Capitolo 14

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Mi sveglio di soprassalto. Sono le cinque del mattino e fuori piove. Sono sudato e infastidito. Le lenzuola sono bagnate fradicie come se oltre fuori, stesse piovendo anche dentro. Mi faccio un bagno per rilassarmi, ma non ci riesco. Sento addosso una strana inquietudine che non passa. Prima di uscire mi faccio un goccio, anche se è troppo presto per attaccarsi alla bottiglia. Sti cazzi.

-'Capo, posso?' Chiede Sara sulla soglia della porta, di colpo timida. Alzo gli occhi dal computer, senza però guardarla davvero. Poi mi sforzo.
-'Prego' Rispondo indicando una delle poltrone. Lei si accomoda, incrociando le gambe senza accavallarle. Per un attimo, mi distrae. Guarda ovunque ma non verso di me.
-'Posso fare qualcosa per te?' Chiedo soppesando il suo sguardo. Sospira.
-'Volevo solo informarla, che ho deciso di dare le dimissioni.' Risponde improvvisamente rilassata, come se si fosse tolta un gran peso. Resto sorpreso, non era quello che mi aspettavo.
-'Sara se è ancora per quello che è successo, ti ho detto che puoi prenderti tutto il tempo che vuoi.' Dico regalandole un sorriso. Lei scuote la testa.
-'Lo so e la ringrazio, ma ho bisogno di altro.' Dice sorridendo a sua volta.
-'Fai come più ti senti.' Non ho altro da dire.
-'E' stato un piacere lavorare per lei, ed è stato bello credere per un po' di tempo, che tu mi volessi almeno un po' di bene.' Sussurra appena, passando ad un tono più formale. Le bacio la mano.
-'Buona fortuna, Sara.' Rispondo a mia volta.
Lei si alza e se ne va.
Ah, ma cosa mi fanno queste donne? Sara era convinta che le volessi bene. Le volevo bene? No, non credo. Era la mia assistente e certe volte, la mia puttana. Era facile averla, facile averla mia.
Ah, ciao Sara.

In serata, sono stanco. Mi sto sbucciando un arancia, quando bussano alla porta. E' di nuovo Miriam, la vicina curiosa. Stavolta le manca il caffè.
-'Ma ti manca sempre qualcosa? O anche stavolta ti mancava una scusa per vedermi? Dico, offrendole un bicchiere di vino. Lei si fa teatralmente aria con un mano.
-'Sono una sbadata, che vuoi farci.' Sussurra appena. Indossa dei leggeri pantaloni di tuta con un top corto bianco. E' stuzzicante.
Miriam mi guarda troppo. Si aspetta qualcosa ma io non ho voglia di esaudire i suoi sogni. Le sfioro una guancia mentre sospira piano.
Mi suona il cellulare e rinocosco il numero.
-'Blondie.' Riesco appena a dire.
-'Ho bisogno di te.' Dice soltanto e mi sembra di sentire il mio cuore spezzarsi. Chiudo la chiamata, pronto ad andare via.
-'Devo andare. Torna a casa tua.' Miriam mi guarda come se non capisse.
-'Ma.. io credevo..' Balbetta, con gli occhi improvvisamente lucidi.
-'Credevi male. Non ho voglia di esaudire i tuoi sogni.' Dico duro, forse troppo. Lei sbatte la porta andando via.

In mezzo al viale incontro Bree. Indossa una minigonna di pelle rosso fuoco e una maglietta mezza manica con un giubbotto di pelle vecchio stile. Per un attimo, mi si secca la gola.
-'Tesoro dove vai? Stavo venendo a trovarti.' Sussurra confusa. Le sfioro la bocca con la punta del pollice. Si lascia accarezzare.
-'Devo andare piccola. Ci vediamo domani.' Dico continuando a torturarla con le dita. Lei mi getta le braccia al collo, di colpo commossa.
-'So che ritorni da me.' Sussurra con la voce rotta. Le bacio la fronte e vado via.

-'Blondie cosa c'è?' Sono seduto ai piedi del suo letto mentre lei è accanto alla vetrata con addosso solo una vestaglia bianca. I capelli le circondando il viso ed io mi sento un figlio di puttana fortunato.
-'Ho bisogno di te.' Dice, avvicinandosi e poggiandomi una mano sul volto. Gliela bacio e lei chiude gli occhi sospirando.
-'Dimmi che mi ami.' Sussurra, la determinazione nella voce.
-'Blondie..' Dico mentre lei si lascia accarezzare. Geme.
-'Ho bisogno di sentirlo.' Sospira ancora.
-'Ti amo. Ti amerò sempre.' Rispondo, un sussurro che può sentire solo lei. Geme più forte mentre si lascia spogliare, mentre si lascia amare in una stanza fuori dal mondo che nessuno a parte noi conosce.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora