MIKE'S POV

 Mi svegliai. Mi sentivo scomodo, come se avessi dormito con i jeans, cosa che dopo un'indagine approfondita si rivelò vera. Ero sdraiato sul pavimento del seminterrato, il naso schiacciato per terra.

Aspetta. Perché ero sdraiato per terra nel mio seminterrato?

Mi guardai intorno valutando la situazione. Una pila di cuscini probabilmente fatta con l'obbiettivo di creare un letto vuoto era di fianco al tavolo, e Undici era appallottolata in posizione fetale dentro al rifugio che qualche anno prima era stata la sua casa (la situazione si faceva sempre più strana), a due metri da me, borbottando parole incomprensibili nel sonno.

Improvvisamente mi ricordai cos'era successo la sera prima. Io e lei eravamo andati a trovare il suo vecchio rifugio, che malgrado tutti i tentativi falliti di sua madre di metterlo a posto non avevo smontato. Eravamo rimasti a parlare (e ogni tanto a baciarci) fino a notte fonda, fin quando la mia ragazza si è addormentata. A quel punto devo essere rimasto a guardarla dormire per una buona mezz'ora, prima di cadere anch'io tra le braccia di Morfeo. Questo non spiegava i cuscini per terra, ma ero troppo stanco per pensarci.

Sbadigliai, mi stropicciai gli occhi e mi alzai per svegliare Undici, ma nel breve tragitto tra me e lei, il mio piede nudo (perché almeno le scarpe e i calzini me li ero tolti) calpestò qualcosa.

Iniziai a saltellare sul piede sano, imprecando. Guardai verso il basso, e vidi una piccola statuina di plastica attaccata al palmo del mio piede. Guardai con prima rabbia e poi, quando mi accorsi di chi - o meglio, cosa - rappresentava, inquietudine, un essere con due teste cornute e tanti tentacoli che gli uscivano dal busto.

Il Demogorgone. In versione Dungeons and Dragons, ma il Demogorgone.

Un'ondata di ricordi mi travolse: prima stavo giocando a D&D con Dustin, Lucas e Will, poi quest'ultimo mi diceva cinque semplici parole: il Demogorgone mi ha preso. Il giorno dopo era scomparso, e non si aveva nessuna traccia di lui. Ora, invece, Will era in ospedale, davanti a me, e tossiva l'aria tossica del Sottosopra ancora in parte nei suoi polmoni. Un "democane", come li chiamava Dustin, era davanti a me e una decina di altre persone, morto.

Com'era finito lì? La scatola di D&D era abbandonata in cima a un armadio da giorni.

L'inquietudine aumentò, e presi in mano la statuina, guardandola con insistenza. Con una serie di passi molto lenti mi avvicinai al tavolo, e la appoggiai sulla superficie di legno.

Feci un sospiro di sollievo, felice che non fosse diventata un vero Demogorgone.

Mi girai verso Undici, che dormiva beatamente. Era veramente bella, e mi ricordai di quando era una piccola bambina timida e pelata, che riusciva a scaldarmi il cuore con uno dei suoi adorabili sorrisi. Non me la sentii di svegliarla, ma non riuscii a trattenermi e le accarezzai la guancia. 

Lei borbottò qualcosa che non capii. 

Salii al piano di sopra con il cuore alleggerito. In quei cinque minuti avevo avuto davvero degli sbalzi d'umore incredibili.

Quando transitai per il salotto, diretto alla cucina, vidi Holly che guardava il telegiornale alle televisione.

Mi avvicinai per dirle di cambiare canale, o - se non c'era niente di interessante in televisione - fare qualcos'altro, ma fui chiamato da Will prima di aver la possibilità di farlo.
«Mike» Si interruppe, fece un profondo respiro e si posò una mano sul collo, probabilmente senza farci caso. «questa notte io... beh, l'ho sentito»

Guardai la sua faccia spaventata, senza capire quello che mi diceva.
«cosa hai sentito Will?»

Mi lanciò uno sguardo pieno di terrore.
«Lui. Il Mind Flayer»

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