Parte Cinque

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La ragazza che si trovava difronte a Harry era bella.
Spaventosamente bella,aggraziata nei suoi gesti e determinata nei suoi discorsi.  L'opposto del piccolo principe insomma.

La difficoltà riferita alle posate l'aveva superata abbastanza velocemente, semplicemente imitando i gesti che vedeva intorno a sé.

Il vero problema era la parola. Harry era un gran chiacchierone, soprattutto a tavola, ma era rimasto ammutolito per tutta la cena.
Non sapeva cosa dire e le poche volte che tentava di aprir bocca, la brunetta davanti a lui lo ostacolava con la sua parlantina.

Harry avrebbe tanto voluto ficcarle l'osso di pollo in bocca e vedere se avrebbe davvero continuato la conversazione. Quella ragazza era davvero estenuante.

<<-Harry? >>

Il diretto interessato alzó lo sguardo dal suo piatto e quasi di riflesso cercó quello di Louis.

<<Uhm mi scusi può ripetere? >>
<<Le ho solo chiesto per quanto tempo pensa di fermarsi qui? >> ripeté gentilmente quello che aveva capito essere il padre di Louis.

<<Una settimana suppongo. Mi piacerebbe visitare i dintorni. >>una settimana era il tempo che aveva per far cadere Louis ai suoi piedi e adesso, a cena quasi finita aveva capito che la competitività era alta.

La giovane principessa che era seduta insieme a loro sembrava una specie di sanguisuga. Non aveva nessuna intenzione di mollare Louis e ad Harry tutto questo non piaceva affatto.

























<<Quindi ti piacerebbe visitare la città? >>  finità la cena Louis aveva accompagnato Harry nella sua camera da letto.

<<Sì>> confermó occhi verdi che appena entrato in camera aveva ripreso a saltare sul letto.

<<E dove-Harry cavolo fermo vomiterai la cena. >> il principe salì sul letto e lo afferró per le spalle.
Era un rimprovero ma il tono era scherzoso. Gli ricordava quando lo aveva usato nella grotta per chiedergli di cantare.

Quanto avrebbe voluto cantare per Louis.

<<Scusami. Comunque è uguale davvero, portami in un posto che ti piace. Fammi provare qualcosa che ti emoziona oppure raccontami la tua storia. Voglio davvero vedere questo posto e coglierne le differenze... Le uhm differenze rispetto al mio paese si intende. >>  arrossì Harry. Cavolo se era logorroico.

<<Wow sirenetto, hai una lingua lunga. >>

<<Sì in effetti spesso straparlo e-come mi hai chiamato?! >>

<<Sirenetto>> ridacchió Louis <<perché sei uscito dai flutti bello e leggiadro come una sirena>>

Harry sospiró sollevato. Per un istante il suo cuore si era fermato e aveva temuto che il maggiore avesse scoperto tutto.

Sorrise gentile a occhi blu e si buttó esausto sul letto.

<<Adesso vado a dormire anche io. Se dovessi aver bisogno di qualcosa la mia stanza è proprio qui difronte okay? Mi prometti che se dovessi aver bisogno di me mi chiamerai sì? >> improvvisamente Harry sentì il petto riscaldarsi, proprio all'altezza del cuore.

<<Sì Lou>> mormoró con voce assonnata mentre le palpebre si facevano pesanti.
La sua vista si fece sfuocata e si rilassó completamente contro quel morbido giaciglio.

E proprio mentre Morfeo lo stava accogliendo tra le braccia, qualcosa di morbido gli sfioró la fronte.
<<Buona notte mia dolce sirenetta>>



























Emette un leggero mugolio e sfarfalla le lunghe ciglia. Si stiracchia braccia e gambe e si solleva su un gomito guardandosi intorno.
Le tende sono state aperte e la timida luce mattutina viene a fare visita ad Harry.

<<Oh finalmente ti sei svegliato>> si volta lentamente verso la porta e vede l'assistente di Louis entrare in camera con un vassoio in mano.

<<Ti ho portato la colazione>> i capelli di Harry saranno un disastro e Harry si trova così bene sotto le coperte che non sa proprio come gli umani facciano ad alzarsi tutte le mattine.

<<Buongiorno Nick>> sbadiglia <<uhm... Dove è Louis? >>

<<Il principe è solito andare a camminare sulla spiaggia all'alba, lo fa tutte le mattine. Tornerà presto. >>

Oh cazzo. Cazzo cazzo cazzo.
Se ne era completamente scordato. Louis all'alba va alla Bocca degli Dei ed evidentemente non trovandolo lì avrà pensato che Harry se ne frega di lui.
Cioè sa che sta parlando di sé stesso ma Louis non sa che sono la stessa persone e... Dio che casino.

Il sirenetto affonda nuovamente la testa nel cuscino e mugula <<Nick ho fatto un casino. >>

L'altro ridacchia <<Di già? Sono a malapena le otto di mattina Harry>>

Si sente una persona di merda, aveva promesso a Louis che sarebbe tornato alla grotta. Da quando è arrivato lì non ne fa una giusta.

<<Qualsiasi cosa sia successa, non c'è nulla che un buon caffè non possa aggiustare>>

E se Harry, bevendo la tazza che Nick gli offre, finisce per fare un sorriso grande quanto il sole, a noi non è consentito saperlo.

Il canto della mia dolce sirena (LARRY) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora