<<Padre io->>
<<SILENZIO! >> gli occhi di io suo padre lanciavano fiamme.
Re Tritone era una brava persona, amata e rispettata dal suo popolo e quasi sempre pacato.
Ecco appunto, quasi.Le volte in cui si arrabbiava valevano per cento.
Per essere onesti però, non è stato così da sempre, da quando la madre di Harry è morta il re è caduto in una sorta di depressione.Quindi il figlio in qualche modo era felice di averlo fatto infuriare, la rabbia è pur sempre un'emozione.
Ma il sorrisino canzonatorio del sirenetto si spense quando il padre riprese a parlare.<<Un pesciolino mi ha detto che sei salito in superficie Harry. È vero? >> il ragazzo deglutì a vuoto.
<<Non sento una risposta Harry. È vero?! >> il suo tono era spazientito.
<<Veramente uhm... B-beh io >>
<<Non sopporto quando balbetti Harry. >> Già. Non lo sopportava. Era una cosa che Harry faceva ogni tanto, a causa della sua forte timidezza o del disagio che provava in determinate situazioni.
Spesso il padre non si accorgeva di dire la frase sbagliata al momento sbagliato.
<<Posso almeno sapere chi è il "pesciolino? >> chiese retorico Harry.
<<Tua sorella maggiore Eleonor>>
Il giovane alzó gli occhi al cielo.
" Impicciona" pensó.<<Ma padre vado lì soltanto per allenarmi con il canto e->>
<<Quindi ci sei stato più di una volta?! >> sbraitó il padre.
Gli si avvicinò notevolmente e <<Harry. Figlio mio>> cominciò a parlare più lentamente << non puoi rischiare di farti vedere da quei mostri. Se uno di loro dovesse catturati? Eh? Spiegami cosa potresti fare? >><<Ma padre non sono tutti così->> evidentemente questa era la cosa peggiore da dire perché lo schiaffo che ricevette fu davvero forte.
<<Ti proibisco di tornare o anche solo di avvicinarti al mondo degli uomini! >>
<<Ma padre->> mormoró sconsolato Harry.
<<Se sento un altro ma padre>>
La discussione tra padre e figlio terminò così: con il re che usciva dalla stanza dando le spalle al figlio e con Harry che correva in camera sua per piangere e pensare a perché la loro mamma li aveva abbandonati.
Harry cercò invano di soffocare un singhiozzo.
Da piccolo, quando le urla dei suoi familiari diventavano troppo forti lui andava a rifugiarsi tra le braccia di sua madre. Adesso però le lacrime cadevano veloci sulle sue guance e tutto quello che poteva fare era stringersi le braccia intorno al busto e consolarsi da solo.Harry era abituato così: a soffrire senza disturbare. In silenzio. Singhiozzando il più piano possibile, lontano dagli occhi altrui.
Sapeva che piangere e sfogarsi era normale, solo che era stato talmente abituato a farlo da solo che gli pareva quasi assurdo farsi consolare da qualcunaltro.
Il giovane dagli occhi verdi sentì il fruscio della tenda di alghe che veniva scostata, segno che qualcuno stava arrivando.
<<Non voglio vedere nessuno. >> piagnucoló il sirenetto nascondendo il volto.
<<Nemmeno me? >> la voce calda e dolce di suo fratello lo fece balzare in piedi.
<<Oh Liam>> Harry gli buttóke braccia al collo.
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Il canto della mia dolce sirena (LARRY)
Fanfiction~ > balbetto il sirenetto prendendo la camicia che il principe gli stava ponendo. > Louis era stato subito colpito dallo sconosciuto. Era uscito leggiadro dalla schiuma delle onde e con quelle belle cambe avrebbe potuto fare invidia alla Venere d...