5. FIORI D'ARANCIO

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Maya è raggiante fasciata nel suo abito di tulle, impreziosito da qualche ricamo floreale

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Maya è raggiante fasciata nel suo abito di tulle, impreziosito da qualche ricamo floreale. Il bianco riflette i raggi del sole, che filtrano dalla finestra, rendendola eterea. Il suo viso, incorniciato da qualche ciuffo castano, libero dall'acconciatura raccolta, splende, emana gioia da tutti i pori. Il matrimonio è tutto ciò che ha sempre sognato nella sua vita, pianifica quel giorno da quando era una bambina.

A separare Lhena e Maya c'è solo un anno. Le due, più che cugine, sono sempre state come sorelle, anche se la mora ha sempre avuto un'instancabile istinto materno nei confronti della più grande. La bionda la osserva, senza parole, investita dall'emozione di tutte le donne presenti nella stanza. Quando, però, la sposa si lascia cullare dall'abbraccio malinconico di sua madre Helene, lei ne approfitta per allontanarsi verso la finestra e prendere una boccata d'ossigeno, prima che l'esercito di parenti cominci a ricordarle che ora che sua cugina si sta sposando, tocca a lei.

Le vetrate affacciano su una vista mozzafiato. Dal quinto piano del palazzo che Maya ha scelto  per trascorrere l'ultima notte da nubile, si staglia all'orizzonte, imponente ed elegante, la rocca di Porto Venere. É una distesa di roccia, che si tuffa nel blu del Mar ligure, sovrastata dalle architetture lineari della chiesa di San Pietro, dove avverrà la cerimonia. Lhena riesce a scorgere i tanti puntini in lontananza che si avviano, attraverso la scalinata, all'ingresso del luogo sacro. Probabilmente lì in mezzo, da qualche parte tra gli invitati, c'è anche Carlos, insieme a Daniel.

Sono passate quasi due settimane da ciò che è successo, o meglio stava per succedere in Australia e sembra che entrambi abbiano scelto la stessa strada: ignorare il tutto e continuare a dare la colpa all'alcol. Chissà per quanto a lungo riusciranno a trascinare quella recita che si sono imposti.

«Qualcuno ha visto Veronika?» l'urlo di Maya, alla ricerca di sua sorella, la fa voltare di scatto, come risvegliata dalla dimensione in cui si era immersa.

Nessuno fiata all'interno di quelle mura. Manca meno di mezz'ora all'inizio della cerimonia e la sorella della sposa, nonché testimone, non si è ancora fatta vedere. Veronika è fatta così, Helene ripete in continuazione che è colpa dello spirito greco materno, che alberga dentro di lei. É un'anima libera, imprevedibile, un giorno si sveglia a Madrid e il giorno dopo potrebbe tranquillamente essere a Mumbai. Lhena non vede l'ora di averla al suo fianco, solo lei è in grado di zittire le zie bigotte e quelle zitelle, senza farle nemmeno fiatare. A lei non chiederebbero mai quando è il suo turno di sposarsi, perché sanno che rischierebbero l'infarto con le possibili risposte.

In sintesi Maya e Veronika sono i poli opposti della terra, il giorno e la notte, l'alba e il tramonto, tanto simili fisicamente quanto diverse caratterialmente. La prima è il ritratto della compostezza, l'apoteosi di tutte le qualità che una donna dovrebbe avere per la società arretrata in cui vivono, con l'aggiunta della determinazione che le è servita per guadagnarsi ben due lauree e una carriera stabile che vola sempre più in alto. La seconda è il simbolo dell'incoscienza, della libertà, di tutto ciò che non ci si aspetta dall'unione di due tra le più facoltose famiglie del Mediterraneo.

Edera//Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora