Ankar apriva la fila dei cacciatori intenti a tornare verso il villaggio, quattro tapiri erano legati a testa in giù in mezzo alla linea retta, seppur leggermente storta, contornata da lance che fissavano il cielo o qualunque altro punto nelle vicinanze.
Finalmente il gruppo si ritrovò davanti alla loro casa, il lupo fu il primo a staccarsi dagli altri con una camminata poco più rapida.
"Sei sempre così lento?" ironizzò Tagan proprio alle sue spalle.
Anche lei aveva preso parte all'attività della giornata, sorrideva per la prima volta nei confronti del canide riflesso nei suoi occhi.
"La Dea Giungla mi ha donato queste." rispose il cacciatore intento a toccare le gambe robuste.
"Anche qui c'è la sua mano?"
Il cane si avvicinò e poggiò l'arto destro superiore sul petto allenato del simile di classe, gli sguardi dei due iniziarono a incrociarsi con i partecipanti della caccia finita da poco che passavano ai loro lati.
"Forse è stata la Dea Amore." suggerì il lupo, mentre Tagan avvicinava lentamente la testa verso il corpo di Ankar.
"Per farti notare dalle femmine?" chiese, nonostante la sua fosse una domanda dalla risposta ovvia, sorrise ancora divertita e rilassata.
La frase appare detta ebbe un effetto diverso su chi l'aveva udita, gli occhi ruppero il contatto e il corpo iniziò a muoversi come manovrato da un burattinaio chiamato "Ricordo".
Enola.
Questo nome lo tormentava, lui l'aveva amata e lei diceva lo stesso... ma non poteva scordare quella notte, la sua mano alzata e lo sguardo altrove per la paura di dover anche solo fissare colui che in un solo istante aveva tradito dopo mesi uniti l'uno affianco all'altra.
Strinse il pugno destro, cosa che fece produrre qualche scrocchio alle dita, e con i denti serrati fissava un punto indefinito davanti a sè.
"Ankar?"
La cacciatrice alle sue spalle si avvicinò con cautela intenta a capire cosa fosse successo.
Fu allora che il lupo scorse davvero qualcosa.
"Kawab?" sussurrò.
Il cane era appena spuntato dalla giungla e camminava totalmente scoordinato, poteva essere scambiato per un corpo privo d'ossa formato solo di carne, muscoli e organi.
Il cane bianco sorrise quando riconobbe l'amico, ma non ci furono saluti calorosi, abbracci e nemmeno uno scambio di chiacchiere.
Infatti, non appena Kawab notò il simile, finì con il muso sul terreno privo di sensi.
Acqua.
Un rumore d'acqua, come quando il Dio Cielo piangeva e le sue lacrime riempivano le pozzanghere qua e là nel giungla fitta.
Finalmente gli occhi riuscirono ad avere abbastanza forza per poter sollevare le palpebre, era una piccola stanza, grande quanto quelle in cui si viveva nel sui villaggio, e una coniglietta si impegnava a poggiare una liana fradicia sulla bocca intenta a dare sollievo alle labbra disidratate.
"Sei sveglio."
Ember sorrise e strizzò il pezzo vegetale in una ciotola di legno per poi farla aderire ancora sulle fauci di Kawab, quest'ultimo cercò subito di portare il busto in avanti.
"Cosa credi di fare?"
La femmina portò subito entrambe le mani sul corpo debole del cane e lo aiutò a stendersi sul giaciglio marrone.

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QUINTA ALBA
AventuraSole. Giungla. Morte. Pericolo. Ankar è pronto ad affrontare tutto ciò senza paura, ma se queste cose fossero l'inizio di ciò che davvero attende questo guerriero. Il destino. ATTENZIONE:La storia presenta scene di violenza.