Parte Sedici

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<<Nick, hai visto Louis? >

<<Gesù Harry stai tremando. E dagli occhi direi che hai pianto parecchio>>
I suoi ricci ricadevano sulla sua fronte, gli occhi erano rossi e dilatati e il suo corpicino era scosso dai brividi a causa dei vestiti fradici.

<S-sì beh io e Louis abbiamo litigato. Lo ho visto entrare e->>

<<Aspetta vuoi dirmi che sei andato fuori con questa tempesta?>> il suo sguardo era tremendamente preoccupato mentre gli scostava qualche ricciolo dagli occhi.
<<Forza tesoro vai a farti un bel bagno caldo e cambiati questi vestiti. Poi andrai a parlare con Louis. >>

Il riccio annui e a testa bassa di diresse su per le scale.

<<Harry>> lo richiamò l'amico <<che cosa è successo? >>

<<Niente>> deglutì. Si sentiva così umiliato<<gli ho semplicemente detto la verità. >>

Lo sguardo dell'assistente si addolcì <<Non preoccuparti. Devi solo dargli del tempo, magari qualche giorno e vedrai che alla fine capirà il motivo per cui gli hai mentito.>>




















Due giorni dopo...

<<Lou? Lou sei qui? >> spinse la porta e buttó la testa nella stanza del principe.
<<Harry vattene non voglio vederti. >>

Nonostante questo però Harry si fece coraggio ed entrò in quella camera che li aveva visti scambiarsi sussurri d'amore per una notte intera.

Prese a giocare nervosamente con le maniche del maglione che indossava.
Lo sguardo di Louis su di lui era glaciale e le sue guance si imporporarono per la vergogna.

D'altro canto il principe decise di rimanere seduto, perché se si fosse alzato evidentemente avrebbe afferrato il minore per i fianchi e lo avrebbe baciato fino a consumargli le labbra. Andiamo! Come poteva essere così carino e coccoloso? Aveva i ricci ancora leggermente bagnati e emanava un profumo buonissimo, evidentemente si era appena fatto un bagno caldo.
E poi quel maglione... Aveva indosso uno dei suoi maglioni e ci stava così bene. Sembrava un cucciolo e lui voleva davvero stringerselo al petto.
Cazzo no lui doveva essere infuriato. E lo era, lo era eccome.

<<Che cosa vuoi ancora Harry? Cos'altro non so della tua vita? >> strinse i pugni lungo i fianchi.

<<Volevo parlarti e chiare da persone civili. >>

<<Civili dici? Le persone civili non mentono? >>. Si alzó in piedi di scatto siccome il minore si era avvicinato.
Non voleva ascoltarlo. Si sentiva usato e umiliato, aveva creduto a tutto quello che l'altro gli aveva detto. Ogni singola parola.

<<Se solo mi lasciassi spiegart->>

<<No! >> urló cominciando a fare su è giù per la stanza.

<<Ti prego hai il diritto di->>

<<Ho detto di NO! >> Scaraventó a terra uno dei tanti vasi che erano presenti nella sua stanza e uscì da lì più infuriato di prima.

Harry intanto stava avendo un secondo attacco di panico quel giorno.
La gola bruciava e si sentiva davvero male. Era come se qualcuno gli avesse conficcato una lama nel petto e la stesse ruotando affinché arrivi fino in fondo, fino al cuore.
<<Lou>> effettivamente la lama c'era, ma non le cuore. Infatti nel tentativo di seguire l'altro, Harry mise un piede su un coccio di ceramica.
Urló di dolore. Il suo piede prese immediatamente a sanguinare.

Il canto della mia dolce sirena (LARRY) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora