тħє иιgħт ιѕ уσυиg

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Il suo chiaro e esplicito obbligo di essere pronta per le 19:30 esclamato a voce roca e tagliente risuonò nelle mia testa più e più volte.
Restai ferma per qualche secondo per fare il punto della situazione e tornare alla realtà.
~mi ha invitato fuori...perché? Cos ha in mente? Magari vuole solo essere cortese.. O magari mi odia a tal punto da volermi vedere morta in qualche vicolo buio del quartiere più osceno della città ..!!!~ interruppi i miei pensieri quando, girovagando per la stanza che pareva essere immensa, posai l'attenzione su un orologio blu posato sul mio comodino in legno scuro. Le lancette segnavano le 18:55 e presa dal caos più totale mi feci sfuggire un -merda- che rimbombò per tutta Los Angeles e dintorni. Mi precipitai sotto la doccia chiudendo più porte possibili per evitare spiacevoli inconvenienti, mi lavai i capelli e mi passai un giro di rasoio tagliandomi un ginocchio. Imprecai alzando gli occhi al cielo,sperando che la ferita si richiudesse subito. Corsi in stanza con un asciugamano blu in testa e un accappatoio rosa fluo addosso, mi precipitai alla valigia rimproverandomi da sola per non averla svuotata. Presi dei pantaloncini neri molto corti e un top nero con cerniera oro davanti che lasciava intravedere il piercing all' ombelico e mi misi le mie Vans nere. Mi precipitai in bagno, inciampando nel tragitto e creandomi una seconda ferita allo stesso ginocchio che poco fa era stato vittima della lametta, mi truccai con una riga di eyeliner nero e tanto tanto mascara ma quando il suo pennellino mi si infilò nell'occhio gridai in modo così forte che se la casa non fosse stata vuota tutti avrebbero pensato che mi fossi rotta qualcosa. Ma l'unica cosa che si era rotta in quel momento era la mia pazienza. Mi asciugai i capelli lunghi quasi fino a metà schiena che si arricciarono in modo delicato e controllato per la prima volta dopo tanto. Mi sistemai l'occhio lacrimante per quel fottuto mascara e mi spruzzai dosi spropositate di profumo "Prada Candy" addosso. Mi misi il telefono in tasca e negli ultimi cinque minuti che mi rimanevano sistemai la stanza e il bagno. Per rilassarmi accesi la musica sul mio telefono ancora in carica al 98% di batteria e comincia a cantare con la mia voce stridula e stonata.
Presa dal mio concerto mentale non mi accorsi che il biondo mi stava fissando mentre era appoggiato allo stipite della porta comunicante delle nostre stanze -eHehem- mi interruppe con un colpo di tosse. Io sobbalzai dalla sedia e diventai subito rossa dalla vergogna -non bussate voi americani- risposi io con tono duro -perché interromperti ?- disse il ragazzo in tono sarcastico. -sono pronta.. Andiamo- sviai l'argomento con tono frettoloso . -Ma certo- si avvicinò a me e mi aiutò ad alzarmi dalla scomoda posizione in cui ero caduta bruscamente per l'improvviso scatto di paura per il colpo di prima. Allungai una mano e mi alzai.
Arrivammo alla moto e in men che non si dica sgommammo via verso le ultime luci chiare della sera. Mentre eravamo in moto lo senti dire -Sono Australiano comunque-
-Come scusa?- ribattei io cadendo dalla mia fantasia più remota sull'effetto che mi avrebbe fatto vederlo in costume, con il sole che illumina il suo corpo in mare e tutto il resto -Prima mi hai dato dell'americano- interruppe il mio flashback.
-Ah scusa- finì io in modo sarcastico.
Scendemmo dalla moto e arrivammo in un locale con un insegna eccentricamente appariscente postata sul tetto che diceva in caratteri espliciti "S U N R I S E".
-Preparati- mi prese la mano e me la strinse {contatto} la sua presa finì subito ma avrei preferito durasse in eterno.
Entrammo da un gigantesco portone rosso che ci aprì la vista ad una grande sala circondata da ogni tipo di individuo e incorniciata da assordante musica piacevole ma chiassosa che manteneva l'atmosfera viva in mezzo a tanto alchool e dispiacere di persone tristi desiderose di colmare il vuoto.
3 ragazzi tutti molto carini e sorridenti ci vennero incontro, riconobbi Cal tra quelli.
Mi venne incontro e mi salutò con un abbraccio poi aggiunse -Loro sono Mike e Ash- e indicò i restanti due -Nicole- mi rivolsi a loro e i due mi sorrisero.
Mike (quello con tanti colori in testa) sembrò felice di conoscermi e con aria allegra inadatta a quel posto triste disse -da dove vieni straniera?--Dall Italia- -Figo- concluse lui. Stavo per ribattere quando Luke interruppe tutti con un tono di voce che in quella giornata non avevo mai sentito -Lasciamo sto mortorio, la ragazzina non è pronta-sembrava quasi geloso delle attenzioni che Mike mi dedicava, ma feci subito sparire quelli ipotesi e poi lo guardai strana ma fui contenta di uscire da li.
I ragazzi mi portarono alla spiaggia dove accesero un piccolo fuoco, poi ci sedemmo tutti li introno e loro cominciarono a cantare.
-Tell me where you hide your vodoo doll cause i can't controll My self, i don't wanna stay i Wanna run Away but Im trapped under Your spell-
{dimmi dove nascondi la tua bambola vodoo perché non riseco a controllarmi no voglio restare voglio scappare ma sono intrappolato sotto il tuo incantesimo}
Le loro voci erano come un coro di mille angeli. Dio gli avrei ascoltati per ore e ore senza stancarmi mai. Ma quando la voce di Luke fece l'ultima strofa accompagnato dal ritmo delle mani di Ash il mio cuore si sciolse. Oh che voce paradisiaca e decisa che aveva, sarei restata li per anni a sentirla. L'incantesimo però finì quando proprio a mezza notte, dopo ore e ore di Cazzeggio dovemmo tornare a casa. Salutai tutti con abbracci e baci e poi Luke mi portò via sulla sua moto che si confondeva con i colori scuri di quella notte.
-Che hai-li chiesi mentre eravamo in viaggio -hai troppa confidenza tu, ragazzina- -di solito saluto così tutti, sai solo per essere gentile, ah no scusa dovrei essere scontrosa come te !- risposi io in modo seccato. La discussione continuò per tutto il viaggio ️finché non arrivammo a casa e io smontai scazzata dalla moto. -Mhhh che nervi- urlai io in tutta foga. Non lo salutai neanche, camminai più in fretta che potevo pensando a quanto avesse la testa dura e a quanto avesse reso spiacevole il fineserata con quella inutile litigata. Ero quasi arrivata in stanza ma una mano mi bloccò il polso. -️Dai scusa- disse una voce un po' meno gelida ma comunque determinata. Non risposi poi senti il suo fiato sul mio collo, che saliva fino ad arrivare alla guancia. Mi mollò un freddo e secco bacio sulla guancia e senti l'anello del suo piercing al labbro ,di cui non avevo parlato prima per il semplice fatto che con tutta quella bellezza il cervello mi andava a puttane, premere sulla mia guancia per qualche secondo. -Buonanotte ragazzina- e poi scomparì nel buio della casa, lasciandomi immobile per qualche secondo.

"Remember Me"|| Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora