Parte Tredici

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(Consiglio di ascoltare la canzone Kingdom Danc, mi da ottime vibes per le scene descritte in questo capitolo)

Harry's POV
Eravamo immersi tra i colori, i profumi di spezie e i borbottii della gente si mischiavano con i nostri.
Avevamo preso a parlare del più e del meno mentre ci facevamo spazio tra le bancarelle.

Sorridevo istintivamente alle persone che mi passavano affianco e mi guardavo intorno con gli occhi sgranati. Andavo da una parte all'altra mettendo le mani ovunque e provando qualsiasi cosa mi andasse; Louis non lasciava mai la mia mano e da quando eravamo arrivati in piazza non smetteva un attimo di depositare dei caldi baci sul mio collo.
Inutile dire che io stavo letteralmente esplodendo per quelle piccole attenzioni.

Gli rivolsi un piccolo sorriso ma lui non smetteva di far collidere le sue belle labbra al mio collo. Sembrava che volesse far intuire a tutti quelli che ci stavano intorno di chi fossi. A quel pensiero un brivido mi percorse la schiena.
Mi portó ad una bancarella dove vendevano foulard e bandane di tutti i colori immaginabili e dopo avermene comprati una decina riprendemmo a muoverci tra il baccano.

Mi sentivo vivo. Era une bella giornata.

I vari profumi dei cibi si disperdevano nell'aria come i petali dei soffioni.

Le stradine colorate e ripiene di negozietti mi facendo sentire un vero e proprio turista. Louis al mio fianco non la smetteva di indicare tutto quello che ci circondava e prendeva a parlottare sulla storia degli edifici e dei monumenti.
Raggiungemmo una bellissima fontana dove Louis mi costrinse a lanciare una moneta.

<<Perché dovrei gettare dei soldi nell'acqua? >>

<<Ma no Harry è una cosa simbolica, porta fortuna. Devi esprimere un desiderio e successivamente lanci la moneta nell'acqua. >> mi mise tra le mani un soldino e mi fece voltare un modo che dessi le spalle alla grande fontana.

Si era messo alle mie spalle <<Adesso chiudi gli occhi>> il suo fiato caldo si infranse sul mio orecchio e ciò mi fece nascere la pelle d'oca.
Lui evidentemente se ne accorse e sorrise diverto <<Lou>> sussurrai.
<<Tranquillo sono qui. Devi solo pensare alla cosa che desideri di più al mondo e lanciare la moneta. >>

"Louis sono vittima degli occhi tuoi. Voglio svegliarmi tutte le mattine con due gemme blu che ricambiano il mio sguardo e voglio andare a dormire quando la luna è alta nel cielo e i tuoi occhi sono ancora più belli del solito.
Questo, mio bel principe, è il mio desiderio. "

Lanciai la moneta e sentii il rumore che si infranse nell'acqua. Sorrisi. Era una bella giornata.






<<O cavolo scusami. >> guardai in basso e mi ritrovai due occhi color nocciola che mi guardavano luccicanti. Appartenevano ad una bambina che era seduta per terra a giocare insieme ad altri bambini che mi guardavano nello stesso modo.

<<Che bei capelli! Ti prego posso farti le trecce? >> sfarfalló le ciglia e fece il labbruccio. Cedetti e mi sedetti affianco a lei mentre almeno altre cinque bambine mi mettevano le mani tra i capelli.
Louis ridacchió e mentre riceveva da parte mia una linguaccia un bambino lo strattonó per la manica della giacca.

<<Principe Louis vieni a giocare con me? >> il maggiore dopo un attimo di esitazione annui e si fece portare in un altro punto della piazza.

<<Cosa stanno facendo? >> indicai Louis che, come gli altri bambini, aveva preso in mano dei bastoncini colorati e si era messo a disegnare sulle mattonelle della piazza.

La prima bambina che mi aveva rivolto la parola rispose <<Quelli che hanno in mano sono dei gessetti colorati. Evidentemente staranno scrivendo qualcosa. >>

<<Cos'è quello Lou? >> Louis alzó lo sguardo su di me e notai che le sue mani erano tutte impasticciate di colori.
<<Sei davvero bellissimo Harry>> si alzó in piedi e guardó attentamente le mie trecce << stavo facendo giocare i bambini a scalone. >>
Guardai verso il basso e notai delle caselle colorate con all'interno dei numeri.
<<Mi insegni? >>

Inutile dire che dopo poco ci ritrovammo a spintonarci mentre ridavamo come dei matti. I bambini ci correvano allegramente intorno e io avevo persino creato un disegno con i gessi colorati.
Il sole era alto nel cielo e mi sentivo leggero.
Eravamo ubriachi di freschezza e la sensazione che sentivo nel petto mentre Louis mi stringeva a sé non cessava anzi, continuava a crescere.
<<Harry la senti? >>

<<Che cosa? >>

<<La musica Harry! Forza andiamo! >> Louis riprese a correre e io come sempre lo seguivo. Tra noi ormai funzionava così: uno correva davanti all'altro e si faceva raggiungere. La cose più dolce di tutto questa situazione era che Louis si girava sempre a cercarmi. Mentre passeggiava, mentre correva o metre danzava, Louis si voltava sempre per assicurarsi che io fossi lì.

Successivamente scoprimmo che la misica proveniva dal centro della festa. Era pomeriggio inoltrato ormai e la banda aveva incominciato a suonare scatenando alleggria in tutti i passanti. Tra tutto quel frastuono mi venne in mente mio padre e la sua festa che avrei dovuto organizzare...ma lui era ancora mio padre? Nel senso io me ne ero andato e la domanda che maggiormente mi tormentava era se lui mi volesse ancora come figlio.

La canzone che risuonava nell'aria era stupenda e la musica mi era entrata nelle vene facendo aumentare le pulsazioni del cuore. Senza nemmeno accorgemene presi a ballare.
Le persone battevano le mani mentre io mi scatenavo e piroettavo al centro della piazza. Riuscì a coinvolgere altre persone a ballere con me e approfittando della distrazione di Louis lo afferrai per un braccio portandolo a con me.
Dopo i primi tentativi di Louis, cedette e si mise a ballere tra la folla.
Volteggiammo e battemmo i piedi per terra mente il cerchio si formava intorno a noi. Le persone ripesero a battere la mani quando io e Louis ci avvicinammo notevolmente per danzare assieme.

Eravamo ubriachi di vita. Ubriachi di quell'euforia dovuto alla canzone che pompava nel petto e alla salsedine che l'arietta serale aveva fatto arrivare fino a noi.

La testa girava ma non me ne preoccupai. Cercai gli occhi del mio principe e scoprii che anche lui stava cercando i miei. Sorridemmo e quando la musica cessò di colpo decisi di smaltire tutta l'euforia e l'eccitazione che avevo accumulato in quella giornata e lo feci. Lo presi per la camicia e lo baciai.

Sorrisi. Era una bella giornata.









Il canto della mia dolce sirena (LARRY) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora