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Dustin voleva davvero assistere all'arrivo del Russo per avvertire gli altri, ma purtroppo non poteva. Infatti stava dormendo a casa di Steve (di nascosto dal padre, che avrebbe probabilmente detto che invece che andare a lavorare pure mentre la sala giochi era chiusa stava a fare il babysitter gratuitamente). Quando incontrò il Russo per la prima volta, la mattina dopo, li avvertì immediatamente. O almeno, quasi immediatamente. Passarono circa venti minuti durante i quali la Signora Henderson spiegò a lui e a Steve (che ovviamente era rimasto per sentire la storia) cos'era successo, quindici per metabolizzare fino in fondo l'accaduto e altri dieci per trovare delle pile nuove per il walkie-talkie. Pianse pure un po' quando scoprì che era scomparso Stan, e quando Will convocò una riunione d'emergenza aggiunse che anche lui stava per dire la stessa cosa. Poi, appena trentadue secondi dopo che era stato annunciato che un Russo incredibilmente malconcio era svenuto davanti alla porta di casa sua la notte prima, sul canale undici comparve la voce di Mike, che urlava qualcosa su un'ennesima riunione di emergenza. Quando gli venne detto che ne erano appena state convocate due ci resto di sasso, come si capii dallo stridere dei freni della sua bici, ma riprese subito la calma, sbuffando sonoramente. Venne informato pure lui sulle cose successe nelle ultime quindici ore e si decise di andare tutti a casa di Mike, perché era quella con più gente nonché l'unica con uno scantinato in cui si può parlare senza essere disturbati.
Entrarono tutti (Dustin, Steve, Lucas, Max, Mike ed Erica, che stava origliando la loro conversazione) dalla porta del retro, cercando di non farsi notare. Non funziono proprio alla grande.
Quando Nancy, dirigendosi verso il bagno con un elegante pigiama rosa addosso, li vide sgattaiolare dentro a casa sua, li guardò con aria confusa, ma poi, dato che era abbastanza intelligente per capire che se si muovevano così non volevano farsi notare, urlò sottovoce (cari lettori con una mentalità diversamente aperta, siete pregati di non iniziare a borbottare cose sulla stupidità del narratore. Per quanto generalmente abbiate ragione a farlo, in questo caso vi sbagliate. Si può urlare a bassa voce: basta mantenere il tono che usereste normalmente abbassando però di qualche decibel la voce, e siete a posto):
«Mike! Perché ci sono cinque persone senza contare te che entrano dal retro? E soprattutto, perché c'è Steve
Dette queste parole uscì Jonathan in mutande e maglietta, che si grattò la pancia e poi, subito dopo, si guardò intorno, spaesato.
«Steve? Ragazzi?»
Nancy gli tappò la bocca, sibilando tra i denti qualcosa di simile a:
«Più piano!»

Steve li saluto con la mano.
In quel momento spuntò Holly dal salotto, che fece un gran sorriso e si lanciò addosso a Dustin, urlando il suo nome.
Dustin cadde a terra.
Comparve anche Joyce, chiamando a gran voce Holly, ma senza saltare addosso a nessuno.
«Ragazzi, che succede?»
Quando vide che non rispondeva nessuno sbuffò.
«Ringraziate il cielo: Karen sta facendo la spesa»

Ed ecco che arrivarono pure Undici (la quale era palesemente appena sveglia) e Will.

«Ciao, nerd»
Disse Erica.

Quando furono tutti giù nello scantinato crearono una specie di cerchio di persone sedute sul pavimento con Will, Dustin e Mike in mezzo.
Il primo ad alzarsi e parlare fu Will.
«Per chi non avesse visto il telegiornale o letto il giornale di oggi, è sparito Stanley Uris»
Le reazioni furono innumerevoli.
Undici strabuzzò gli occhi, Jonathan e Joyce assunsero un'espressione interrogativa, e Nancy chiese:
«È quel vostro nuovo amico, vero?»
Max fece segno di sì con la testa.
La domanda fu seguita da una lunga pausa, interrotta da Joyce.
«E voi credete che... sì, insomma, centri il Sottosopra?»
«Ed è questo il secondo punto della riunione... o meglio, della mia riunione. Sta notte non riuscivo a dormire, mi sentivo inquieto»
«Non ce ne frega niente di come dormi, Nerd, arriva al punto»
«Erica!»
La rimproverò Lucas.
«Molto inquieto.» Ricominciò Will, facendo finta di non essere mai stato interrotto «Finché, intorno a mezzanotte, non ho sentito qualcosa di strano dentro di me, una specie di scossa. E poi... be', poi L'ho sentito. Il Mind Flayer, intendo»
Un brivido trapassò Dustin. Quindi il Mind Flayer era tornato, non c'erano più dubbi, e Stan era la prima vittima.
Nessuno fece niente per un po', fin quando Steve non disse:
«Non ce l'avevi detto, quando ci hai chiamati»
«Io... non lo so, non volevo spaventarvi»
Joyce gli diede un abbraccio, che lui, al tempo stesso imbarazzato e felice di avere una spalla su cui appoggiarsi, ricambiò.
Quando capì che poteva parlare, si alzò Mike. Fece un gran respiro e iniziò a distribuire la sua dose di cattive notizie.
«Oggi, quando ho saputo di Stan, sono subito corso dalla polizia, e sono riuscito a cavare fuori qualcosa dal nuovo capo della polizia, il Calvin Powell. Era uno di quelli che cercava Will, vi ricordate? Non mi pare proprio un genio, ma mi ha detto dove abitava Stan. Lui era uno dei nuovi abitanti di casa Byers»
Questo sì, che è strano. Si disse Dustin. Strano e spaventoso.
«Come in Poltergeist»
«Cosa Undi?»
«Come in Poltergeist. La casa è infestata»
Un silenzio assoluto avvolse la stanza. Era quello che pensavano molti di loro, ma sentirlo dire era tutta un'altra cosa.
Dustin, per quanto cercasse di convincersi che era una strana coincidenza, credeva che fosse effettivamente stregata, o qualcosa del genere.
«Io non penso che sia proprio una casa stregata, ma qualcosa di più simile a un posto preferito in cui cacciare. Oppure una specie di quartier generale»
Intervenne Mike.
«In che senso quartier generale
Chiese Joyce. Era l'unica che non sembrava incredibilmente spaventata, anzi. Aveva assunto la sua classica espressione temeraria da "ora vengo e ammazzo tutti quelli che ostacolano in qualunque modo me e i miei cari"
«Non saprei. Secondo me dovremmo andare ad esplorare»
«Andiamo subito!»
Disse Max.
Un coro di voci di assenso si levò dal gruppo e qualcuno addirittura si alzò, ma Dustin era deciso a farsi ascoltare.
«Ehi! Voi! Aspettate! Non ho ancora detto quello che dovevo dire!»
Tutti si girarono a guardarlo. Erica era già alla porta dello scantinato, pronta a passare finalmente all'azione.
«Sbrigati a raccontare la storia del Russo, Nerd. Voglio andare a fare qualcosa»
«Russo?»
Chiesero Undi e Joyce al tempo stesso. Dustin le capiva, non aspettavano altro che una possibile fonte di notizie su Hopper.
«Sì. Non volevo dirlo in questo modo ma sì. C'è un Russo svenuto in condizioni pietose in casa mia, e penso che per andare alla Casa ci sia bisogno di più preparazione, dato che potrebbe essere pericoloso. E poi chi glielo spiega ai signori Uris?»
Si girarono tutti a guardare Joyce, che in quanto unico adulto era il "capo".
«Ha ragione Dustin. Dobbiamo andare a casa sua. Adesso»
«Ehm... sì. Ok. Quindi... andiamo. Ma a mia madre cosa diciamo?»
«Suppongo che io debba restare fuori e tu puoi fare finta di aver invitato gli altri perché... perché sì»
Disse Joyce.
«E forse puoi anche dire che vuoi presentarci il tuo nuovo gatto. Cioè, non a me, io lo conosco. A Jonathan e Nancy»
Aggiunse Steve.
A Jonathan venne un'idea.
«Steve, e quella tua amica che sa il russo? Robin?»

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