LA GIUNGLA

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La giungla era silenziosa: la terra veniva calpestata con cautela mentre le lance fatte con pezzo di legno e pietre appuntite puntavano verso la preda, un albero servì come riparo mentre i suoi occhi fissavano quel tapiro che avrebbe sfamato l'intera tribù per la carne che la Dea Giungla aveva messo sul suo corpo, sotto la pelle bicolore divisa fra bianco e nero.

Poggiò la schiena contro la corteccia e strinse l'arma al petto mentre i suoi occhi restavano chiusi.

Li aprì di scatto e saltò fuori dal riparo visivo mentre la preda iniziava la corsa per la vita, le sue gambe si mossero a una velocità notevole mentre la flora intorno veniva evitata, esisteva solo l'animale... esisteva solo il benessere della tribù.

Poco dopo altri due cacciatori spuntarono davanti al tapiro di fuga: il primo era un gatto bianco di nome Micah, il pelo era candido dalla testa agli alluci e una chioma dello stesso colore scendeva verso le spalle come dei capelli lunghi e lisci, stringeva la sua lancia con forza e determinazione, il suo fisico era ben formato.

L'altra era una donna, Lika, una lupa dal fisico identico al compagno di caccia, il suo pelo era grigio come le rocce di un fiume ma i capelli rossi come il sangue che sgorgava da una ferita, lei teneva la lancia sospesa con il braccio destro come se volesse lanciarla ma invece continuava a muoverla avanti e indietro con versi simili a quelli che si facevano a un cavallo per farlo andare più veloce al trotto.

L'animale cambiò direzione mentre il cacciatore impegnato a seguirlo non lo perdeva di vista, una lancia si incastrò nel terreno e la preda svoltò ancora, un cane dal pelo bianco, ma non dalla tonalità pura come quello del gatto, fissava il suo operato fiero cosa che urlava la sua giovane età: portava dei peli davanti agli occhi mentre teneva i pugni sui fianchi e mostrava il fisico più secco rispetto agli altri ma comunque robusto.

Lui era Kawab.

La corsa continuava e l'erbivoro ne era il protagonista indiscusso, una lancia, scagliata dal cacciatore che lo seguiva come fosse la sua ombra, si incastrò nel legno di un albero e il rumore prodotto accese ancor di più l'istinto di autoconservazione della preda che svoltò all'interno di un tunnel naturale: era dovuto a due pareti di terra che formavano un rialzo di notevoli dimensioni così formavano quella specie di strettoia.

Il cacciatore si fermò sorridente mentre osservava il trofeo scappare... scappare verso la fine.

Una lancia colpì il tapiro nelle costole, era la parte sinistra e la punta oltrepassò la gabbia toracica mentre affondava nella carne, si accasciò suo fianco destro mentre l'arma continuava a fare su e giù per il respiro dolente.

"Ti chiedo perdono...".

Una lupa con il pelo rosso, sfumato per gli anni vissuti, uscì dal lato coperto dal buio profondo: era alta e snella ma la forza non le mancava, ormai aveva quasi raggiunto i quarant'anni, sulla testa mostrava dei capelli neri come il piumaggio dei corvi ma erano portati come una cresta alla mohicana, si chinò vicino alla preda atterrata mentre estraeva il piccolo coltello sostenuto da un piccolo cofanetto attaccato al suo perizoma marrone.

Akhena.

"... volevo mandarti dal Dio Sole con la lancia".

Senza perdere tempo affondò la piccola arma vicino a quella lanciata poco prima, il tapiro avvertì il dolore iniziale ma poco dopo smise di sentirlo mentre la vita lo lasciava.

"Perché hai scelto me... figlio?"

La lupa guardò il sangue del suo sangue mentre avanzava sorridente: era un lupo dal pelo rosso come la madre, ma dal colore più acceso, mostrava un fisico robusto e resistente, i suoi capelli erano mori come quelli del genitore ma invece di essere una cresta eretta era una cresta leggermente obliqua che con il vento si muoveva.

"Sei la cacciatrice più anziana madre".

Lui era Ankar.

Si sedette di fianco alla madre che sorrideva perennemente.

"Quando avevo il tuo tempo era il mio destino correre dietro alle prede per condurle da un mio compagno, oggi sembravi il Dio Vento quando soffia furibondo... tuo padre sarebbe fiero".

I due persero il sorriso, il lupo appena citato era scomparso da circa cinque anni durante una battuta di caccia a causa della Legge sul Giaguaro.

Un ringhio destò i due dai ricordi dolorosi, un giaguaro nero mostrava i denti minaccioso sopra il rialzo.

I due lupi si alzarono con le lance alzate mentre tenevano lo sguardo fisso sul felino.

"Ho portato il legno".

Kawab arrivò alle spalle dei due mentre trasportava un piccolo palo cerato per il trasporto della preda, notò subito il predatore e strinse l'arma cosa che fecero anche Lika e Micah arrivati poco dopo il cane.

"Andiamo".

Sussurrò la più anziana mentre lei, Ankar e il resto dei cacciatori indietreggiavano.

La lupa più giovane però restò ferma sul posto con uno sguardo di sfida rivolto al felino che sembrava ricambiarlo mentre mostrava le sue zanne candide.

"Lika".

Sussurrò il lupo senza ricevere risposta.

"Sorella andiamo".

La simile si voltò e dopo aver sbuffato in segno di frustrazione seguì gli altri.

Lei era la sorella maggiore del canide rosso, primogenita di Akhena, c'erano due anni di differenza con il fratellino.

La cosa appena successa era la Legge del Giaguaro: secondo le loro credenze la Dea Giungla aveva le sembianze di questo felino e quindi ogni singolo giaguaro era suo figlio motivo per il quale meritava rispetto, infatti era vietato ucciderli, salvo eccezioni straordinarie in cui bisognava chiedere perdono dopo l'atto ed era assolutamente proibito prendere il corpo che doveva tornare alla madre tramite la decomposizione.

Il rispetto verso essi era maggiore se senzienti, ma Ankar e gli altri membri della tribù erano sicuri che fosse una leggenda visto che i loro occhi non ne avevano mai incrociato uno.

A causa di tutto ciò la battuta di caccia era finita male ma ogni storia iniziava con un fiasco e il lupo dal pelo rosso non immaginava lontanamente cosa lo attendeva.


CIAO!
Come ho già detto ho perso la storia ma almeno so come continuare.
Che ne pensate?

Una cosa alcuni di questi furry sono ispirati a personaggi di Deviantart, al momento solo Ankar (Jose-ramiro) e Micah (HotRod-302), gli altri sono miei.
Ho avuto il permesso preciso anche per metterli in cartaceo.

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