11. CAMELIA

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Agosto 2021

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Agosto 2021

È notte fonda a Seward quando squilla il telefono. Lhena crede che sia tutto nella sua testa, ma Thomas, che dorme di fianco a lei, si muove senza tregua tentando di scongiurare il rumore. La bionda afferra il cellulare sul comodino controvoglia e se lo porta all'orecchio senza neanche guardare chi la stia chiamando a quell'ora. Dubita possa essere Daniel, le sue telefonate si sono interrotte più di qualche mese fa.

Era ovvio che anche lui prima o poi perdesse le speranze.

È meglio così, è meglio per tutti, se lo ripete da settimane. Eppure ogni volta spera che sul display compaia di nuovo il suo nome. Non può pretendere però che lui continui a provarci dopo tutte le porte che gli ha sbattuto in faccia. È stata lei quella crudele questa volta, gli aveva promesso che avrebbero provato a mantenere i rapporti e invece ha cancellato qualsiasi traccia del loro binomio. Almeno ora sono pari, nessuno può più rinfacciare niente semmai si rivedranno.

Ancora assonata, Lhena prova a capire chi parli dall'altro lato della cornetta, ma appena si rende conto che quelli che sente sono i singhiozzi di sua madre spalanca gli occhi, accende l'abat-jour sul comodino e si mette a sedere, sotto lo sguardo confuso e preoccupato di Thomas.

«Mamma?» chiede con voce tremante, come se si aspettasse già quello che lei deve dirle. In tanti anni non ha mai visto Carla versare neanche una lacrima, nemmeno nei momenti di commozione e teme solo il peggio ora. «Che succede?»

«Tuo padre» riesce a rispondere lei, prima di lasciarsi squarciare il petto da un altro singhiozzo. Lhena la sente ricomporsi, respirare e assumere di nuovo una posizione corretta, non ha bisogno di vederla per accertarsi che è così. «Non c'è più» sentenzia alla fine, con una voce estremamente piatta, priva di sentimenti.

Per la bionda è una fitta al petto, ma niente di più che uno schiaffo che la stordisce. Ha bisogno di elaborare la notizia, realizzare quello che le è stato detto, però non versa una lacrima, non prova ancora tristezza. Sente solo il vuoto. La sua mente è tabula rasa di fronte ad una notizia che dovrebbe essere scompiglio, ma porta solo il nulla. Non che non riesca a provare sentimenti, ma non sa come sentirsi di fronte alla scomparsa di un padre che di padre ha solo il nome.

«Vado in aeroporto e prendo il primo volo, chiama zio, ti dirà lui cosa fare» sentenzia con una freddezza che ha imparato solo nell'ultimo anno. Non è da lei essere così cinica, ma è l'unico modo in cui riesce a pensare in quel momento.

Sua madre le da gli ultimi dettagli e attacca tra i singhiozzi, per permetterle di raggiungerla il prima possibile. É come se non riuscisse a realizzare ciò che sta accadendo, come se fosse una spettatrice esterna della sua stessa vita. Teme il momento in cui la consapevolezza le crollerà addosso, ma ora non ne ha il tempo. Si prende solo qualche secondo per visualizzare mentalmente ciò che deve fare, passandosi una mano sui capelli.

Edera//Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora