29. 𝑺𝒆𝒊 𝑪𝒊𝒐̀ 𝑪𝒉𝒆 𝑻𝒖𝒕𝒕𝒊 𝑪𝒉𝒊𝒂𝒎𝒂𝒏𝒐 "𝑪𝒂𝒔𝒂"

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Parole: 2455

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*𝚀𝚄𝙰𝙻𝙲𝙷𝙴 𝚂𝙴𝚃𝚃𝙸𝙼𝙰𝙽𝙰 𝙿𝚁𝙸𝙼𝙰*

30 𝚂𝚎𝚝𝚝𝚎𝚖𝚋𝚛𝚎 | 13:27 | 𝚈𝚘𝚔𝚘𝚑𝚊𝚖𝚊, 𝙶𝚒𝚊𝚙𝚙𝚘𝚗𝚎
𝙱𝚊𝚛

"𝙿𝚕𝚎𝚊𝚜𝚎 𝚌𝚘𝚞𝚕𝚍 𝚢𝚘𝚞 𝚔𝚒𝚜𝚜 𝚖𝚢 𝚗𝚊𝚖𝚎?
𝚆𝚑𝚎𝚗 𝚝𝚑𝚎 𝚖𝚞𝚜𝚒𝚌 𝚒𝚜 𝚘𝚟𝚎𝚛"

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𝑁𝑎𝑟𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟'𝑠 𝑃𝑂𝑉

Lui fece marcia indietro con il petto che doleva e lo stomaco sottosopra dopo averle lanciato un solo sguardo, quella volta era lui a non sentirsi pronto per vederla. Si sentiva tremendamente felice ed agitato allo stesso tempo, si sentiva inadeguato per quella situazione, inadeguato per lei tanto da non riuscire a sostenere il suo sguardo.

Lei, dal canto suo, non aveva alcuna intenzione di perderlo di nuovo; Compress le aveva donato una possibilità per rimediare, per cambiare in meglio, sarebbe stato da stupidi farsela sfuggire in quel modo! Si alzò d'improvviso dal suo posto procedendo a passo spedito verso una figura incappucciata che si allontanava in tutta fretta. Sentiva le tempie quasi esplodere a causa della crisi appena avuta ma non aveva alcuna intenzione fermarsi, nel frattempo cercava di regolarizzare il suo respiro che già cominciava a farsi più pesante.

-"Ti vuoi fermare per favore?" domandò ormai innervosita di inseguirlo come un padrone che cercava di recuperare il cane scappato... anche se la metafora doveva essere piuttosto rigirata al contrario, era lui il padrone del suo cuore e lei il cucciolo che decise di correre via forse per paura, forse per abitudine. Aveva da tempo preso il brutto vizio di scappare dalle situazioni scomode, scappare nonostante tutta sé le consigliasse di restare, tuttavia quella volta sapeva che non sarebbe scappata di nuovo.
Lui era troppo veloce e raggiungerlo, soprattutto con le gambe pesanti che aveva, sembrava pressoché impossibile perciò decise di attuare un ultimo disparato piano pregando con tutta se stessa che funzionasse.

Si lasciò cadere al suolo intenzionalmente sbucciandosi appena le ginocchia per il forte impatto, prese la gamba gemendo di dolore e stringendo gli occhi. Lui arrestò di colpo la sua camminata -o forse meglio dire corsa- girandosi curioso per capire cosa stesse succedendo alle sue spalle.

-"Tutto bene?" sussurrò una volta avvicinatosi a lei. Aveva ignorato la vocina che gli sussurrava di scappare e si era fiondato sulla donna quasi totalmente accasciata al suolo. La sua preoccupazione per lei fu un problema anche in quel caso.

-"Haha! Ti ho preso!" sorrise lei vittoriosa aggrappandosi al suo braccio a mo' di koala facendolo sbuffare sonoramente.

-"Dai! I trucchi da bambini no!"

-"Ha funzionato però! Adesso mi ascolti per favore?"

-"Che rottura di coglioni... seguimi" spostò lo sguardo altrove mentre lei gli lasciava lentamente il braccio stringendo, però, solo la sua mano. Lui notò quel particolare ma decise di far finta di niente, il suo tocco era così delicato e piacevole da fargli sentire un familiare calore sulle gote... Come gli erano mancate le sue mani.
Voleva tenere il suo modo di fare da duro, forse rude, però lei non glielo permetteva: la vide il piccolo sorrisetto soddisfatto stampato sul viso che riuscì a sciogliergli completamente il cuore. Si lasciò andare a quella sensazione, assaporandola quasi disperatamente con la paura che potesse dissolversi da un momento all'altro.

𝐴𝑟𝑐𝑎𝑑𝑒~ Dabi X Reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora