The first letter

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La mia prima impressione fu 'Figo, magari mi capita uno stra gnocco newyorchese'.

Poi, quando fu il mio turno, pescai a caso. Tanto con la solita grossa botta di culo mi capiterà un vecchietto in punto di morte o l'indirizzo di una casa abbandonata. Sinceramente devo ancora capire come il professor Lewis abbia trovato questi indirizzi, perchè appartengono a diverse parti del mondo. Insomma siamo in un paesino vicino a Londra, in una scuola abbastanza prestigiosa e lui che fa? Prende indirizzi a caso senza fare un patto con un altro istituto. Va bhe, l'importante è che ci dica chi sono i nostri corrispondenti.
Appena tornai al posto con mani tremanti aprí il bigliettino.

124 Raithin Mullingar Rd, West Meath, Irlanda.

Bene, mi è capitato un irlandese. Nel frattempo inizio a fantasticare su chi possa essere il fortunato o la fortunata. Ebbene si, di costui sappiamo solo l'indirizzo. Ne nome, ne età, ne se è in punto di morte o cose simili. Niente di niente. Il tempo scorre con questi pensieri e quasi non mi accorgo che tutti abbiamo un indirizzo.
-Bene ragazzi, entro questa settimana voglio che spediate la prima lettera - un lieve chiacchericcio si levò dai ragazzi- Non voglio sentire scuse, entro questa settimana o ne gioverà il vostro voto in condotta- e detto ciò la campanella suonò e tutti potemmo uscire dall'aula ed incamminarci verso l'uscita.
Raggiunsi Margò, la mia migliore amica per chiederle da dove fosse il suo amico di penna. Rispose con un semplice sorriso e con il suo paese preferito. Italia. Amava quello stato non tanto per la sua bellezza, oddio anche per quella ma non era il punto principale, il primo era la pizza. È il suo cibo preferito da una vita, insomma lei e la pizza sono inseparabili.
-Da dove viene il vostro? - chiese la voce sprezzante del mio migliore amico. Odio ammettere che lui mi piace e neanche poco, ci sbavo dietro da 4 anni ormai, ma per lui sono una semplice amica. Non gli ho mai detto nulla, anche perché ne risentirebbe la nostra amicizia.
-Irlanda -rispondo con un alzata di spalle.
-Davvero? Non sai quanto ti invidio! - ebbene si, anche lui ha un paese preferito.
-Se vuoi facciamo scambio, tu che paese hai? -
-Canada -rispose con il finto broncio.
-Su dai a me quel biglietto, io farò il canadese e tu l'irlandese- sorrisi vedendo i suoi occhi illuminarsi per le mie parole. Ma non tutto ciò che si vuole si può realizzare, infatti a fare il guastafeste fu proprio il professore di lettere che ci richiamò segnando su un blocchetto i nostri cognomi con i rispettivi paesi. Inutile dirvi che Harry ci rimase male, molto male. Ma la vita è fatta così, magari gli piacerà il suo corrispondente.
Tornai a casa con le cuffiette pensando a cosa potrei scrivere a sto tizio o tizia nella prima lettera. Avevo la testa piena di idee, ma nessuna sembrava abbastanza buona così decisi di scrivere di getto senza pensarci, infondo non era nemmeno sicuro che avrei ricevuto una risposta. Magari deciderà di non aver a che fare con me, dopo la mia descrizione.

"Ciao sconosciuto. Vengo in pace, sia chiaro.
A quest 'ora ti starai chiedendo 'E mò chi è sta qua? ' Ebbene ora ti spiegherò tutto. Devi sapere che il mio professor Lewis ha dato ad ognuno dei miei compagni di classe un indirizzo *non chiedermi come abbia fatto ad avere il tuo, ma sta di fatto che ora ti sto scrivendo*.
Il mio nome è Charlie Wilson abito in un paesino vicino a Londra *sotto ti scrivo il mio indirizzo, sei pregato di rispondere a meno che tu non voglia farmi prendere una F*. Ritornando a noi sono una diciottenne in crisi. Ora non ti spiegherò tutto nella prima lettera se no mi daresti della psicopatica, infatti mi limiterò a fare una descrizione. Come ho già detto ho 18 anni da poco compiuti e sto frequentando il mio ultimo anno nel 'Belian High School ' *se te lo stessi chiedendo Belian è il nome del paese*. Vorrei poterti dire che sono alta 1.75 m abbondante, che sono bionda con i capelli lunghi e lisci, occhi del colore del mare che ho una terza di seno e gambe chilometriche. Ma non sarebbe la verità. Partiamo dal fatto che sono alta 1.65 m , ho i capelli castani senza forma. Degli occhi verdi che sembrano due smeraldi, o almeno così dicono. Per il resto non mi lamento, sono magra, forse anche troppo e con gambe lunghe. Vado fiera della mia seconda *anche se questo non dovrebbe interessarti, ma era solo per farti capire come sono * . Ora spero che tu non sia un maniaco, mi potresti contattare in qualsiasi modo. Ah dimenticavo non ho ne Facebook ne Tweeter. Lo metto in chiaro che tu non abbia voglia di cercarmi. Come carattere sono molto confidenziale e solare, una cosa che non riesco a fare è dire di no alle persone é più forte di me. Ho due migliori amici la prima di chiama Margò e l'altro Harry.
Altra cosa da sapete di me è che odio le persone false, non so come mi sia venuto in mente, ma è giusto che tu lo sappia così che tu sia sincero con me. Ma perché parlo al maschile se non so nemmeno se tu sia un maschio o una femmina. Bhà comunque questa sono io, spero che tu mi risponda presto perchè voglio prendere un bel voto.
Ciao.

P.S. ti obbligo a rispondere
P.P.S. ti prego
P.P.P.S.Vabbe ora la smetto. "

> > > >

Era un venerdì pomeriggio ed io ero a casa da solo. Stavo aspettando il mio migliore amico Liam che sarebbe arrivato a minuti. Dovevamo andare a calcio.
Ero beatamente spaparanzato sul divano con al mio fianco il borsone, quando il campanello suonò. Mi alzai di scatto andando verso la porta con un'andatura instabile per via del bagaglio caricato sulla spalla destra. Aprii la porta aspettandomi di vedere la faccia barbuta di Liam, mentre vidi quella del nostro amato postino.

-Hey là Jack, qual buon vento?- chiesi sbilanciando ancora di più il peso, ma questa volta sul sinistro facendo si che la mia spalla fosse appoggiata allo stipite della porta.
-C'è posta-disse consegnandomi una busta di un giallino chiaro. Notai che era diversa dalle bollette che arrivavano di solito. Aggrottai le sopracciglia, chi cavolo manda lettere?

-Da dove viene? - chiesi semplicemente rigirandola tra le mani
-Londra - strabuzzai gli occhi. Non conoscevo nessuno di Londra che mi avrebbe mai scritto una lettera. Chi cavolo manda lettere nel 2015, ormai si usa solo la tecnologia.
Mi chiusi la porta alle spalle dopo averlo salutato. Ma non riuscii a leggerla perché il suono del clacson del mio amico mi interruppe facendomi mettere la lettera dentro una tasca del giubbotto.
-Ciao Li! Non sai cos'è appena successo -dissi entrando nella vettura.
-Ciao biondo- fece un cenno con il capo -Allora, cos'è successo?- chiese iniziando a guidare.
Tirai fuori la busta dalla tasca del giubbotto e gliela sventolai davanti al viso.
-Ma che?- disse spostando la lettera dalla visuale della strada -che roba è?-
-Dio Liam, ti facevo più intelligente! Non sai neanche riconoscere una fottuta lettera?- dissi con tono canzonatorio.
-Fin li c'ero arrivato, ma cosa c'è scritto? - chiese lanciandomi una fugace occhiata.
-Non lo so, la stavo per aprire ma sei arrivato tu, comunque arriva da Londra- l'auto si inchiodò di colpo in mezzo alla strada facendo così impazzire i clacson delle auto che ci stavano dietro.
-Da Londra? Una lettera? Amico non sarai mica stato accettato ad Hogwarts? Magari il 'Londra' lo possono leggere solo i Babbani. Oddio che figata! Ho un amico mago! Oddio oddio oddio! Su, fai una magia!- Liam era sempre stato un fan di Harry Potter, ma ora stava superando il limite.

-Amico non sono un mago-.

-Come fai a saperlo? Su leggi e poi discuteremo della tua magia- ridacchiai per le sue parole.

Aprii la busta con estrema lentezza come se al suo interno ci fosse un carico prezioso per cui un movimento violento lo rompesse.

-Li, ci conviene ripartire se non vuoi avere un occhio nero per colpa di quel omone- dissi indicando un uomo robusto che si stava dirigendo verso la nostra vettura con aria scazzata. Alla vista dell'individuo poco fine il vecchio Liam schiaccio sull'acceleratore facendoci schizzare verso il campetto dove avremmo fatto una partitella tra due amici.

Guardai attentamente la calligrafia tondeggiante e ordinata tipica di una ragazza. Iniziai a leggerla a voce alta sorridendo ogni tanto per le cose scritte. Scoprì che la ragazza in questione si chiama Charlie. Un bel nome, anche se è più maschile che femminile.
-Io dico di rispondere- esordì Liam appena la finì di leggere.
-Esatto, non voglio farle prendere un brutto voto -
-Magari è carina- ridacchiai pensando a come i suoi pensieri andassero a parare sempre li -e se lo fosse, sai che me la dovrai presentare-.
-Non hai capito un cazzo dalla vita, vero? Se è carina ci provo io- sorrisi soddisfatto delle mie parole.
-Sempre gentile uguale Horan- disse parcheggiando l'auto nel parcheggio.

The Correspondent|| Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora