Ricordi di sangue

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La stanza si fece buia e la bambina, poco dopo, era già scomparsa. Mi chinai per aiutare i ragazzi a rialzarsi, ma non riuscendoci, restammo seduti sul pavimento, attorno a Leo che era svenuto.

Fu Jeff il primo a parlare -Arianna ... penso sia arrivato il momento di raccontarci qualcosa di più di te e di tutta questa storia-

Lo fissai seria come poche volte avevo fatto, cercando di capire fino a che punto fosse una decisione saggia ... eravamo in una stanza sottoterra, alla mercé di pazzi che volevano solo studiarci e sfruttarmi.

Forse era davvero il momento di spiegare loro come tutto era iniziato.

-Molto bene allora ...- mi appoggiai alla parete più vicina, distanziandomi un pó dai tre ragazzi.

-Non ho memoria della mia vita prima di arrivare al Centro, avevo sei anni quando mi vennero a prelevare dalla casa dove abitavo con mia madre e di quel periodo ho possesso solo di qualche immagine sfocata... Ricordo la voce di mia madre quando la sera mi raccontava delle storie o quando mi chiamava per il pranzo, ma non ricordo il suo viso o il suo tocco-

Sospirai spostando di lato una ciocca di capelli.

-I miei ricordi iniziano qui, in una stanza bianca simile a questa. Una voce maschile mi chiese quale fosse il mio nome, io non risposi. Avevano cancellato tutto, ero la loro tela bianca su cui dipingere con l'indelebile rosso sangue... Da una porta laterale degli uomini provvisti di tute bianche e maschere nere a coprirgli il volto, si occuparono di controllare il mio stato di salute sottoponendomi a degli esami. Si presentarono due volte al giorno, per una settimana. Io mi sentivo completamente vuota, spaesata, e non gli rivolsi mai la parola. Nella stanza avevo un letto e un lavandino, mi portavano i pasti tre volte al giorno e una donna cieca si occupava di portarmi in bagno e vestirmi ogni volta che servisse...-

-Ma perché non ti sei ribellata scusa? Ti tenevano rinchiusa come se fossi una loro piccola e preziosa bambola- chiese indignato Jeff, scostando il braccio di Toby che gli intimava di non interrompermi

-Lo ero e lo sono tutt'ora ... E comunque in quel periodo non conoscevo nulla che non fossero quelle quattro mura bianche ...-

Il killer sbuffò e mi fece cenno di proseguire.

-Passata la prima settimana, ricordo che nella stanza entrò un uomo alto, dai capelli neri e gli occhi verdi. Io mi trovavo seduta sul letto, come ogni volta che entrava qualcuno. Lui rimase in silenzio, osservandomi appoggiato alla parete opposta; poi si avvicinò e si chinò sulle ginocchia per arrivare all'altezza dei miei occhi. Aveva le mani fredde quando ne poggiò una sulla mia guancia. Mi guardò negli occhi per qualche minuto e come era arrivato se ne andò-

-Chi era?- Toby lo chiese senza trattenersi, pentendosi quasi subito di avermi nuovamente interrotta. Alzai le spalle.

-Scoprii solo anni dopo che altri non era che il Ministro. Colui che comanda tutto il Centro-

Il ragazzo si zittii e Jeff sembrava completamente preso dalle mie parole.

-Dopo la sua visita, passai altre due settimane in quella stanza. Principalmente dormivo, mi sentivo sempre stanca e provata da tutti quegli esami a cui ero stata sottoposta. Fortunatamente non continuarono. La donna cieca non mi rivolgeva mai la parola e cercava di toccarmi il meno possibile. Una volta inciampò sul lenzuolo che nella notte avevo fatto cadere per terra, mi prodigai per aiutarla ma mi urlò inviperita di non toccarla. Passate le altre due settimane, la porta di solito chiusa si aprì e un uomo mi condusse all'esterno. Indossavo un vestitino nero quella volta, me lo ricordo bene ... Quell'uomo si presentò come Rex, il capo della mia nuova casa:la Sezione GS-

The Kill (CreepyPasta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora