"Siamo arrivati ." urlai appena varcata la soglia per poi bloccarmi quando vidi Jhonatan davanti a me.
Si avvicinò dandomi un bacio tra i capelli.
"Jhonatan loro sono William e Jordan." li indicai.
"Piacere di conoscervi, io sono Jhonatan, il fratello di questa nana rossa." disse sorridendo per poi ricevere una gomitata da parte mia.
Odiavo quando mi chiamava così, anche se alla fine non aveva tutti i torti. Soprattutto quando si trattava di prendere le cose messe troppo in alto. Dovevo sempre chiamare lui. E lui era lì che si divertiva alle mie spalle prendendomi in giro. Mi ricordo che per poco una volta non mi cadde tutto addosso. Per fortuna c'era lui.
Non so come avrei fatto senza io mio fratellone.
"Ragazzi volete qualcosa da bere o da mangiare?" dissi andando verso il frigo e tenendolo aperto in attesa di una risposta.
"io un bicchiere d'acqua" disse William.
"io the alla pesca se c'è" disse Jordan.
"Io nulla grazie." Disse infine Simon.
Preparai i due bicchieri che mi avevano chiesto per poi servirli.
"Allora ragazzi, cercate un posto in cui abitare tutti insieme giusto?" chiese Jhonatan.
"Si, avevamo pensato così anche per stare più comodi per le prove, oltretutto ci stiamo trasferendo anche di scuola, e sarebbe utile vivere vicino. Anche perché noi non abitiamo qui vicino, ogni giorno dobbiamo fare avanti e indietro e spendiamo un sacco in benzina. Volevamo andare da Simon ma ha casa troppo piccola." Spiega Jordan. "quindi stavamo iniziando a cercare e poi Isabella" disse guardandomi "ci ha detto che cercavate.
"Si, ho comprato questa casa per alcune ragioni che non sto qui a spiegarvi, ma come mio solito non mi sono contenuto e ho preso questo appartamento pieno di stanze. Non avendo parenti che possano venire qui, e mia sorella già abita con me stavo pensando di affittare le stanze, anche perché sarebbe uno spreco." spiegò mio fratello.
"Quante stanze ci sono?" chiese William.
Ogni volta che parlava mi scioglievo come un ghiacciolo sotto il sole, aveva un viso così dolce che non potevo fare a meno di sorridere ogni volta che lo guardavo. Da quel poco che avevo visto era un ragazzo molto timido al contrario di quel casinista di Jordan.
"Togliendo quella mia e di mia sorella ce ne sono altre 5. Però due di queste sono molto grandi quindi c'entrano anche due letti volendo. Si lo so è molto esagerato ma avevo già messo in conto l'idea di affittarle quando l'ho comprata." disse Jhonatan grattandosi la testa leggermente imbarazzato.
Aveva sempre avuto questa cosa di fare le cose in grande, per lui non c'erano mezze misure. Però questa volta non aveva fatto male, anzi.
"Vi facciamo fare il giro della casa se volete." dissi io.
Tutti annuirono per poi seguirmi.
"Allora, questo è il salotto e la cucina open space, di qua c'è il bagno con sia la vasca che la doccia. Poi qui ci sono due camere piccole." Dissi aprendo le due porte una di fronte all'altra.
"Salendo di sopra abbiamo altri due bagni, e le altre 5 stanze di cui questa" dissi indicandola "è mia mente quella di fronte è di Jhonatan. E poi ci sono queste altre tre di cui la centrale è piccola mentre le altre due sono grandi."
Tornammo di sotto.
"le prove dove le facciamo?" chiesero Jordan e Simon in coro.
"Oh si, venite con me" disse Jhonatan per poi prendere le chiavi.
"Isabella tu rimani qui o vieni con noi?" mi chiese poi mentre apriva la porta.
"Resto qui, così inizio a cucinare qualcosa, voi rimanete a cena?" Chiesi ai tre spilungoni davanti a me.
"Volentieri!" dissero tutti e tre.
"Perfetto allora ordino le pizze, le prendo miste così poi le dividiamo che dite?" dissi per poi notare che ormai erano tutti e quattro spariti.
Mi misi una mano in fronte scuotendo la testa per poi prendere il telefono fisso.
Digitali il numero della pizzeria più vicina che ormai sapevo a memoria.
Mentre aspettavo che rispondessero sentii un rumore provenire dall'appartamento della casa di fronte per poi sentire delle urla.
Annullai la chiamata per poi dirigermi di fretta davanti alla porta per poi vedere dallo spioncino.
Vidi un ragazzo di schiena e una signora di una certa età con una ciabatta in mano.
Istintivamente mi venne da ridere ma quando vidi il ragazzo senza maglia smisi.
Me ne ero accorta solo ora.
Aprii la porta e prendendo coraggio dissi "che succede? Ho sentito delle urla e mi sono precipitat.." non feci in tempo a finire la frase che il ragazzo si girò verso di me.
"Jace? Che cosa sta succedendo."
"Nulla cara, soliti battibecchi tra madre e figlio, sai quando si hanno dei figli che fanno come vogliono.. mi dispiace averti fatto preoccupare." disse la signora con la ciabatta in mano per poi buttarla a terra e rimetterci il piede dentro per poi sorridermi.
"Comunque mi chiamo Rose" disse porgendo la mano verso la mia.
"Piacere mi chiamo Isabella." le risposi sorridendo.
"Le dispiace se Jace viene a mangiare la pizza da me? Così lei può stare più tranquilla?" dissi tutto d'un fiato pentendomi subito dopo di ciò che avevo fatto.
Non so neanche minimamente come mi fosse venuto in mente di invitarlo a casa..
"Cara mi faresti un favore, sono giorni che mi fa sclerare.. prima o poi lo caccio di casa se continua con questa condotta folle e non mette la testa a posto." disse con una voce quasi disperata.
"Jace vestiti immediatamente" disse poi con tono severo al figlio. "Sei senza maglietta, va a finire che ti ammali".
Senza rispondere entrò in casa sua per prendere la felpa.
"Mi dispiace molto per tutto questo casino. Non capisco sinceramente perché faccia così. Negli ultimi giorni è sempre peggio." mi disse Rose.
Sembrava davvero distrutta.
"Vedrà che si calmerà" dissi cercando di tirarle su il morale.
"Allora andiamo?" Mi disse Jace serio.
"Si, entra." dissi io per poi fargli spazio per entrare.
"Signora Rose è stato un piacere conoscerla, ci vediamo presto." dissi per poi chiudermi la porta alle spalle.
Presi il telefono per ordinare le pizze per poi chiudere la chiamata e posare lo sguardo su di lui.
Aveva uno sguardo perso e arrabbiato. Era lo stesso di Jhonatan quando fu di mio padre.
Dopo vari minuti di silenzio parlò.
"Non sapevo abitassi qui" disse guardando a terra.
Era diverso dai giorni precedenti. Era spento.
"Come è andata poi con quel moro?" disse di punto in bianco.
"Con Simon? Tutto bene, ora è in garage con mio fratello e due amici, torneranno a breve."
Si alzò in piedi e mi guardò finalmente negli occhi.
"Io devo andare, è meglio se non sto qui per quando torna. Non potrei rispondere delle mie azioni." disse andando verso la porta.
Istintivamente lo bloccai prendendolo per un polso e lui si irrigidì.
"Rimani, è una semplice pizza, non succederà nulla. E poi vorrei sapere perché ce l'hai tanto con lui."
Non rispose. Semplicemente si mise seduto.
Era sempre più strano.
Sentii poi la porta aprirsi vedendo quattro figure sorridere allegramente.
Appena Simon vide Jace sbiancò e divenne serio.
"Che ci fai tu qui?" disse Simon seguito da mio fratello "Isabella tutto bene?"
Annuii.
"Ti urta la mia presenza Levis?"Disse con tono provocatorio Jace.
"Ragazzi non cominciate, non so cosa sia successo tra voi due ma vi prego fatela finita." Sbottai.
Era dal primo giorno che vedevo che si mandavano sguardi di fuoco e una cosa era certa. Dovevo scoprire il perché.
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E poi arrivò lui..
Romance"Sei l'unico che mi capisce, come mi capiva lui.." #38 nuova vita 09.03.2020 #19 nuova vita 13.02.2022