-Alzati Ari! La tua sveglia non funziona!-
-Sara sta zitta, oggi non devo andare a nessuna lezione! Dannata impicciona!-
Mi girai dando le spalle ad una infastidita quanto mortificata Sara che riprese a correre freneticamente per casa alla ricerca di qualche foglietto sparso in giro.
+Stupida+ pensai prima di ricadere in un sonno profondo.
Quando mi svegliai per la seconda volta la casa era completamente silenziosa, cosa rara.
Ne approfittai per alzarmi in tutta tranquillità, sgranocchiare uno snack e andare a lavarmi. Fuori era umido e c'era un bel vento. Mi vestii velocemente, indossai il chiodo in pelle ed uscii. Erano poche le volte che uscivo di mattina. C'erano ragazzi che correvano per prendere l'autobus e adulti con in mano una valigetta che parlavano velocemente al cellulare.
Pensavo che tutto quell'affannarsi per fare qualcosa fosse inutile e controproducente. Preoccuparsi porta le persone ad innervosirsi, quindi ad essere indisponenti e spesso irragionevoli. Io preferivo la fredda e logica calma a tutto.
Decisi di fare un giro in metro per raggiungere il mio bar preferito, quello più vicino all'università.
Salita sulla metro una bimba attirò la mia attenzione. Sembrava che tutti la ignorassero, eppure era una bimba strana ... Lo sentivo a pelle e le mie sensazioni non si erano mai sbagliate, mai! Era come se io sapessi una cosa anche se niente e nessuno me lo avesse detto.
Mi avvicinai alla bambina che si era poggiata al palo.
Aveva un grazioso vestitino rosa e lunghi capelli nocciola ma ... Aveva i bordi del vestito ricoperti di sangue.
Mi chinai velocemente per guardarla in viso e la vidi spalancare gli occhi.
-Chi sei?-
-Tu ... Come puoi ...-
-Rispondimi e basta-
Afferrai un lembo della sua veste per evitare che corresse lontana, ma per non spaventarla cercai di carezzarle i capelli che, notai solo in quel momento, erano sporchi e crespi.
-Sono Sally- rispose tremante al mio tocco.
-Sei morta- le dissi come avrei detto "Ciao" a chiunque.
La vidi adombrarsi e poi allontanarsi da me velocemente.
Una voce dagli autoparlanti avvertí i passeggeri che le porte stavano per aprirsi e Sally ne approfittò per sgusciare via inosservata come era venuta.
Sospirai ... Non era una cosa che tanto facilmente mi sarei immaginata.
Arrivata al bar, mi accomodai al tavolo messo all'angolo, quello che mai nessun altro occupava poiché troppo in disparte.
Daisy, una donna sui quaranta, mi raggiunse poco dopo con un cappuccino, sapendo bene i miei gusti.
-Come mai qui a quest'ora, cara?-
Daisy trattava tutti i suoi giovani clienti come figli e i più grandi come nipoti. La donna aveva in breve capito il mio carattere poco espansivo e non si era mai offesa per le mie risposte spesso brevi ed ermetiche.
-Oggi non ho lezioni, ma avevo voglia di cappuccino-
Lei mi sorrise come se avesse appena vinto la lotteria. Mi diede una pacca sulla spalla e mi disse che sarebbe tornata con i biscotti scomparendo dietro il bancone.
-Ehi Moon! Oggi niente lezione?-
-No Leo e non urlare ...-
Leandro Weimars, diciannove anni, capelli platino e occhi tempesta, alto e ben modellato, mio personale tormento.
Era il più giovane della facoltà dopo di me, entrato subito dopo il diploma e uno dei migliori dell'anno.
Il primo giorno me lo ritrovai accanto, ma nemmeno ci presentammo. Il giorno seguente cercò in tutti i modi di estorcermi delle informazioni personali, non riuscendoci ovviamente.
Qualche giorno dopo gli dissi che avevo sedici anni e che mi dava fastidio la gente in generale, credendo di poterlo allontanare; purtroppo per me si interstadii e mi disse che sarebbe diventato mio amico e che avrebbe scoperto il mio nome.
Inizialmente non sapeva come attirare la mia attenzione, quindi iniziò a chiamarmi "ragazza strana", in seguito scoprì grazie a Lola il mio storico soprannome.
-Ti ho visto entrare e mi sono subito buttato in strada ma ho fatto quasi ammazzare uno con il motorino! Ahahah!-
-Sei sempre il solito impulsivo ... Ti farai male un giorno ...-
Sospiró, passando poi a fissarmi.
-Leo! Ti porto il solito latte macchiato?-
-Giorno Daisy! Si grazie-
La donna poggiò i biscotti e poi andò a preparargli il latte macchiato.
-Posso chiederti una cosa Moon?-
Sorvolai sul fatto che lo avesse già fatto e annuii.
-Questa sera andrò ad una festa... Mi accompagneresti?-
-Va bene, ma non ti assicuro che sarò amichevole con tutti-
Il ragazzo mi sorrise e poi venne ad abbracciarmi energicamente. Non avrei avuto nulla di importante da fare, almeno con lui non mi sarei annoiata ...
-C'è solo una cosa ... Lo so che non sei la ragazza che si mette tacchi altissimi e vestitini striminziti ma dovrai almeno metterti questo-
Uscii dalla tasca un fiocco azzurro lucido e me lo diede.
-È la regola-
Annuii mentre pensavo a come trasformare quell'elegante fiocco in qualcosa di più adatto a me.
Finimmo tranquillamente la colazione e poi Leo mi riaccompagnó a casa, mi ero annoiata ... La città di giorno era noiosa.
-Stasera alle sette e mezza passo a prenderti con la moto-
-Guido io?-
-No Moon, concedimi almeno questo!- disse lui con tono supplicante.
-Per questa volta-
Io avevo una mia moto, ma capitava spesso che prendessi la metro e poi usassi la moto di Leo per tornare a casa, con lui dietro.
Lo salutai ed entrai in casa. Notai che c'era uno strano odore. Sangue. Putrido e sporco.
Sul tavolo della cucina trovai un fegato insanguinato, circondato da vermi e mosche.
Conoscevo le storie macabre che giravano su internet, il raccapricciante mi era sempre piaciuto, attirata come una falena dalla luce.
Un solo nome sulla mia bocca e la consapevolezza di aver nuovamente visto giusto. Stavano arrivando ... E Eyeless Jack era l'avvertimento.
La Casa Stregata dell'autrice
Ecco il primo vero capitolo! Vi avverto, nel prossimo ci sarà la festa e poi, finalmente, faranno la loro apparizione i nostri cari Creepypasta! Ci si rilegge il 29! Bye bye! ^•^
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The Kill (CreepyPasta)
FanfictionDal Cap."Ti senti triste?Giochiamo insieme!": [...]il sangue uscí a pressione e mi sporcó il viso e i vestiti che ero stata attenta a non macchiare prima. La sensazione del sangue addosso ...