Capitolo 2

76 6 0
                                    

Mi svegliai con il suono super fastidioso della sveglia che suonava incessantemente da 5 minuti.
Mentre cercavo di spegnerla la mia porta si aprí di colpo, e ad entrare fu mio fratello, che per poco non lanciava la sveglia di sotto.
"Buongiorno fratellone, abbiamo la luna di traverso oggi?" dissi ridendo, ma lui non fu contento della domanda tanto che mi fulminò con lo sguardo.
"Si sorellina, oggi è il primo giorno e siamo senza libri, dovevamo prenderli ieri ricordi? E oltretutto non abbiamo comprato nulla da mangiare, e non abbiamo tempo di andare a fare la spesa, e sai che se non faccio colazione la mattina non connetto." Disse con aria frustrata.
Lui era così. Era sicuramente il più organizzato tra i due e era quello che impazziva se qualcosa non era come diceva lui. Era uno molto preciso.
"Dai tranquillo, per i libri possiamo andare dopo la scuola, i professori capiranno, è il nostro primo giorno, per la colazione penso ci sia un bar vicino al college,per la spesa possiamo farla prima di rientrare, rilassati." Gli dissi mettendogli le mani sulle spalle.
Sembrò calmarsi. Non lo faceva con cattiveria, semplicemente si preoccupava, era l'uomo di casa.
Presi i vestiti e andai a lavarmi. Optai per una felpa rossa, dei jeans neri e delle vans rosse. Feci una coda alta, mi truccai leggermente per poi prendere lo zaino e il foglio degli orari e incamminandomi verso la porta di casa dove mi aspettava Jhonatan.
"Sei pronto?" dissi facendo un leggero sospiro.
"Pronto."
Entrammo a scuola.
Era pieno di studenti che correvano a destra e sinistra andando ai propri armadietti per posare le cose e prendere l'occorrente.
Presi Jhon per la mano trascinandolo verso la segreteria.
"Dobbiamo chiedere per gli armadietti, mi ero dimenticata."

"Ciao ragazzi come va? Siete qui per gli armadietti vero? Ieri mi sono dimenticata di darvi il codice e il numero, ecco a voi."
Ringraziai la signora che se non mi ricordo male si chiamava Joceline per poi guardare prima il numero del mio armadietto e poi quello di mio fratello.
Non avevamo gli armadietti vicini. Però eravamo in classe insieme era quello l'importante. Mi sarei sentita meno sola.
Jhonatan mi accompagnò al mio armadietto mi diede un bacio sulla guancia per poi dirigersi al suo.
"Ci vediamo in classe sorellina, vedi di non perderti" disse sorridendo.
"Tranquillo" gli urlai non essendo sicura che mi avesse sentito.
Guardai il codice e cercai di aprire l'armadietto ma era bloccato. Stavo per tornare in segreteria quando sentii qualcuno vicino toccarmi la spalla, mi girai pensando fosse mio fratello ma mi ritrovai un ragazzo leggermente più basso, moro e con degli occhiali da vista.
"Ei ti serve una mano?" Disse in tono gentile.
"In realtà si, sono nuova e sto cercando di aprire questo armadietto ma sembra ce l'abbia con me" dissi leggermente in imbarazzo.
"È logico che non si apra, è il mio, il tuo è quello affianco".
Diventai dello stesso colore della felpa.
"Oddio scusami, devo aver letto male, non volevo. Giuro non sono una ladra di libri o di qualunque cosa ci sia qui dentro".
Mi misi una mano in faccia, probabilmente avrei voluto fuggire a gambe levate già pronta per cambiare istituto.
Lui rise. E non lo biasimavo. Ero una completa idiota che non sapeva nemmeno leggere un numeretto.
"Ei tranquilla, tranquilla. Che sarà mai. Comunque piacere io sono Simon." mi disse sorridendo. Era davvero carino.
"Io sono Isabella, piacere mio"
"Bene Isabella, questo è il tuo, vedi se si apre" disse aprendo il suo e prendendo i libri.
Misi il codice e si aprì, tirai un sospiro di sollievo. Infilai tutto ciò che non mi serviva e chiusi l'armadietto.
"È stato un piacere Simon e scusa ancora, credo di dover cercare la classe, sperando di non perdermi."
"In che classe sei?" Mi chiese.
"1 D"
"Allora ti accompagno, siamo in classe insieme" disse entusiasto.
Bene, ho appena fatto una figuraccia con questo ragazzo e me lo trovo anche in classe. Perfetto.
Arrivammo in classe e cercai con gli occhi Jhonatan, che mi faceva cenno con la mano,mi aveva occupato anche il posto.
Era uno che in classe amava fare casino quindi ovviamente si era messo alle ultime file.
"Se vuoi puoi metterti vicino a me". Mi disse Simon.
"Ti ringrazio ma ho già il posto occupato" dissi indicando mio fratello.
"Ah okay, fa nulla" sembrava leggermente deluso.
Mi segui e si mise davanti a me.
Improvvisamente si girò verso mio fratello che lo stava già uccidendo con gli occhi.
Era molto protettivo nei miei confronti.
"Scusa se ti ho rubato la ragazza amico, l'ho vista in difficoltà con l'armadietto e l'ho aiutata."
Stavo per dire qualcosa quando mio fratello mi precedette.
"Non è la mia ragazza, è mia sorella. Ma ti invito comunque a stare attento, ti tengo d'occhio" disse serio per poi scoppiare a ridere.
"Tranquillo sto scherzando non ti tengo d'occhio, però se so che fai del male in qualsiasi modo a mia sorella non esiterò a ucciderti. Comunque piacere, io sono Jhonatan e tu mi sembri un tipo a posto quindi credo di poter stare tranquillo." gli disse facendogli l'occhiolino.
"Piacere Simon, e si sono un tipo tranquillo, credimi ce ne sono certi di cui davvero preoccuparsi." Disse pallido in viso.
Non so perché la mia mente andò a finire a pensare a quel ragazzo visto il giorno prima in segreteria, forse era lui uno di quelli a cui si riferiva.
Cercai di non pensarci. Per quanto era grande la scuola probabilmente non lo avrei nemmeno più visto.
Mentre parlavamo Simon notò una ragazza che stava seduta da sola così andò a chiamarla facendola venire da noi.
"Ragazzi lei è Maya"
"Piacere io sono Isabella e lui è mio fratello Jhonatan"
Gli dissi sorridendo.
Lei ricambiò.
"Siete nuovi vero? Non vi ho mai visto prima."
"Si, oggi è il primo giorno per entrambi".
Mentre parlavamo entrò il professore e ci mettemmo tutti al nostro posto, io vicino a Jhon e Simon vicino a Maya. Sembrava ci fosse del tenero tra loro e detto sinceramente secondo me erano davvero una bella coppia.
"Buongiorno ragazzi, vedo che ci sono facce nuove, io sono il vostro professore di filosofia, avremmo tempo dopo per presentarci."
Sembrava simpatico.
Stava per dire l'argomento della lezione quando si aprì la porta della classe.
Poi entrò un ragazzo, alto, con i capelli biondi vestito completamente di nero tranne per la maglia bianca e con un giacchetto di pelle.
" Signorino Jace, alla buon ora." disse il prof scocciato.
Simon davanti a me sembrava leggermente nervoso dalla sua presenza.
Il ragazzo si girò verso la classe e quanto puntò gli occhi su di me lo riconobbi e rimasi a bocca aperta.
Era il ragazzo visto in segreteria.

E poi arrivò lui..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora