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Hopper diede un pugno al muro, imbrattandolo di sangue. Le sue nocche gridarono di dolore per quella che doveva essere la decima volta in quel giorno. Urlò a squarciagola di farlo uscire da lì, anche se era consapevole che nessuno poteva capirlo. Tirò un calcio alla protuberanza di pietra che si spacciava per un letto, procurandosi un'altra bella dose dolore. Per la prima volta negli ultimi anni pianse. Fu un pianto silenzioso. Delle grosse lacrime salate gli rigarono il volto, cadendo a terra come pioggia in una fredda notte autunnale. Si sedette sulla panca, tenendosi la testa tra le mani all'altezza delle ginocchia. Era lì dentro da quando, due giorni prima, aveva scoperto che un esercito stava andando a catturare sua figlia. Ormai non andava neanche più a lavorare a quella maledettissima ferrovia. Era diventato definitivamente un carcerato, e i pasti erano diventati ancora più scarsi di prima. Come la libertà diminuiva, la voglia di uscire da lì aumentava. Sentiva l'irrefrenabile bisogno di uscire, tornare in America e salvare Undici. Non riusciva a stare calmo pensando che la sua bambina era in pericolo di morte.
Hopper sentì il rumore di una serratura che scattava, e la porta si aprì. Hopper alzò lo sguardo e balzò immediatamente in piedi, pronto a gonfiare di botte l'uomo con i capelli bianchi che lo guardava. Si lanciò contro di lui e alzò una mano per colpirlo, ma venne immediatamente respinto, dolorante.
Brenner aveva un taser nascosto nella giacca.
«Ti consiglio di non fare altre mosse azzardate, Jim. Avrò bisogno di te, e tu di me»
«Stronzo»
Biascicò Hopper, tremando per la scossa elettrica di poco prima.
Brenner sorrise, beffardo. Sembrava quasi che fosse tutto quello che sperava di sentire.
«Io non mi definirei proprio uno stronzo, dato che sono venuto qui per liberarti»
L'ex capo della polizia di Hawkins gli sputò in faccia, non riuscendo però a scomporre il sorriso dello scienziato neanche di pochi millimetri. Quel sorriso che, quando voleva essere tale, era indistruttibile, come un tatuaggio indelebile.
«Già. Sono venuto a salvarti. Quindi sarebbe controproducente uccidermi. Molto»
Hopper si alzò e provò a dare un altro pugno a Brenner. Un'altra scarica elettrica gli attraversò il corpo.
«Non ti aiuterò a trovare mia figlia»
Riuscì a dire lui.
«Oh, ma io non ho bisogno di te per trovare Und... il Soggetto numero undici. Potrei trovarla anche da solo, ma non è questo il punto. Mi servi come braccio destro. Avrò bisogno di te per liberarmi dei russi. Credi che non sappia che in casa tua, probabilmente in qualche scatola nascosta sotto il pavimento con sopra scritto "Vietnam" in pennarello nero, ci sono una dozzina di medaglie?»
Hopper lo guardò, spruzzando odio da tutti i pori. Come aveva osato chiamare sua figlia "Soggetto numero Undici"?
Fu tentato dal provare di nuovo a colpirlo, ma non lo fece. Era molto arrabbiato, ma ciò non lo rendeva stupido. Sapeva che non aveva speranze di vittoria. Brenner era armato. Avrebbe potuto buttarsi solo per farsi colpire, aspettando il colpo di grazia, come un uomo vigliacco, che non ne può più di soffrire per avere una vaga, minuscola speranza di salvare sé stesso e qualcun altro che amava. E Jim Hopper, l'ex capo della polizia di Hawkins, in Indiana, non era un vigliacco. Questo, come effettivamente diceva Brenner, lo aveva dimostrato molti anni fa, in Vietnam. Lì aveva combattuto, aveva ucciso e aveva pianto. Malgrado ciò, non si era arreso. Aveva continuato a combattere, ed era sopravvissuto. Era tornato a casa dai suoi cari, con una serie di inutili medaglie che non facevano che ricordargli i tempi in cui era normale che la gente morisse sotto ai suoi occhi. Quei tempi in cui era normale dover dormire con la paura di essere attaccato nel sonno dai soldati viet cong. Quei tempi in cui era normale scappare nei boschi se c'era già una persona in bagno, con il terrore di essere aggredito da un qualche serpente volante o solo Dio sa cosa. Quei tempi in cui era normale non potersi affezionare a nessuno per non dover soffrire della morte quasi sicura dei nuovi amici. Quei tempi in cui era normale uccidere altre persone per sopravvivere.
«Tu vuoi che io ti aiuti ad uscire di qui? Non credo che sarei molto utile in combattimento contro un esercito»
«Non ho bisogno di te solo per combattere. Io voglio sfruttare al massimo il tuo istinto di sopravvivenza. Se non possiamo combattere, ci nasconderemo. Sono sicuro che sei molto bravo anche in questo»
Hopper ci pensò un attimo.
«Verrò»
Intinse la parola in tutto il disprezzo che riuscì ad accumulare.
Il sorriso di Brenner si allargò, come se avesse appena ricevuto la migliore delle notizie.
«Ottimo. Veramente ottimo»
«È essenziale che tu sappia recitare bene questa parte. Se non lo fai, sei morto. Non sarà molto difficile, dato che non dovrai dire niente, ma ascoltami comunque. Tu vieni con me perché io non riuscirei a convincere da solo Undici a venire qua in Russia, e anche perché in città sono considerato l'assassino di Barbara Holland, quella stupida ragazza che ha avuto la buona idea di attirare il Demogorgone in un bosco. Perciò tu farai anche da intermediario tra me e il popolo. Ricorda: tu non vuoi assolutamente venire con me. Sono riuscito a convincerti solamente promettendoti che non avrei fatto del male al Soggetto numero undici. E i russi credono proprio che io le faccia male. Credono che io possa farle il lavaggio del cervello o qualcosa di simile per riuscire a mandarla dalla loro parte. Cosa che non credo succederà mai»
Brenner si mise a posto la giacca.
«Ora che sai tutto, Jim, ti auguro un buon viaggio di ritorno per l'America»

SPAZIO AUTORE

Eccomi qua. Scusate il ritardo ma:
1 ero poco ispirato
2 mi si era cancellato il capitolo
Comunque, ora sono in classe, a pochi centimetri dalla mia prof di italiano (a cui dedico questo capitolo, dato che mi ha permesso di scrivere sul computer dell'aula). Accanto a me c'è il mio amico King_Baruf (che non so perché non riesco mai a taggare), che legge la mia storia mentre la scrivo. Ora devo andare perché ci due miei compagni rompipalle che vogliono impossessarsi del computer per guardare cazzate su Pinterest, uno sta palesemente per mettersi a urlare, e non ho nessuna intenzione di interrompere quest'interessantissima interrogazione sulla storia medievale.

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