Capitolo 16

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Quando apro gli occhi, Bree mi sta già guardando. E' poggiata su un gomito e mi guarda come se fossi la cosa più bella della sua vita. Per un attimo, mi si stringe il cuore. Non dovrei essere la cosa più bella, ma la più brutta. Eppure, sono segretamente contento di quel suo sguardo su di me.
-'Da quanto mi guardi dormire?' Chiedo carezzandole una guancia.Lei chiude gli occhi per un attimo. Poi torna a fissarmi con la sua aria sognante.
-'Oh, da poco. Sei così bello quando dormi.' Dice sorridendo.
-'Solo quando dormo?' Chiedo alzando un sopracciglio e reprimendo un sorriso.
-'Tu sei bello sempre ma questo lo sai già!' Dice facendomi la linguaccia.
-'Ah Bree..' Le dico mordendomi apposta un labbro. Lei sussulta per poi scuotere la testa. Si sistema sul letto, incrociando le gambe ma senza smettere di guardarmi.
-'Parlami di lei.' Dice di colpo. La guardo.
-'Perché cazzo vuoi sapere di lei?' Chiedo improvvisamente aspro. Lei sembra rimpicciolire sotto il mio sguardo. La sua bella bocca trema.
-'Sono solo curiosa. Tu non mi dici mai niente.' Sussurra commossa.
-'Oh, e va bene però dopo non venire a piangere da me se quello che sentirai ti farà male.' Dico guardandola. Lei si accoccola sul mio petto mentre inizio a raccontare.
-'Quando l'ho conosciuta, sembrava un'altra vita. All'epoca, volevo solo scrivere e bere fino a morire. La vidi al bancone di un bar, una sera d'estate. La pelle era bianca, i capelli biondi e il suo vestito rosso mi faceva venir voglia di essere volgare. La guardai per un tempo infinito prima di baciarla. Lei mi diede uno schiaffo, ed io, la baciai ancora. Le sue labbra sapevano di peccato carnale e sangue.' Dico improvvisamente cupo. Bree rabbrividisce al mio fianco. La guardo.
-'Vai avanti. Sto bene.' Dice rincuorandosi. Proseguo.
-'La settimana dopo, si ripeté la stessa scena. Fu così che la nostra storia iniziò. L'amavo duramente. Di un amore impossibile che mi spezzava le ossa ad ogni respiro. Di giorno andavo con altre ma nella testa, nella pelle, nel sangue, sempre e solo lei. Io vivo senza di lei, ma non come quando c'è lei. Lei ce la fa senza di me, senza di me, lei è ancora lei. All'epoca, era già direttrice di una grande casa di moda che diverrà sua nel giro di un paio d'anni e da allora, mi sono dedicato alla carriera. Prima non mi interessava niente, poi m'importava di tutto. Ecco l'effetto che mi fa Blondie.' Sussurro sospirando. Bree emette un lungo respiro. Non m'ero accorto che avesse smesso di respirare. Ci guardiamo a vicenda.
-'Tu di amarla non smetterai mai.' Dice improvvisamente consapevole.
-'Sarebbe un po' come morire. Ma da quando ti ho incontrato so anche cosa vuol dire vivere. Vieni qui.' Dico richiamandola al mio petto. La stringo forte e respiro il suo profumo di pesca e d'innocenza.
Ah, Bree.

In serata sono stanco. Ci sono troppe bottiglie vuote sul bancone e troppe sigarette nel mio posacenere accanto la finestra. Non riesco a dormire e d'improvviso, la notte mi va stretta. Ripenso a Bree, a quello che le ho detto su Blondie. Forse ho sbagliato, forse ho fatto la cosa giusta. Non lo so e nel contempo, bevo.

Mi sveglio di soprassalto e fuori piove a dirotto. Non so cosa mi prende. Sudo freddo e di scatto, apro la porta del terrazzo, uscendo a piedi nudi e bagnandomi sotto l'improvviso acquazzone. Gocce di pioggia cadono sulla mia testa, bagnando il mio corpo e la mia debolezza. Stanotte il cuore va più lento, il respiro s'affatica e fingere che vada tutto bene, non serve più.

Sono in ritardo. La sveglia non ha suonato e mi precipito giù per le scale. M'imbatto in Blondie. Indossa un comodo abito blu scuro che mette in risalto la sua pelle fragile. Stringe tra le mani un sacchetto della colazione e mi saluta con uno dei suoi sorrisi più luminosi.
-'Stavo venendo ad augurarti buon giorno.' Sussurra facendomi l'occhiolino. Per la prima volta in due giorni, mi viene da sorridere.
-'Sono già in ritardo piccola. Ci vediamo stasera.' Sussurro appena, prima di girare le spalle e allontanarmi da lei e dal peccato che induce in me.

A lavoro sono irrequieto. Non riesco a concentrarmi sui documenti che ho davanti e non riesco ad ascoltare ciò che sta dicendo Gaston da più di mezz'ora. Non sarei dovuto venire in ufficio. Lo sguardo di Blondie sulla mia pelle, ci penso da quando sono arrivato questa mattina. Lo interrompo a metà frase prima di prendere la giacca e raggiungerla.

Blondie lavora in un grande ufficio tutto suo e rimane sorpresa e confusa alla mia vista, sulla soglia della sua porta. La stringo forte a me e respirando il suo profumo, mi sento di nuovo io, di nuovo integro, pieno. Le mie mani esplodano la sua vita sottile, il suo sedere fasciato nel tubino che indossa.
-'Che cosa mi fai..' Riesco appena a dire. Lei mi stringe i capelli tra le dita.
-'Potrei dire lo stesso..' Sussurra appena, prima di perdersi in noi.

-'Sai, Bree mi ha chiesto di te.' Le dico, mentre mi accendo una sigaretta, mentre la guardo rivestirsi. Il suo corpo, scatena tempeste e uragani.
-'Ricordo che le tue labbra sapevano di peccato carnale e sangue.' Dice, sorridendo al ricordo e scuotendo la testa, tornando al presente.
-'Ho detto esattamente la stessa cosa..' Mi vien da dirle. Lei mi guarda e lascia perdere i vestiti. Si siede sulle mie gambe e mi poggia le mani al collo. Mi guarda per un tempo infinito e per un attimo, vorrei che noi fossimo infiniti. Ma non lo è il tempo.. e figurati noi.
-'Sarai sempre la mia stella. La mia stella maledetta.' Mi vien da dirle e in un pomeriggio di fine ottobre, muoio e rinasco, allo stesso tempo nei suoi occhi.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora