Capitolo 20

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-'E così ti trovavi a passare da queste parti?' Chiedo per l'ennesima volta ad una Blondie silenziosa e stranamente serena. Nota la mia voce troppo stridula dovuta all'alcool e lei sbuffa sorridendo. Scuote la testa divertita, prendendosi gioco di me.
-'Quante volte te lo devo ripetere? Passavo per caso e ho visto la tua macchina parcheggiata qui fuori. Quando avevi una brutta giornata, venivi sempre qui dentro a chiuderti per bere fino a svenire. Già, non ti ricordi perché da allora, questo posto, è stato ristrutturato già due volte.' Dice spiegandomi, notando la mia espressione confusa. Lei mi conosce, forse più di quanto io conosca me stesso, ma non riesco ad ammetterlo. Mi gira la testa.
-'E perché non hai proseguito? Sei venuta a controllare che non faccia troppi casini? Un tempo, mi dicesti che ormai quello che combinavo, non ti interessava più.' Dico a voce troppo alta, ignorando la fitta al cuore che mi scatenano ancora le sue parole. Fa male. Lei mi fa male.
-'Beh, per essere qui, mi interessa ancora, non credi?' Chiede, svuotando il suo bicchiere. La guardo, la guardo e mi sento perso.
-'Non credo più in niente ormai.' Mi vien da dire. La sua espressione diventa triste.
-'Nemmeno più in noi?' Chiede e noto la sua speranza nella voce. Scuoto la testa.
-'Non lo so più.' Dico e lei abbassa lo sguardo.
Mi ferisce.
-'Vado a casa. Metti pure tutto sul mio conto. Buonanotte Blondie.' Dico, prima di lasciare il bar e sforzandomi di non implorarla, a venire via con me.

In ufficio, il giorno dopo, mi sento stanco. Le parole di Blondie mi risuonano nella testa e concentrarmi, mi è difficile. A distrarmi, c'è un messaggio di Bree. Di solito, quando voleva dirmi qualcosa, mi chiamava direttamente, ma a quanto pare stavolta, ha preferito scrivermi. Incuriosito, leggo svelto il messaggio:
'Ciao Tesoro! Stasera a casa mia ci sarà una festa e mi farebbe piacere che venissi anche tu, le mie amiche non vedono l'ora di conoscerti.'

Non riesco a non sorridere. Una festa con le amiche di Bree. Ci sarebbe stato da divertirsi. Mi avrebbero giudicato? Avrebbero invidiato Bree per la sua fortuna? Mi chiedo spavaldo, ma poi ripenso al suo dolore e mi vien voglia di attaccarmi alla bottiglia.

In serata sono frustrato. Ho indossato dei classici jeans neri con una t-shirt bianca con scollo a V e una giacca sportiva. Ho anche comprato dei fiori per Bree e la sua festa. Nel pomeriggio sembravo contento, ma adesso sulla soglia della porta e un bicchiere di vino, la mia convinzione vacilla. Non avevo mai avuto dubbi su donne e feste, ma stavolta era diverso. Stavolta era Bree. Sono intento a versarmi un altro bicchiere di vino, quando mi viene il lampo di genio.

Busso fuori la porta di Bree. Sono quasi le tre del mattino e della festa ormai, son rimasti solo i residui. Avevo deciso all'ultimo minuto di presentarmi alla fine della lieta serata, come regalo per la mia bambina. Con me avevo portato i fiori di Bree e una bottiglia di Champagne. Mi apre lei. Indossa una minigonna rosso fuoco con un top aderente leopardato. Le sue gambe sono scoperte e i piedi sono fasciati in meravigliosi tacchi vertiginosi che la fanno sembrare una donna vera e propria.
-'La festa è finita, nel caso non te ne fossi accorto. Non ti ho scritto l'orario sul messaggio che ti ho inviato?' Sbotta la mia bambina cattiva, non invitandomi ad entrare, ma nemmeno chiudendo la porta. Mi lascia sulla soglia mentre finge di avere altro da fare. Mi scappa un sorriso maligno.
Ah, Bree.
-'Oh, non avevo notato che fossimo alla fine della festa, menomale che ci sei tu ad avermelo fatto notare. Sono un po' sbadato, vero?' Sussurro troppo vicino a Bree. Lei rabbrividisce quando il mio respiro le sfioro il collo. La stringo a me.
-'Allora, vuoi continuare a pulire per la fine della festa o iniziarne una nuova, solo con me?' Chiedo ancora, assaltando di baci il suo collo scoperto. Le sue mani s'intrufolano nei miei capelli, sotto la mia camicia, dentro i miei pantaloni già pieni.
Saggia decisione.

-'Grazie dei fiori. Sono bellissimi.' Mi sussurra una Bree diversa dopo il sesso. Più tranquilla e anche più felice. Sorrido tra i suoi capelli.
-'E' stato un piacere.' Mi vien da dirle. Lei si adagia sul mio petto ed io per una volta, mi sento in pace con me stesso.
-'Hai mai pensato di sposarti?' Chiede Bree, spezzando il silenzio tra noi. Quella sua domanda ingenua mi fa riflettere. Sposarmi? Una volta ci avevo pensato. Con la mente rievoco il passato, ricordando una scatolina blu nella tasca interna della mia giacca. L'avevo scelto in una rinomata gioielleria, per poi restare quasi un'ora fuori dalla sua porta, senza coraggio. E quando finalmente avevo trovato la forza, lei m'aveva detto che era finita. Forse ripensandoci adesso, non volevo chiederle di sposarmi, ma semplicemente dirle che l'amavo, a tal punto, da consumarmi le ossa oltre che il cuore. Sorrisi a Bree, stringendola un po' più forte.
-'No, non ci ho mai pensato. E tu?' Chiedo e noto l'ombra di malizia nel suo sguardo. Improvvisamente arrossisce ed io impazzisco di curiosità.
-'Cosa non mi stai dicendo esattamente?' Chiedo tirandole dolcemente i capelli e mordicchiandole un dito. Sussulta.
-'Ho sognato che ci sposavamo.' Sussurra d'un fiato rossa in viso, come se avesse appena corso una maratona. La sua ingenuità è eccitante.
-'Che fantasia fervida che hai, lo sai?' Chiedo passando dal suo dito, alla sua pelle. Trema.
-'Si, anche il mio insegnante di pittura me lo dice sempre.' Ammette colpevole, non riuscendo a tenere a bada il respiro. Dio, cosa mi fa.
-'Ah davvero? Forse dovresti sposare lui.' Dico, lasciandole una scia di baci lungo il fianco. Le sue dita mi cercano, le sue gambe mi imprigionano e la sua bocca mi richiama.
-'No, non posso. Quando chiudo gli occhi, è il tuo viso che vedo.' Dice e qualcosa dentro me si spezza.

La notte mi spaventa sempre troppo. Di notte, mi comporto come se tu potessi vedermi di nascosto, come se tu potessi entrare da quella porta da un momento all'altro. Ma tu non arrivi e senza di te, nemmeno io voglio arrivare. Ti immagino prima di dormire, mentre magari ti spazzoli i capelli e ti spogli della tua vestaglia, restando così nuda, con addosso solo il profumo di stelle che ti porti sempre dietro. Sei sempre stata brava ad andare via. Sono sempre stato bravo a non starti vicino.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora