9.

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...
"Tu..."
Dissi.
Le parole uscirono da sole.

"Sorpresa che fossi io,Smith?"
Domandò divertito.

"Abbastanza,Lopez"
Dissi avvicinandomi a lui.

Guardai fuori dalla finestra.
La luna era a dir poco bellissima.

La luna è una compagna fedele.
Non va mai via.

È sempre di guardia, risoluta, ci conosce con il buio e con la luce, e come noi è in continua trasformazione.
Ogni giorno è una versione diversa di se stessa.
A volte tenue e pallida, altre intensa e luminosa.

La luna sa cosa significa essere umani.
Insicuri.
Soli. Butterati dalle imperfezioni.

Ho sempre pensato che luna piena fosse sopravvalutata.
La luna a falce invece, la amo.
Sa di amore odio, sorriso e pianto, bellezza e pericolo, verità e bugie.

A casa mia,ad esempio,la luna non ha mai bussato.
È sempre entrata prepotentemente dalle persiane.
Come le emozioni forti,d'altronde.
Come le emozioni che provavo quando quel ragazzo che era accanto a me,mi faceva provare.

"A cosa pensi,Smith?"
Mi domandò sorridendo.

"A quanto fosse bella la luna"Dissi,ancora con lo sguardo su di lei

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"A quanto fosse bella la luna"
Dissi,ancora con lo sguardo su di lei.

Mi fece spostare il viso verso il lui,posando delicatamente una mano sulla mia guancia destra.
Sorrise abbassando lo sguardo.

"La luna è bella,sì"
Disse ridendo.

"Perché ridi?"
Aggrottai le sopracciglia mentre glielo chiesi.

"Perché non riesci a capire che la bellezza della luna non è nulla in confronto alla tua,Smith"
Disse.
A quella frase persi un battito.
Sorrisi,sentendomi andare a fuoco.
Stavo sorridendo come un ebete.

Si morse il labbro inferiore e portò la sua mano sull'elastico che teneva su i miei capelli.
Sciolse la mia coda lasciando cadere i capelli sulla mia spalla.
Guardai ogni suo movimento.

Mi aveva stregata senza utilizzare la magia.

Provavo una certa attrazione quando lo guardavo negli occhi,ma non volevo ammetterlo.
Il mio orgoglio mi superava.

Spostò il suo sguardo nel mio,per poi alternarlo alle labbra.
Si sporse avanti e sospirai.

Appoggiò delicatamente le sue labbra sulle mie.
Si staccò un secondo per vedere la mia reazione,così decisi di prendere l'iniziativa e di baciarlo io.

Inizialmente sembrò un bacio dolce,ma poco dopo lasciò spazio alla passione.

Passione,una parola che coinvolge molti significati.
La sento quando ci tocchiamo.
La sento quando ci baciamo.
La sento quando lo guardo.

Perché lui è la mia passione.

Mi afferrò per i fianchi posandomi sul davanzale.
Allacciai le gambe alla sua vita,avvicinandolo a me.

Sentii le sue mani farsi strada sotto alla mia felpa.
Mi vennero i brividi quando la sua pelle fredda toccò la mia calda.
Mi avvicinò più a lui,spostando le sue mani sul mio didietro,provocandomi una scossa che salì per tutto il corpo.

Passò a darmi baci sul collo aggiungendoci la lingua,che dopodiché creò un segno violaceo.
Strinsi leggermente i suoi capelli chiudendo gli occhi dal piacere che mi provocò,mentre le sue mani stringevano i miei fianchi.

Stava per andare oltre sollevando la felpa,ma dei passi che rieccheggiavano nei corridoi lo fermarono,interrompendo anche il nostro bacio.

Lo guardai un secondo ed era a dir poco bellissimo,nonostante i suoi capelli disordinati e il respiro accelerato.

Mi aiutò a scendere dal davanzale e senza rivolgerci la parola salimmo le scale.

Svoltai la destra mentre lui andò a sinistra.
Ci guardammo un'ultima volta prima di entrare e poi aprii la porta della camera.

I giorni seguenti non furono dei migliori,anche perché ci evitammo come la peste.
Non riuscivo a comprendere il suo comportamento.

Passarono settimane da quella notte in cui io e Ryan ci baciammo.

Un giorno,dopo aver finito le lezioni,andai a quella finestra sotto alle scale,dove c'erano le stanze.
Chiusi gli occhi lasciando che il vento mi riporti alla mente quella notte in cui eravamo qui.

Adoro la sensazione dell’aria fresca sul mio viso e il vento che soffia tra i miei capelli.

Una lacrima solitaria scese dal mio viso,ma il vento la asciugò subito.

Ormai anche il secondo anno era giunto al termine e lui mi evitò anche l'ultimo giorno.

Suonò la campanella che segnava l'inizio delle vacanze e tutti uscimmo fuori.

Presi un respiro profondo pensando:
'L'estate è la libertà'.
Ed era vero,anche se preferisco l'inverno.

Vedere il cielo in estate è poesia, anche se non è scritto in nessun libro.

L'inverno è la stagione che preferisco.
La natura diventa magica, c'è un silenzio surreale, è il periodo in cui lavoro meglio. Riesco a concentrarmi.
L'inverno mi ispira.

L’inverno è il periodo dell’anno che favorisce maggiormente l’immaginazione: ci si siede davanti al camino, si riflette sul passato, su quello che è stato l’anno appena trascorso, ci si prepara a quello che verrà.

Sembra che tutto dorma in inverno,ma è davvero un momento di riflessione.

È una stagione psicologica, oltre che temporale.

I Wanna Be Yours.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora