Capitolo 17

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Quando mi sveglio, sono solo a letto. Sono appena le tre del mattino, ma non riesco più a dormire. Con la mente ritorno alla giornata appena trascorsa, agli occhi di Bree e alla pelle di Blondie. Mi guardo allo specchio e nel buio, quasi stento a riconoscermi. Gli occhi grigi sembrano due pozze scure dove far affogare peccati e segreti mai confessati. Ripenso al passato, a Blondie e a tutte le cose che abbiamo fatto. Condividevamo la stessa idea che il mondo fosse un palcoscenico e che ognuno di noi, dovesse essere un bravo attore per recitare la propria vita. Solo che ad un certo punto, io mi son perso dietro le quinte e lei se n'è andata, lasciandomi con un copione in mano e il sipario calato a metà.

Quando mi sveglio, noto Grace seduta ai bordi del letto. Stringe un cuscino tra le mani e mi guarda, con una frase negli occhi che non riesco a leggere.
-'E tu che ci fai qui?' Sussurro stralunato. Lei si morde un labbro per nascondere un sorriso. Guardarla mi fa venire sete. Indossa dei jeans attillati e una camicetta rosa troppo trasparente. Si muove appena eppure ogni movimento, mi fa venire voglia.
-'Sono venuta ad augurarti buongiorno.' Sussurra in modo seducente, lasciando perdere il cuscino. Si avvicina nella mia direzione e mi passa un dito sulla barba, prima di sedere a cavalcioni su di me. Il suo respiro è irregolare e il suo seno è come un banchetto per un uomo che non mangia da mesi. Ah, Grace, cosa mi fai.

-'Grace, posso farti una domanda?' Chiedo mentre mi accendo una sigaretta. Lei si poggia su un gomito, lasciando che il lenzuolo le scopra la pelle bianca cosparsa di lentiggini, che in quel momento dopo il sesso, mi ricordano stelle.
-Tutto quello che vuoi, lo sai.' Dice, facendo la civettuola. Reprimo un sorriso.
-'Perché non mi sono innamorato di te? Con te è tutto così dannatamente semplice.' Mi vien da dirle. Lei trattiene il fiato per un tempo che mi sembra infinito. Poi sospira.
-'E' semplice, perché noi vogliamo che sia semplice. Però noi, non abbiamo bisogno di noi. Tu hai la tua vita, ed io la mia. Stiamo bene così.' Dice per poi sorridere. Un sorriso forzato. Si alza in piedi, lasciandosi scoprire e illuminare dal bagliore del mattino. Raccoglie le sue cose.
-'Tu mi ami Grace?' Mi esce da bocca. Lei si gira a guardarmi. Sorride ancora.
-'Una volta lo credevo. Credevo di amarti e volevo che tu mi amassi. Volevo essere l'unica per te, ma infondo, ogni donna vuole essere l'unica. Te l'ho detto, noi non dobbiamo sforzarci. Noi stiamo bene così.' Dice, per poi baciarmi la punta delle labbra e andare via, lasciando qualcosa nella stanza, che porta il profumo di fiori e tristezza.
Non avevo mai pensato a Grace, in quel modo. Lei si divertiva a stuzzicarmi, a chiedermi di fidanzarci ma non l'avevo mai presa sul serio. Sapeva che appartenevo ad un'altra, sapevo che non mi apparteneva. Eppure Grace, una volta mi amava.

Nel pomeriggio, esco a fare due passi. Il cielo è nuvoloso ma non m'importa del tempo. Passo a trovare Bree e mi apre una zia stranamente scomposta e mezza svestita. Mi dice che non c'è, che è uscita con James per una gita fuori porta e ha fretta di chiudermi la porta. Rimango li, impalato sulla sua soglia, inconscio delle mille emozioni che mi attraversano. E' strano non trovarla, strano saperla di un uomo che non sono io.

In serata sono sbronzo. Le luci sono già accese e sul bancone ci sono due bottiglie di vino vuote e qualche bottiglia di birra ancora piena. Se chiudo gli occhi, me la immagino nuda, qui davanti a me, che implora di farsi toccare ancora, ancora un'ultima volta. Se chiudo gli occhi, quasi sento il suo profumo che mi accarezza, che mi vizia, che si posa sulla pelle consumata dai morsi e dalle cose che non si possono dire. Se chiudo gli occhi, lei e qui con me e non se ne va, non mi lascia da solo. Se apro gli occhi, ci sono solo io su questo cazzo di terrazzo a dire cose a cazzo, senza lei che mi stringe la mano.

Rehab.Farò rifare il cielo per quando tornerai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora