Capitolo 15

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Quando mi sveglio, sono solo a letto. Fuori l'alba sta sorgendo e noto Blondie a piedi nudi, intenta a godersi il sole che sorge, da dietro la portafinestra del terrazzo. Scendo dal letto e la raggiungo. Le circondo i fianchi con le braccia, mentre lei poggia la testa sulla mia spalla. Sospira. Respiro il miracolo della sua pelle e mi sento improvvisamente a casa. Lei si gira nella mia direzione, penetrandomi con i suoi occhi chiari. Solo lei riesce a smarrirmi con lo sguardo.
-'Sei la mia stella Blondie, la mia stella maledetta.' Mi vien da dirle. Lei mi stringe più forte, senza dire nulla.

Quando rientro, mi sento stanco. Ripenso alle sue mani, alla sua bocca, ai suoi capelli biondi stretti intorno alle mie dita. Sospiro, mentre mi riempio un bicchiere di vino. Non ricordo quanti bicchieri aspetti di finire, prima di crollare in un sonno buio e tormentato.

Mi sveglio di soprassalto. La sveglia tace ancora, ma da dietro le tende, noto che il sole sta prendendo il posto della luna e che i miei incubi stanno per tornare nel buio. Mi sbarbo e mi faccio un bagno caldo, indossando il mio completo nero preferito. Lascio i primi due bottoni slacciati, perché oggi va così. Prima di raggiungere l'ufficio mi ricordo che oggi Bree, iniziava il suo primo giorno di lavoro come assistente di un noto pittore.
Senza pensarci la raggiungo.
Quando varco la soglia dell'ingresso, non mi è difficile trovarla. E' seduta dietro ad un'enorme scrivania color crema con appunti e fogli sparsi qua e là. E' intenta ad addentare un croissant e quando si pulisce la bocca con un dito, avverto un fremito nei pantaloni, come se fossi un ragazzino arrapato. Cazzo.Scruto velocemente l'ambiente circostante: le pareti sono bianche, minimalista e tutto sembra molto freddo e asettico. Ci sono altri ingressi ai lati della sala ma quello che mi interessa è proprio sotto il mio sguardo.
-'Mi scusi...' Mi vien da dire, mentre lei si ricompone prima di guardarmi.
-'Posso fare qualcosa per l..' Le parole le muoiono in gola, quando alza lo sguardo e mi nota elegantemente in piedi di fronte a lei.
-'E tu cosa ci fai qui?' Chiede improvvisamente confusa e disorientata. E' divertente e stuzzicante guardare le sue guance arrossarsi e avvertire il suo respiro cambiare.
-'Ero in zona, sai alcune proprietà vanno tenute sotto controllo.' Le dico, mentre il mio sguardo si posa sulla sua camicetta bianca troppo sbottonata. Lei nota i mie occhi e istintivamente porta le mani alla scollatura, avvampando.
-'Proprietà sotto controllo..?' Dice e la sua confusione è lampante.
-'Il tuo pittore è bravo nel suo lavoro?' Chiedo mentre sistemo una sua ciocca di capelli, sfuggita dall'elastico, dietro il suo orecchio. Quel leggero contatto la fa rabbrividire.
-'..credo di si.' Sussurra, chiudendo gli occhi per un attimo e gustandosi il mio tocco. Le mie dita si spostano sulla sua bocca schiusa e improvvisamente la voglio, adesso, ora, come sempre.
-'Ti voglio.' Mi vien da dire. Lei apre gli occhi di scatto, come se le avessi confessato un segreto oscuro. Si guarda rapidamente intorno prima di tornare a guardare me.
-'Non vorrai farlo qui vero?' Chiede mordendosi un labbro. Mi distrae.
-'Perché no? Ti voglio e il tuo pittore non c'è..' Rispondo, girando intorno alla scrivania e trovandomi a pochi passi da lei. Si alza dalla sua sedia e indietreggia involontariamente.
-'Non qui..' Risponde scuotendo la testa poco convinta.
-'Non mi vuoi?' Chiedo avvicinandomi di più. La intrappolo sulla parete. Sento l'odore della sua pelle, l'odore di pesca e innocenza, e mi sento ubriaco di lei. Lei sospira rumorosamente, lasciandosi per un attimo accarezzare. Ma l'attimo finisce e lei, sembra prendere possesso di se stessa e di cosa sta accadendo.
-'Ti ho detto non qui.' Ripete con più determinazione nella voce.
-'Non vedo dove sia il problema. Il tuo pittore non c'è, siamo soli ed io ti voglio e so che anche tu mi vuoi. Altrimenti non saresti arrossita e il tuo respiro non sarebbe cambiato..' Mormoro mordicchiandole un lobo. Lei sussulta.
-'E' il mio primo giorno di lavoro. Per favore, ti prego, lasciami stare. Stasera potrai fare di me quello che vuoi. Va bene? Ma ti supplico va via.' Mi chiede una Bree confusa, improvvisamente bambina a differenza degli abiti da donna che porta.
-'Arrivi a supplicarmi? Oh, cosa devo fare con te? Tutto quello che voglio, eh? Farai bene a non dimenticarlo. A più tardi bambina.' Le soffio un bacio e prima che se ne renda conto, sono fuori dalla porta.

In ufficio, è tutto troppo pigro. Oggi ho lasciato la porta del mio ufficio aperta e noto che perfino i dipendenti per una volta, sono tutti tranquilli. Perfino Gaston se ne sta dietro la sua scrivania, intento a scarabocchiare qualcosa su un foglio con la sua bic nera. I gesti circolari delle sue dita, non riescono a distrarmi a lungo.Per un attimo, la mia mente si reca da Bree e alla sua promessa di concedersi stasera affinché la lasciassi stare nel suo piccolo ufficio. Mi viene da sorridere.
Ah, Bree, cosa potrei mai non farti?

In serata, sono irrequieto. E' mezzanotte passata e di Bree non c'è traccia. Ho anche pensato di chiamarla, ma qui, quello importante sono io.
Finisco la bottiglia di vino e in frigo ce n'è un'altra che mi aspetta, ma credo che attenderà ancora un po'. E poi due colpi alla porta, mi fanno improvvisamente tornare a sorridere. Ovviamente, è lei. Indossa abiti diversi da quelli dell'ufficio ed è fresca di doccia. Le sue gambe scoperte mi fanno venir voglia di essere volgare.
-'Ti stavo aspettando.' Dico mordendole apposta un pezzo di collo scoperto. Lei sussulta.
-'Speravo che bere qualche goccio in più, ti avrebbe addolcito.' Sussurra, prima di scoppiare a ridere come se avesse appena raccontato qualcosa di divertente. Assottiglio lo sguardo, mentre ci accomodiamo sul divano ad angolo.
-'Vuoi farlo sul divano?' Chiede improvvisamente. Stavolta sono io, a scoppiare a ridere. Lei mi guarda.
-'Hai qualche preferenza? Sono tutto orecchi.' Dico civettuolo. Lei sbuffa.
-'Sei tu la mia unica preferenza.' Dice d'un fiato, le pupille improvvisamente dilatate.
-'Ben detto. Solo io.' E metto fine alla conversazione, avventandomi su di lei.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora