8. CRISANTEMO

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Quando Lhena apre gli occhi la sua prima mossa è quella di portarsi una mano sulla testa dolorante

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Quando Lhena apre gli occhi la sua prima mossa è quella di portarsi una mano sulla testa dolorante. Si sente tremendamente smarrita, i ricordi della sera precedente riaffiorano molto lentamente. A stento riesce a capire dove si trova e non ci arriva finché non mette a fuoco le alte pareti bianche e lo schienale del divano grigio, che di certo non sono quelli di casa sua. Nel momento in cui realizza di essersi addormentata nel soggiorno di Max, tutti i ricordi la investono prepotentemente, insieme alle lacrime e i discorsi che si sono scambiati.

Si mette a sedere muovendosi lentamente e quasi cade dal divano quando nel suo campo visivo compare Daniel, con l'inconfondibile chioma riccia spettinata. Ha delle occhiaie profondissime, anche lui non deve aver chiuso occhio.

Lhena non sa cosa dire. Improvvisamente si sente ridicola, quasi patetica, si vergogna di aver mentito all'australiano ed essere crollata a casa dell'olandese. Daniel la fissa senza dire una parola, capendo che deve darle il tempo di riprendere il controllo di se stesa. Le porge una tazza di caffè fumante, che di sicuro non proviene dalla dispensa di Max e non le stacca gli occhi di dosso finché non è lei a parlare.

«Che ore sono?» domanda con una voce graffiata, logorata dal pianto della sera prima.

«Le nove e mezza» risponde l'australiano, spostandosi vicino a lei da un divano all'altro. «Max è uscito presto e ti ha lasciata dormire, ha detto che hai avuto una nottata difficile.»

«E ovviamente è venuto a chiamare te» sussurra la bionda, con lo sguardo perso nel vuoto, roteando gli occhi mentre si sistema sui cuscini.

In quel momento non riesce a sostenere gli occhi del riccio che la osservano come un cucciolo smarrito. Lui ha la mascella serrata, segno che vorrebbe gettarle addosso un fiume di parole, ma come avviene raramente si sta trattenendo per pesare ogni parola. Anche Daniel è in grado di essere una persona razionale quando ce n'è bisogno.

«Certo che è venuto a chiamarmi, perché ieri sera eri sconvolta» il suo tono è asprissimo, carico di tensione. «Mi vuoi spiegare a che gioco stai giocando, Lhe?»

La bionda sospira, guardando ovunque meno che negli occhi di Daniel. É ancora scossa dai fatti della sera precedente, dal suo comportamento e dalla tempesta di sentimenti che l'ha travolta completamente nelle ultime ventiquattro ore. Quando ha deciso impulsivamente di prendere il primo volo per Nizza si immaginava già il suo lieto fine e invece non c'è stata una singola cosa che sia andata per il verso giusto. Seguire il suo istinto sarà aggiunto immediatamente alla lista di cose da non fare mai più.

Non trova nemmeno le parole per rispondere alla domanda più che lecita di Daniel, perché in quel momento il suo smarrimento è giustificato. É riuscita a ribaltare le cose a suo svantaggio, poteva avere in pugno la situazione, ora deve solo spiegazioni.

«D'accordo parlo io» esordisce l'australiano di fronte al suo silenzio. «Ho sbagliato parecchio ultimamente, ti ho ferita e ti chiedo scusa, ma tu non mi hai dato neanche l'opportunità di farlo prima.»

Edera//Daniel RicciardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora