21. 𝑰𝒇 𝑶𝒖𝒓 𝑳𝒐𝒗𝒆'𝒔 𝑰𝒏𝒔𝒂𝒏𝒊𝒕𝒚... (𝒑𝒕. 1)

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Parole:5603

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⚠️ATTENTION: LEMON⚠️

(ce ne stanno tante e ovunque, buona fortuna)

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*4 𝙼𝙴𝚂𝙸 𝙿𝚁𝙸𝙼𝙰*

1 𝙻𝚞𝚐𝚕𝚒𝚘 | 00:00 | 𝚃𝚘𝚔𝚢𝚘, 𝙶𝚒𝚊𝚙𝚙𝚘𝚗𝚎
𝚉𝚎𝚞𝚜 𝙽𝚒𝚐𝚑𝚝𝚌𝚕𝚞𝚋

"𝙲𝚊𝚞𝚜𝚎 𝚢𝚘𝚞 𝚊𝚛𝚎 𝚝𝚑𝚎 𝚙𝚒𝚎𝚌𝚎 𝚘𝚏 𝚖𝚎 𝙸 𝚠𝚒𝚜𝚑 𝙸 𝚍𝚒𝚍𝚗'𝚝 𝚗𝚎𝚎𝚍
𝙲𝚑𝚊𝚜𝚒𝚗𝚐 𝚛𝚎𝚕𝚎𝚗𝚝𝚕𝚎𝚜𝚜𝚕𝚢, 𝚜𝚝𝚒𝚕𝚕 𝚏𝚒𝚐𝚑𝚝 𝚊𝚗𝚍 𝙸 𝚍𝚘𝚗'𝚝 𝚔𝚗𝚘𝚠 𝚠𝚑𝚢"

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𝑁𝑎𝑟𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟'𝑠 𝑃𝑂𝑉

L'estate era una delle stagioni che si preferivano di più.
Il caldo, il sole, il mare, la sabbia, le vacanze con gli amici, i bagni notturni, i falò sulla spiaggia, i giochi per bambini, gli spruzzi d'acqua, i gavettoni, le discoteche strapiene, i cocktail freschi e dissetanti, le gonne striminzite, i top invisibili, i ragazzi senza maglia, le partite a calcetto, le passeggiate al parco, i gelati.
Ogni cosa dell'estate urlava "divertimento" e quell'anno lei decise di godersela pienamente.

-"AUGURI SHINSO!" si sentì urlare dalla sala principale in cui si stava svolgendo la festa.

-"È scattata la... mezzanotte..." sussurrò la sirena.

Fu solo un sussurro contro le sue labbra oramai screpolate e arrossate.
I nostri movimenti erano irruenti, senza la minima delicatezza: in quel lurido bagno di quel nightclub non rimbombava altro che il rumore dei nostri sessi che si scontravano furiosamente. Anche la musica non era altro che un ricordo lontano e soffuso.

In quel piccolo bagno sporco di qualsiasi sostanza, seduto sopra al gabinetto c'era un pover uomo che era stato ingannato dalla bellezza di quella maestosa creatura; pensava di aver fatto caccia grossa, ma non poteva immaginare di essere solamente una minuta e appetitosa preda.

Lui gemeva sotto suo comando, gemeva come se la sua vita dipendesse solo da questo.
Eseguiva i suoi ordini come vangelo...
Se lei ordinava di schiaffeggiarla lui lo faceva, se lei intimava di muovere il bacino circolarmente lui lo faceva, se lei comandava di starsi zitto lui non apriva bocca.
Lui non era il predatore, lui era la preda.

In quel piccolo bagno sporco di qualsiasi sostanza, messa a cavalcioni sul pover uomo c'era la sua ingannatrice che lo stava utilizzando per soddisfare i propri volgari piaceri; era il solito lupo travestito d'agnello, si era messa in mostra come uno dei più dolci agnelli pronti ad essere divorati quando sapeva che in realtà sarebbe stata lei a sbranare la sua preda.
La sirena, così la chiamavano.
Il suo canto ammaliava i marinai rendendoli inoffensivi, incapaci di muoversi, in modo tale che lei potesse portarli nelle profondità più buie dell'oceano e ucciderli.
E lui, stupido, era caduto nella tela del ragno.

I suoi impetuosi movimenti parevano calcolati, studiati nei minimi dettagli per darle piacere.
Perché alla sirena non importava il piacere degli altri, lei si serviva dei corpi delle sue prede per la propria egoistica beatitudine per poi abbandonare le carcasse nei fondali marini.

𝐴𝑟𝑐𝑎𝑑𝑒~ Dabi X Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora