Capitolo 13

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Isabella Pov
Dopo aver finito di parlare con Caleb tornai a casa pensando a come dire a Jhonatan che avevamo un fratello di cui non sapevamo nulla e soprattutto quando.
Arrivata vidi la macchina della polizia ferma davanti  al nostro palazzo, ma non ci diedi peso più di tanto, soprattutto perché c'erano talmente tanti appartamenti che era difficile capire per chi fossero venuti.
Entrata nell'ingresso vidi due agenti guardarsi intorno.
"Salve posso aiutarvi?" Chiesi cercando di capire.
"Si, stiamo cercando una ragazza, Isabella Morger."
In quel momento mi si gelò il sangue.
Cosa volevano da me? E perché erano così agitati?
"Sono io." dissi con voce tremante.
"Vorremmo parlarle di una cosa."
Gli feci cenno di seguirmi in casa.
Aprii la porta urlando il nome di mio fratello.
Nessuna risposta.
Provai con William e Jordan ma nulla.
Di nuovo nessuna risposta.
Non provai nemmeno a chiamare Violet perché sapevo che era in palestra.
"Volete che vi offri qualcosa? " dissi nervosamente elencando tutto ciò che potevo offrirgli ma alla fine non presero nulla.
"Vorremmo che si mettesse seduta un attimo, gentilmente."
Feci come avevano chiesto mettendomi seduta sul divano con di fronte i due poliziotti.
"Senta, ci dispiace farglielo sapere così, ma suo fratello..."
In quel momento mi si bloccò il respiro, e iniziai ad agitarmi ma li lasciai finire, stritolando intanto con la mano il bracciolo del divano.
"Sul fratello, ha avuto un grave incidente, ora è in coma in ospedale mentre il ragazzo con lui ha ferite multiple abbastanza gravi, ma non in pericolo."
Finì un dei due, lasciando un sospiro, come se avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo.
"Dove sono ora e come è successo?" chiesi cercando di non avere una crisi di pianto.
"All'ospedale vicino al college, una macchina stava venendo contromano, il signore dell'altra auto non ce l'ha fatta.."
In quel momento avrei voluto solo urlare.
I due poliziotti deciso di accompagnarmi in ospedale.
Decisi di chiamare Jordan.
Al terzo squillo rispose.
"Pronto Isabella"
"Pronto Jordan, dove sei?"
"Sono in palestra con William perché?"
"Volevo chiederti se sapevate dove fosse Simon, non l'ho sentito tutto il giorno."
"È con Jhonatan, stavano andando a casa di Simon per prendere alcuni scatoloni."
A quelle parole il telefono mi cadde fra le mani.
Scoppiai a piangere e iniziai ad avere un attacco di panico.
Di nuovo.
Erano due anni che non ne ne veniva uno, grazie a mio fratello che mi aveva sempre aiutata a restare calma.
Il mio migliore amico e mio fratello erano in fin di vita e io non avevo potuto fare nulla per evitarlo.
In quel momento due pilastri fondamentali della mia vita crollarono, e io insieme a loro.
Uno dei due poliziotti prese il telefono e spiegò la situazione a Jordan, per poi portare me da mio fratello.
Corsi per tutto l'ospedale, rischiando anche che la sicurezza mi cacciasse, quando finalmente trovai la sua stanza.
Mi fermai sulla porta appena vidi Jhonatan pieno di tubi.. era ridotto davvero male.
Fu talmente grande lo shock che svenni davanti l'entrata della sua camera, e mi svegliai circa un ora dopo.
Mi ritrovai con una coperta seduta nella poltroncina accanto al suo letto.
Mi alzaii per avvicinarmi a lui.
"Ti prego svegliati, non posso stare senza di te, sei tutto quello che ho." dissi in lacrime e tenendo la mano intrecciata a quella di mio fratello.
"Signorina" sentii chiamarmi dall'infermiera accanto a me.
"Si?" mi asciugai una lacrima con la felpa.
Era l'ultima cosa a cui pensavo in quel momento.
"Lei è amica o parente con il ragazzo che era in macchina con suo fratello?"chiese con più tatto possibile.
"Si, è il mio migliore amico."
"Mi dispiace ma.. il suo amico non ce l'ha fatta.."
Rimasi con lo sguardo fisso nel vuoto e poi il crollo.
Caddi sulle ginocchia con le lacrime che non riuscivano a smettere di uscire, non sentivo più nulla intorno a me.
Mio fratello era in coma, e forse non si sarebbe mai svegliato, il mio migliore amico era morto, e in quel momento.
Ero completamente sola.
I medici non provarono nemmeno ad alzarmi.
Ero rimasta seduta a terra, guardando il vuoto con gli occhi pieni di lacrime e un mal di testa insopportabile.
Sentii delle urla provenire dalla stanza accanto, probabilmente la sorella e la mamma di Simon.
Cercai di alzarmi ma il mio corpo non rispondeva.
Ero lì a terra, senza forze, e se Jhonatan mi avesse visto, probabilmente si sarebbe arrabbiato.
Mi avrebbe detto di "essere forte" per tutti.
Ma io non ci riuscivo.
Tutto ciò ero inverosimile, e speravo vivamente che fosse un sogno, ma purtroppo era tutto reale.
Jordan, William e Violet appena avevano saputo erano corsi subito in ospedale e in quel momento erano davanti alla porta della camera di John, dopo esser stati a vedere la sorella e la mamma di Simon che io non avevo ancora avuto il coraggio di vedere.
Erano lì, in silenzio, con le lacrime agli occhi e sconvolti alla vista di tutto questo.
Di colpo sentii un suono provenire dalla macchinetta attaccata a Jhonatan e delle urla provenire da Violet e William che chiamavano il medico.
Jordan mi prese di peso e mi portò fuori prima che crollassi di nuovo.
Il silenzio.
E poi il caos.
Sentii William tirare tutto ciò che gli capitava sotto mano contro il muro e Violet che cercava di calmarlo. Era la prima volta che lo vedevo così.
"Non può essere morto. Fate qualcosa vi prego." Sentii urlare..
E li realizzai tutto.
Le lacrime iniziarono a scendere alla velocità della luce, il mio corpo aveva iniziato a muoversi da solo e in quel momento stavo correndo da Jhonatan.
Iniziai a scuotergli il braccio sperando che si svegliasse.
"Jhonatan svegliati ti prego, svegliati. Non puoi lasciarmi sola. Non ho potuto salutarti, ti prego."
Iniziai ad urlare, tanto che sembravo quasi una pazza.
Un infermiere tentò di staccarmi da lui.
Ma con scarsi risultati.
Non volevo lasciargli la mano e non lo avrei mai fatto se non fosse che dopo vidi solo il buio..

E poi arrivò lui..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora