La sensazione del sangue ... Caldo sul ghiaccio ... Era come quella volta ...
Mi sentivo in estasi, ancora ... Ancora ...
Quel profumo mi ottembrava i sensi e annebbiava la mente. I pugnali nelle mie mani fremevano e la mia bocca sembrava voler assaggiare quel liquido rosso.
Lasciai cadere le lame a terra e le mie dita insanguinate toccarono le labbra, deliziandole con quel sapore che sapeva di vita, di calore rubato.
Guardavo la mia opera d'arte e ne ritraevo soddisfazione ... Si ... Avevo ritrovato quella sensazione ... Allo stesso modo.
Non nella tortura ... Non nell'espressione spaventata ... Nel caldo e profumato sangue.
Mi abbassai per riprendere i pugnali e poi mi girai verso i due ragazzi. Jack aveva l'aria soddisfatta ma Jeff più di lui.
Al mio ghigno, però, il ragazzo si avvicinò a me.Con i pollici mi pulì gli occhi e le guance; sembrava assorto nei suoi pensieri, eppure quello strambo sorriso non abbandonò il suo viso per tutto il giorno seguente.
Anche lui sapeva di sangue, noi avevamo lo stesso gusto del sangue, per il sangue.
-Sei perfetta ... Con questi occhi che vogliono solo sangue e queste labbra ... Così rosse ...-
Lasciammo poco dopo l'appartamento. Jack non proferì parola, solo quel sorriso soddisfatto e la sua grande mano sulla spalla.
Jeff, invece, aveva camminato al mio fianco tutto il tempo.
Tornati, trovammo tutti ad aspettarci, persino Slenderman.
Io ero l'unica sporca di sangue, Jeff aveva solo qualche macchia sulla felpa bianca.
-Ebbene?- domandò Slenderman.
-È un'artista con le lame, fa un baffo a Jeff e Toby e poi ... Che sguardo e che passione!- asserì come un intenditore il Clown.
Vidi che tutti prestavano attenzione a lui e al suo racconto tranne Toby, che continuava a guardare me e Jeff. Immaginavo già le sue domande e mi avvicinai a lui per poter parlare.
-Tutto bene?-
-Si ... Benissimo ...-
-Sei ricoperta di sangue eppure ... sembra piacerti, è così vero?-
Il suo tono sicuro e inflessibile mi confermò che sapeva già la mia risposta, voleva soltanto sentirmelo dire.
-Si, è vero- dissi spostando dal suo viso un ciuffo di capelli chiudendo il discorso e andando nella mia stanza.
Mi gettai sul letto malamente, prendendo ad osservare la lama di un pugnale che risplendeva sotto la luce della luna che filtrava dalla finestra.
-Posso entrare?-
Slenderman varcò silenzioso la porta e si sedette sul letto. Io mi accostai a lui e aspettai che parlasse.
-Era la prima volta che uccidevi?-
-No ... Questa era la trecentesima volta-
-Ne hai uccisi più di Laughing Jack e Toby ... La prima volta ...?-
-Ero arrivata in America da sei mesi-
Un pò restammo in silenzio, il suo respiro somigliava a un sibilo.
-Tu cosa ricordi della tua infanzia?-
-Io ... Mi avevano fatto dimenticare ... Tutto quanto! Poi accadde una cosa e potei riavere un mio vecchio ricordo. Il più brutto forse ... Quando quei bastardi uccisero mia madre. Lei non era come me ... Questo ricordo fu la loro rovina, non ero più il loro giocattolo, la loro marionetta...-
Gli oggetti attorno iniziarono a vibrare, come se un terremoto stesse incombendo. In realtà ero solo io ...
-Parleremo con calma dopo che sarai tornata dal viaggio. Buon riposo-
Gli oggetti smisero di vibrare e alzai il volto che non mi ero accorta di aver abbassato. Sbuffai, rimproverandomi nella mia testa per aver perso la calma. Lo ringraziai con un cenno del capo, consapevole del fatto che davvero, al mio ritorno, lui avrebbe voluto sapere di più.
L'uomo si alzò e uscii ed io mi distesi nuovamente. Mentre richiudeva la porta una mano pallida lo bloccò ed entrò nella stanza.
-Posso vero?-
-Oramai sei qui-
Jeff si sedette sul letto, incrociando le gambe e poggiando la testa sulle mani-
-Dimmi Jeff-
-Non mi interessa se vuoi fare un turno con tutti, tu devi venire con me-
Mi issai sui gomiti per poterlo guardare meglio.
-Cosa ti fa credere che voglia venire con te?-
-Io e te siamo uguali, vogliamo la stessa cosa-
-Sangue- dicemmo insieme.
Ghignammo, sapendo che la persona che avevamo davanti poteva capire, poteva comprendere il malsano desiderio che avevamo.
Mi alzai dal letto e presi i vestiti di ricambio.
-Avresti una fascia per caso?- mi chiese quasi in uno sbuffo il ragazzo.
Mi ricordai che lui non aveva più le palpebre, mi girai e presi dal cassetto del comodino la mia fascia per capelli.
Gliela passai e andai nel bagno a farmi una doccia. Sopra i pantaloncini del pigiama avevo una larga e grande maglietta.
Uscii dal bagno trovando Jeff disteso per terra con una coperta a fargli da materasso e un plaid per coprirsi. Aveva lanciato la felpa bianca sulla sedia e si era messo la fascia sugli occhi.
-Hai intenzione di passare qui la notte?-
-Siii ... Tanto quando dormo puoi stare tranquilla-
-Fidati, non mi sarei comunque preoccupata ...Tsk!-
Infilata sotto le coperte, presi i pugnali che erano fra le lenzuola e li poggiai sul comodino.
-Notte Arianna-
-Notte Jeffrey-
La Casa Maledetta dell'autrice
Questo è stato il capitolo più complicato che abbia scritto fino ad adesso! L"interazione fra Moon e Jeff ... Uff ... Intanto questa è andata! Non pensate che adesso inizieranno i cuoricini fra loro due, perché è NO! Ancora non so come completare la parte delle "coppie" ... Probabilmente vi lascerò senza una risposta oppure boh!
Prossimo aggiornamento:14/1
Bye!
Ringrazio per le 260 e più visualizzazioni! ;3
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The Kill (CreepyPasta)
FanfictionDal Cap."Ti senti triste?Giochiamo insieme!": [...]il sangue uscí a pressione e mi sporcó il viso e i vestiti che ero stata attenta a non macchiare prima. La sensazione del sangue addosso ...