato d'aver sognato un figlio con i miei occhi e i suoi capelli biondi, per poi scoppiare a piangere. L'ho abbracciata e mi è sembrato quasi possibile amare ancora.

-'Vedi ancora la ragazzina della lettera?' Chiede Blondie sulla via del ritorno.
-'Si' rispondo quasi in un sussurro. Lei sospira, spegnendo la radio. Mi guarda.
-'Lei sa di me? ' Chiede ancora, accennando un debole sorriso.
-'Si, ti chiama la 'mia bionda' Rispondo sorridendo.
-'Credo che lei ti faccia del bene. ' Dice dopo un lungo sospiro. Io ci penso su, ma poi assento.
-'Si, lo credo anche io.' Mi vien da dirle. Lei stringe la mia mano più forte.

In serata sono stanco. Sul telefono ci sono varie chiamate perse di Bree e anche di mia madre. Mi sorprendo. Avrei chiamato mia madre più tardi. Chiamo Bree.
-'Tesoro.' Sussurra assonnata. Non mi ero accorto di quanto fosse tardi. Il cuore non conosce orario.
-'Mi sto facendo una sega e ti sto pensando.' Sussurro con l'ombra di un sorriso logoro sulle labbra piene. Sento il suo respiro aumentare dall'altra parte del telefono.
-'Non ti sento da quasi tre giorni e mi chiami per dirmi questo.' Chiede e sento il suo choc nella voce. Mi vien da sorridere.
-'Si.' Dico e lei stacca il telefono, cogliendomi di sorpresa. Vengo travolto da un lampo di ilarità improvviso e poi mi sento di colpo romantico guardando questo strano oggetto.
Guardo il telefono e mi chiedo come possa un oggetto così innocente, essere così potente. Mi fa venir voglia di confessare sogni e peccati. Chi ha inventato il telefono deve essere un genio per aver inventato, senza saperlo, anche l'amore.