Capitolo 18

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Isabella POV

Io e Jordan avevamo parlato parecchio e mi ero resa conto che dietro a quel suo essere costantemente scherzoso c'era una persona che sapeva essere anche seria.
Mi aveva raccontato del fatto che fosse stato adottato e che aveva avuto un periodo difficile con i suoi genitori adottivi. Il fatto che lui si fosse aperto con me mi fece sorridere, soprattutto perché non avevamo mai parlato così tanto e di cose serie soprattutto.
Per un momento mi aveva fatto dimenticare tutti i miei problemi, e mi aveva dato modo di pensare ai problemi degli altri, in questo caso i suoi, cosa che prima facevo sempre. Ero una di quelle ragazze che amava ascoltare gli altri e cercare in tutti i modi di essere di aiuto, e da come avevo visto c'ero riuscita anche con lui e questo mi aveva fatto pensare che non ero più così inutile come credevo.

In quel momento eravamo in una terrazza di un centro commerciale, da cui si vedeva tutta Parigi, che illuminata di notte era uno spettacolo da togliere il fiato.
Mi voltai verso di lui e vidi che era con lo sguardo fisso sulla città.
"Jordan, sappi che per qualsiasi cosa io..." con feci in tempo a finire la frase che lui disse un qualcosa che mi fece rimare senza parole..
"Mi piaci.." disse puntando i suoi occhi nei miei.
Con un passo si avvicinò al mio viso prendendomi la mano e poggiando la sua fronte sulla mia.
"Se non è quello che vuoi ti prego fermami.." disse con un filo di voce, mentre si avvicinava sempre di più alle mie labbra.
In quel momento il mio cuore batteva all'impazzata, e non avevo la minima idea di che cosa fare.
Nella mia mente c'era già una persona, ma in quel momento era come svanita nel nulla, c'eravamo solo io e Jordan, nessun altro.
Poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie aspettando che io gli dessi l'autorizzazione, cosa che non si fece ripetere due volte.
Mi baciò come se non aspettasse altro e io ricambiai stringendomi a lui.
Era una sensazione strana ma bella, e probabilmente sarei stata lì per ore se non fosse che sentimmo dei passi venire verso di noi.

Ci girammo entrambi di scatto e la scena seguente fu tutt'altro che bella.
Jace aveva preso per il colletto della maglia Jordan e lo minacciava mentre William cercava di separarli.

"Jace basta, smettila." Urlai a pieni polmoni andando poi verso Jordan e mettendomi tra i due.
Toccai la guancia di Jordan e gli chiesi dolcemente se stava bene per poi girarmi verso Jace con gli occhi di chi avrebbe fatto una strage a breve.
Mi alzai di scatto prendendo Jace per il polso e allontanandoci dagli altri.
"Non avevi il diritto di picchiarlo." dissi a denti stretti.
"No? Ti stava baciando."
"Si, e io ho ricambiato. Stanne fuori Jace. Non sei tu a decidere con chi devo o non devo stare, o chi devo o non devo baciare. Chiaro?
E ora se permetti torno da lui." dissi girandomi per andarmene quando mi sentii afferrare per il polso.

"Sai che non è quello che vuoi. Lo sai bene, perché devi farmi questo, mentire a lui ma soprattutto a te stessa Isabella? Spiegami."

"Tu non sai niente, di quello che penso e che provo. Ripeto Jace, stanne fuori e non metterti in mezzo." dissi seria.

"Vorresti dirmi che se facessi questo.." disse avvicinandosi a un palmo dal mio naso "non provi alcun tipo di sensazione? E guardami negli occhi." disse alzando il mento per fare in modo che lo guardassi.

Mi avvicinai a lui.
"No" dissi per poi allontanarmi, lasciandolo li da solo.

Era successo davvero..ero riuscita a dire di no alla persona per cui avevo perso la testa sin dal primo giorno, quando eravamo nella segreteria e lo avevo visto entrare accompagnato da una guardia.

Stavo davvero mentendo a me stessa?
Davvero mi piaceva Jordan?
E come sarebbe andata a finire?
Non avevo la risposta a nessuna di queste domande.
Ma in quel momento mi era sorta un altra domanda..

Come facevano Jace, William e Caleb a sapere dove eravamo io e Jordan?
La risposta non tardò ad arrivare.

Un Audi grigia si fermò di fronte a noi.
Dalla macchina scesero due figure incappucciate.
Mi chiedevo chi fossero e cosa volessero da noi finché entrambi non si tolsero il cappuccio.

Caddi sulle ginocchia a terra con gli occhi fissi sulle due figure.
Non sentivo più nulla. Sapevo che c'era qualcuno vicino che cercava di farmi alzare e riprendere da quello stato di shock.

Jhonatan e Simon erano di fronte a me.

E poi arrivò lui..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora